Premessa. La Commissione parlamentare di inchiesta sulla sicurezza ed il degrado delle città ha ascoltato il 21 febbraio 2017 i rappresentanti della procura del tribunale di Roma in merito alle più rilevanti problematiche della capitale. Qui di seguito sono sintetizzati i passaggi più rilevanti della relazione.

Le occupazioni abusive. Il fenomeno delle occupazioni illegali di immobili pubblici e privati è molto esteso a Roma: attualmente risultano censite 99 occupazioni, di cui 79 immobili in zona suburbana; le denunce nel 2016 sono state oltre 1.000, ma viene aperto un fascicolo penale solo in caso di invasione arbitraria nei locali, mentre in molti casi il subingresso è effettuato senza dar luogo ad effrazioni (ad esempio in accordo con il precedente inquilino). Si tratta spesso di edifici abbandonati e fatiscenti, in ambienti degradati, dove trovano prevalentemente sistemazione famiglie straniere, a volte “gestite” da comitati o gruppi orientati politicamente e, in taluni casi, anche da organizzazioni criminali, come evidenziato dalle inchieste giudiziarie. Le procedure di sgombero sono spesso molto problematiche, anche per le difficoltà di reperire alloggi alternativi.

I Piani di zona. Ci sono 12 procedimenti aperti per truffa ai danni di persone che hanno pagato somme ingenti senza però essere entrati in possesso del proprio alloggio.

Le demolizioni di manufatti abusivi. Il Fondo di rotazione della legge di stabilità prevede mutui che il comune accende per fronteggiare le spese, per poi rivalersi eventualmente sul condannato; è stato anche sottoscritto un Protocollo d’intesa con l’ex commissario straordinario, anche se l’attuazione concreta è stata assai limitata. Recentemente sono state stanziate altre risorse dalla regione Lazio.

La situazione di Ostia. Nel Municipio di Ostia i gruppi criminali – alcuni di essi con caratteristiche di vere e proprie organizzazioni di tipo mafioso – sono profondamente radicati ed esercitano un forte controllo del territorio, con forti analogie alla situazione di città come Reggio Calabria, Palermo, Napoli, grazie anche alla compiacenza di alcuni apparati dello Stato. C’è una forte infiltrazione nell’economia, in particolare nella gestione delle concessioni balneari, con la realizzazione di numerosi abusi edilizi. Si assiste al traffico di immobili, con l’estromissione – anche violenta – dei legittimi assegnatari e la successiva vendita dell’immobile oppure l’utilizzo per le esigenze logistiche dell’organizzazione (ad esempio per lo spaccio della droga).

Il traffico di droga. A Roma c’è un elevatissimo consumo di stupefacenti; il controllo del grande traffico è gestito dall’ndrangheta e poi operano moltissimi gruppi per le operazioni di spaccio capillare nel territorio (la disponibilità di droghe viene garantita durante tutto l’arco della giornata), che garantiscono guadagni ingentissimi. E si registra un forte radicamento sociale di tali gruppi, grazie alla loro capacità di garantire comunque alcuni “servizi” alla popolazione residente.

I Casamonica. “Dietro la sigla Casamonica ci sono tante realtà diverse e non tutte tali da costituire un’associazione per delinquere, tantomeno di stampo mafioso”. Moltissimi sono stati arrestati, principalmente per spaccio di stupefacenti, estorsione, usura e moltissime forme di violenza, aggressione e resistenze. E sono state adottate nei loro confronti numerose misure di prevenzione patrimoniale.

Gli accordi tra i gruppi criminali. A Roma sono presenti varie organizzazioni, che non possono essere assimilate a Cosa Nostra; peraltro alcune di esse (come quelle operanti ad Ostia) “vanno inquadrate nel reato di cui all’articolo 416-bis del codice penale… perchè hanno una capacità di intimidazione tale da creare omertà e uno stato di soggezione in un certo ambiente, che può essere un quartiere ma anche un contesto sociale, come dice la Cassazione”. Ed il valore dei beni sequestrati in sede di misure di prevenzione (1,5 miliardi di euro l’anno) evidenzia di per sé i grossi investimenti mafiosi nella capitale.

In generale, si può parlare di “pacifica convivenza” fra le organizzazioni criminali che agiscono sul territorio romano (a differenza di quanto accade in altre città, come Napoli, dove gli atti di violenza sono molto diffusi) anche se non mancano situazione critiche come quella di Tor Bella Monaca. Tutto ciò è motivato dalla convinzione “che convenga evitare manifestazioni di violenza e di allarme, che provocano immediatamente una reazione e un’attenzione dei media e un intervento della politica, peggiorando le cose per tutti”.