Premessa. Il Sindaco di Bologna ha emesso il 3 agosto 2018 una nuova ordinanza che disciplina gli orari di  una limitazione degli orari di funzionamento degli apparecchi automatici da gioco, in attuazione del regolamento approvato dal Comune nel maggio 2018.

La crescita del fenomeno. In base ai dati raccolti dal Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche dell’Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna si registra nel corso degli anni un forte incremento del gioco d’azzardo patologico, con conseguente aumento del numero di utenti assistiti dal Servizio per le Tossicodipendenze (SerT): la stima dei soggetti affetti da Gap è di circa 1,8 per 1000 abitanti.

Il provvedimento del Sindaco. L’ordinanza sindacale si applica a tutti gli apparecchi di cui all’art. 110 comma 6 del Testo Unico delle leggi di pubblica sicurezza (R.D. 18 giugno 1931 n. 773), collocati sia all’interno di esercizi autorizzati ai sensi dell’art. 86 (bar, ristoranti, alberghi, tabaccai, sale giochi, ecc.) sia a quelli di cui all’art. 88 (agenzie di scommesse, negozi di gioco, sale Bingo). Gli orari massimi di funzionamento degli apparecchi sono fissati sul territorio comunale dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 17,00 alle ore 22,00 di tutti i giorni, compresi i festivi. Negli orari di non funzionamento gli apparecchi devono essere spenti singolarmente tramite l’interruttore elettrico. Negli esercizi va esposto un cartello sugli orari di funzionamento degli apparecchi e sui rischi connessi alla pratica dei giochi con vincita in denaro. Per le sale Bingo è ammessa la deroga agli orari di funzionamento limitatamente al funzionamento del gioco del bingo.

Le sanzioni. L’ordinanza prevede una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di euro 100,00 fino ad un massimo di euro 500,00 per ogni apparecchio acceso al di fuori degli orari massimi di funzionamento.

Le motivazioni del provvedimento. La scelta sulle face orarie è motivata dall’esigenza di intervenire sui “momenti della giornata maggiormente rischiosi in quanto meno soggetti al controllo della comunità e in particolare per la popolazione più a rischio, quale quella dei giovani. Tutto ciò, quindi, non tanto per rendere inaccessibile il gioco in senso assoluto, quanto per evitarne l’utilizzo sconsiderato”.