Premessa. Il Comune di Rozzano (Milano), con l’ordinanza sindacale n. 7392 del 4 settembre 2018, ha disciplinato gli orari del gioco nel territorio comunale, limitandolo alle seguenti fasce orarie: “dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 18.00 alle ore 24.00”.
Con ricorso, una società titolare di una sala giochi attiva nel Comune, ha impugnato l’ordinanza. Il TAR Lombardia, con la sentenza 2621/2022 ha confermato le limitazioni orarie. Anche in appello il Consiglio di Stato, con la sentenza 10524/2024 che qui si analizza, ha ribadito l’esito del primo grado, definitivamente rigettando le doglianze della sala giochi.
L’istruttoria. Per prima cosa, i giudici analizzano l’istruttoria condotta dal Comune. In particolare, l’Amministrazione, congiuntamente ad aziende sanitarie ed enti no profit che operano nel settore delle ludopatie (nell’ambito del progetto regionale “Scommetti che smetto?”), ha dimostrato una serie di dati relativi alla situazione del gioco d’azzardo nel territorio.
In particolare Rozzano è risultato essere il Comune in cui sono presenti più esercizi con SLOT/VLT e in cui è presente il numero maggiore di New Slot; è emerso che tra i giocatori vi sono anche soggetti in carico ai Servizi Sociali e beneficiari di sussidi per difficoltà economiche e che buona parte dei locali dotati di New Slot e VLT è collocata nelle vicinanze di luoghi sensibili, come istituti scolastici. L’istruttoria riportava, inoltre, dati sulle perdite dei giocatori (“spesa”) riferiti al 2015 e al 2016 (definiti “inattuali” dalla difesa della sala giochi, smentita tuttavia dal Consiglio di Stato che ritiene tali affermazioni “generiche” poiché “non accompagnate da più seri circostanziati elementi mediante i quali confutare i dati e i risultati emersi”).
Secondo il Consiglio di Stato, “i dati forniti dall’amministrazione costituiscono … il frutto di una approfondita attività di studio e di elaborazione con aziende sanitarie ed enti no profit specializzati in tale ambito” potendosi, pertanto, parlare di istruttoria “complessa ed articolata”.
La Relazione medico – scientifica. La sala giochi sostiene, inoltre, che mancherebbe una specifica relazione medico – scientifica o comunque statistico-sociologica. Il Consiglio di Stato, a tal proposito, ribadisce che tale report non risulta essere richiesta da alcuna normativa di settore, giudicando di converso congrui nel metodo e dunque attendibili i risultati ottenuti nell’attività istruttoria.
La Conferenza Unificata. L’ulteriore doglianza dell’appellante si concentra sul limite di sei ore di sospensione quotidiana del gioco definita dall’Intesa in Conferenza Unificata del 2017. Secondo il Consiglio di Stato, “la chiusura dei giochi è in realtà dalle 12 alle 18, mentre i restanti orari (da mezzanotte alle 9 di mattina) sono in teoria orari di chiusura per gran parte dei locali”. Da tale considerazione discende che non era necessaria una motivazione rafforzata al provvedimento di limitazione oraria; tale motivazione rafforzata risulta, in ogni caso, presente, secondo i giudici, nel momento in cui si fa riferimento a “dati ufficiali”.