Premessa. Il Tar di Genova (sentenza n. 588 del 2018) ha rigettato il ricorso presentato dal titolare di una sala scommesse contro un provvedimento di chiusura definitiva adottato dal Comune di Sestri Levante.

Ricorsi precedenti. Il comune di Sestri Levante, negli anni scorsi, aveva adottato altri provvedimenti di inibizione all’attività dello stesso locale “poiché ubicato ad una distanza inferiore al minimo di 500 metri dai luoghi sensibili individuati dal P.U.C.”, cioè applicando “norme dello strumento urbanistico generale”. I ricorsi erano stati però accolti da Tar e Consiglio di Stato (rispettivamente sentenza n. 176 del 2015 e ordinanza n. 2720 del 2016) per la genericità delle motivazioni dei provvedimenti del comune, in quanto non erano specificate quale fra le diverse e puntuali regole ivi contenute (distanze, parcheggi, destinazione residenziale ecc.) fosse rilevante nel caso specifico.

Le legittimità del nuovo provvedimento. Il locale, ubicato a “250 metri da un istituto scolastico e 245 metri da una struttura socio-sanitaria”, non rispetta la “distanza minima di 300 metri da luoghi sensibili prevista dall’art.2 della L. R. Liguria 30 Aprile 2012, n. 17”, come dimostrato da planimetria allegata al provvedimento.

Secondo il Tar il provvedimento del comune trova la sua legittimità proprio nella legge regionale n.17 del 2012 sul contrasto del gioco d’azzardo patologico: “la valenza sociale delle norme di contrasto alla ludopatia attualizza l’esigenza di efficacia dell’azione ammnistrativa, cui si connette intimamente l’inesauribilità del potere pubblico volto alla repressione delle attività esercitate in difformità dai requisiti richiesti dal legislatore”. Nella sentenza viene specificato come l’amministrazione non fosse tenuta, prima di vietare la prosecuzione dell’attività ad “invitare il privato a conformare l’attività medesima ai requisiti previsti dalla legge” in quanto “non è stata presentata alcuna s.c.i.a. per l’esercizio dell’attività di raccolta scommesse”.

(A cura di Sara Capitanio, vincitrice di una borsa di studio di Avviso Pubblico sul gioco d’azzardo)