Premessa. In questo documento è effettuata una ricognizione degli organismi istituiti da Regioni ed Enti locali per monitorare il fenomeno della criminalità organizzata e promuovere iniziative di contrasto preventivo alle illegalità sul proprio territorio.

In alcuni casi si tratta di commissioni d’inchiesta o di indagine istituite direttamente in seno al Consiglio regionale; più spesso di Consulte e Osservatori che, pur avendo natura politica, si affidano ad esperti e a rappresentanti di diverse Amministrazioni statali per condurre le proprie indagini, con vari gradi di coinvolgimento. Possono esservi svolte audizioni e interrogazioni oppure può essere commissionata lo svolgimento di indagini. Allo stesso modo possono anche profilarsi diverse modalità di dialogo con associazioni impegnate localmente nel contrasto alla criminalità organizzata: forme di collaborazione all’interno di un organo a composizione mista; consultazioni; affidamento diretto delle attività di ricerca e monitoraggio.

Tale diversità di approccio dipende ovviamente anche dalla specificità delle realtà sociali, economiche, culturali ed ambientali nelle quali operano questi organi, soprattutto in considerazione del diverso radicamento che le organizzazioni mafiose hanno nel territorio italiano.

Nel documento si dà notizia anche di altri organismi istituiti per far fronte a specifiche finalità (beni confiscati alle mafie; gestione illecita dei rifiuti, usura etc). Qui di seguito è effettuata una disamina regione per regione

Abruzzo

Con la L.R. 12 novembre 2004, n. 40 è stato istituito il Comitato Scientifico regionale permanente per le politiche della Sicurezza e della Legalità. Esso è incardinato presso l’Assessorato agli Enti Locali, Direzione Riforme istituzionali, Controlli. Ai sensi dell’art. 6, n. 2 della suddetta legge, il Comitato è costituito «da cinque esperti nominati dalla Giunta regionale sulla base di una rappresentanza di tutte le realtà provinciali». L’art. 7, invece, ne disciplina le funzioni, che sono così sintetizzabili:

a) supporto tecnico-scientifico al Forum regionale per la Sicurezza Urbana, di cui all’art. 10 della stessa legge n. 40/2004;

b) promozione di attività di studio e ricerca documentaria sui temi della devianza, della dispersione scolastica, della criminalità, della droga e di tutti gli aspetti della patologia sociale;

c) analisi di problematiche specifiche relative alla sicurezza attraverso l’esame dei dati sui fenomeni criminosi elaborati e prodotti dall’Osservatorio regionale della Polizia Locale;

d) espressione di pareri alla Giunta regionale in merito al finanziamento di progetti relativi alla sicurezza.

La L.R. 12 giugno 2017, n. 36, integrando la sopracitata legge n. 40/2004, ha previsto l’istituzione presso il Consiglio regionale dell’Osservatorio regionale della Legalità. Tale organismo si compone di: cinque consiglieri regionali; un componente della Giunta regionale competente per materia; e, a seconda degli argomenti all’ordine del giorno, può essere integrato da uno o più rappresentanti di associazioni od organizzazioni operanti nel settore.

All’Osservatorio il compito di.

– promuovere progetti di formazione rivolti alla popolazione regionale e la diffusione di dati, studi e ricerche regionali, nazionali, europei ed internazionali svolti sul tema della legalità o su temi attinenti;

– monitorare il corretto svolgimento, da un punto di vista della legalità e di rispetto delle norme di riferimento, di ogni fase afferente i lavori di ricostruzione del patrimonio immobiliare danneggiato dagli eventi sismici a decorrere dal 2009.

Tra i compiti dell’Osservatorio, inoltre, vi è quello di presentare alla Giunta e al Consiglio regionale, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione dettagliata sui dati acquisiti, sull’attività svolta, sulle osservazioni proposte ed i progetti elaborati.

Con delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 39 del 28.03.2018, ai sensi dell’art. 10bis, comma 4, lettera a) della legge 40 del 2004, sono stati nominati i 5 membri dell’Osservatorio (3 di maggioranza e 2 di minoranza). La seduta di insediamento si è tenuta il giorno 15 maggio 2018 c/o la sede del Consiglio regionale.

Calabria

La L.R. 27 dicembre 2002, n. 50 istituisce la Commissione Consiliare contro la ‘ndrangheta. Essa è composta da un rappresentante per ogni gruppo esistente in seno al Consiglio regionale (art. 1).

Spetta alla Commissione, ai sensi dell’art. 3:

a) vigilare ed indagare sull’attività dell’Amministrazione regionale e degli Enti sottoposti al suo controllo, in ordine a possibili infiltrazioni e connivenze mafiose;

b) vigilare, per le medesime finalità, sulla regolarità delle procedure e sulla destinazione dei finanziamenti erogati dalla pubblica Amministrazione regionale e dagli Enti sottoposti al suo controllo, nonché sulle procedure di affidamento e sulla assegnazione di appalti;

c) verificare la piena attuazione da parte dell’Amministrazione regionale, degli Enti locali calabresi e di ogni altro Ente o Istituzione sottoposti alla vigilanza della Regione, di ogni legge o provvedimento dello Stato o della Regione concernente la lotta contro la mafia;

d) verificare la congruità della normativa vigente e della conseguente azione dei pubblici poteri nella Regione, formulando proposte di carattere legislativo, amministrativo ed organizzativo al fine di rendere più coordinata ed incisiva l’iniziativa di questi nella lotta contro ogni forma di criminalità organizzata;

e) formulare proposte in merito a possibili iniziative volte al formarsi e al diffondersi di una cultura antimafiosa nella società calabrese.

Per l’espletamento di detti compiti, ai sensi dell’art. 6 la Commissione può:

a) promuovere inchieste ed ispezioni;

b) disporre audizioni;

c) richiedere la presentazione di documenti ed atti;

d) sollecitare gli organi competenti in merito all’adozione di ogni provvedimento utile o necessario in relazione allo svolgimento delle indagini ed al relativo esito.

La Commissione relaziona annualmente all’Assemblea regionale sulla propria attività (art. 7).

Attraverso una sezione del sito web del Consiglio regionale, la Commissione contro la ‘ndrangheta rende pubblici e facilmente accessibili resoconti sommari delle sedute.

ALTRI ORGANI:

Consulta regionale per il monitoraggio del bullismo

Legge regionale n.9 del 26 aprile 2018 (art.2): Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza

FINALITA’ E COMPETENZE: La Regione istituisce, presso il dipartimento regionale competente, la Consulta regionale per la legalità e il monitoraggio del bullismo e del cyberbullismo, quale organo di consulenza della Commissione regionale speciale contro la ‘ndrangheta e della Giunta regionale, nei cui confronti svolge attività conoscitive, propositive e consultive nelle politiche regionali finalizzate alla prevenzione del crimine organizzato e mafioso e della corruzione.

Osservatorio indipendente sull’attuazione partecipata

Legge regionale n.9 del 26 aprile 2018 (art.3):

FINALITA’ E COMPETENZE: Al fine di valorizzare e monitorare l’attuazione coerente e coordinata delle iniziative di cui alla presente legge è istituito, presso il dipartimento regionale competente e senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale, l’Osservatorio indipendente sulla attuazione partecipata, disciplinato dal regolamento di cui all’articolo 58. Le funzioni dell’Osservatorio indipendente sono finalizzate alla valutazione partecipata, al controllo sociale e al confronto sullo stato della presenza della criminalità organizzata e mafiosa nel territorio regionale e sulle iniziative, pubbliche e private, tese a contrastarla. Inoltre, in collaborazione con la Consulta di cui all’articolo 2, elabora e propone azioni idonee a rafforzare gli interventi di prevenzione e contrasto, con particolare riferimento alle misure per la trasparenza e legalità nell’azione amministrativa individuate dalla normativa nazionale e internazionale e dalle linee guida vigenti.

Osservatorio regionale dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture

Legge regionale n.9 del 26 aprile 2018 (art.21):

FINALITA’ E COMPETENZA: Presso l’Autorità Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria, istituita con la legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26, si colloca l’Osservatorio dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. L’Osservatorio, anche in qualità di Sezione Regionale dell’Osservatorio Nazionale istituito presso l’ANAC, svolge le attività ad essa demandate ai sensi dell’articolo 213, comma 9, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici) e promuove la massima trasparenza nelle procedure di gara, la pubblicità dei procedimenti di affidamento, la qualità delle procedure di appalto e la qualificazione degli operatori economici pubblici e privati.

Campania

In Campania opera una Commissione consiliare speciale di inchiesta anticamorra e beni confiscati.

Istituita la prima volta con deliberazione n. 11/3 del 20 settembre 2000, viene rinnovata ad ogni legislatura (l’ultima proroga è del 18 febbraio 2015) ed è attualmente composta da 16 consiglieri.

Ad essa, tra gli altri, i compiti di:

a) vigilare ed indagare sulle attività dell’amministrazione regionale e degli enti sottoposti al suo controllo, in ordine a possibili infiltrazioni e connivenze della criminalità organizzata;

b) vigilare, per le medesime finalità, sulla regolarità delle procedure e sulla destinazione dei finanziamenti erogati dalla pubblica amministrazione regionale e dagli enti sottoposti al suo controllo, nonché sulle procedure di affidamento e sull’assegnazione di appalti;

c) formulare proposte in merito a possibili iniziative volte al formarsi e al diffondersi di una cultura della legalità.

La Commissione ha una sezione del sito web del Consiglio regionale.

Nell’ambito di una serie di provvedimenti a favore delle scuole campane, promossi con la L.R. 6 maggio 1985, n. 39, per contribuire allo sviluppo di una coscienza civile contro la criminalità camorristica, è stato istituito il Centro di documentazione contro la camorra, presso la Presidenza della Giunta regionale. Esso ha lo scopo di fornire a tutte le scuole e università della Campania materiale didattico, bibliografie, rassegne stampa tematiche, mostre fotografiche, film e documenti sul fenomeno camorristico e mafioso. Coordinato dal Presidente della Giunta regionale, il Centro si avvale della collaborazione di alcune associazioni del settore.

Con la legge n. 7 del 16 aprile 2012 è stato istituito presso la Giunta l’Osservatorio regionale sui beni confiscati.

Si segnala che nel 2010 il Consiglio regionale aveva istituito una commissione speciale sulla gestione illecita dei rifiuti ed i beni confiscati. Attualmente risulta costituita una commissione speciale su terra dei fuochi, bonifiche, ecomafie (vedi sito web)

Presso la Regione opera anche la Fondazione Polis con specifico riferimento al riutilizzo dei beni confiscati e alle vittime innocenti della criminalità.

Emilia Romagna

La L.R. 28 ottobre 2016, n. 18 (testo unico per la legalità) ha confermato l’istituzione della Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile “quale organo di consulenza e proposta alla giunta regionale, nei cui confronti svolge attività conoscitive, propositive e consultive nelle politiche regionali finalizzate alla prevenzione del crimine organizzato e mafioso e della corruzione, nonché alla promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, favorendone il coordinamento complessivo” (art. 4, comma 1).

Tale organismo è presieduto dal Presidente della Giunta regionale ed è composto “dall’assessore regionale competente per materia, dal Presidente dell’Assemblea legislativa e dai capigruppo dei gruppi assembleari, dai rappresentanti istituzionali e delle associazioni degli enti locali, da esperti di qualificata e comprovata esperienza negli ambiti professionali, accademici o di volontariato attinenti all’educazione alla legalità e alla cittadinanza responsabile nonché al contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e alla corruzione. Ai lavori della Consulta partecipano, in qualità di invitati permanenti, i rappresentanti delle organizzazioni dei datori di lavoro e quelli delle organizzazioni sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello regionale; possono altresì essere invitati rappresentanti delle amministrazioni statali competenti nelle materie della giustizia e del contrasto alla criminalità nonché ulteriori esperti e rappresentanti istituzionali o di altri organismi di volta in volta individuati sulla base delle questioni trattate” (art. 4, comma 2) (vedi da ultimo delibera 418 del 2017).

In base alla legge (art. 3) la Giunta svolge le funzioni di Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso nonché ai fatti corruttivi, redigendo anche un rapporto periodico.

Finalità e competenze: monitoraggio dell’attuazione coerente e coordinata delle iniziative, dei fattori di rischio d’infiltrazioni mafiose negli enti locali, della regolarità di appalti e condizioni di lavoro. Mappatura beni confiscati in collaborazione con l’Università di Bologna. Stesura manuale formativo per gli enti locali, in collaborazione con l’Università di Bologna. Stesura rapporto periodico con cadenza almeno triennale sulla situazione del crimine organizzato e mafioso e sui fenomeni corruttivi in Emilia-Romagna. Analisi delle principali cause dei fenomeni d’infiltrazioni malavitose, del lavoro irregolare, dell’usura e della corruzione, dell’estorsione, del riciclaggio. Organizzazione seminari tematici e iniziative di carattere culturale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso e ai fenomeni di corruzione.

La stessa legge prevede anche la costituzione di un Centro di documentazione, aperto alla fruizione dei cittadini, sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso (art. 6), un Osservatorio regionale dei contratti di lavoro, servizi e forniture (art. 24) e una Consulta regionale del settore edile e delle costruzioni (art. 29).

L’Osservatorio regionale dei contratti di lavoro, servizi e forniture ha come finalità la fornitura di assistenza tecnica alle Stazioni Appaltanti, enti e soggetti aggiudicatori del territorio, per la predisposizione di bandi, promozione del monitoraggio delle procedure di gara, della qualità delle procedure di scelta del contraente e della qualificazione degli operatori economici. Fornisce l’elenco regionale dei prezzi delle opere pubbliche.

Friuli Venezia Giulia

Con la L.R. 9 giugno 2017, n. 21 anche il Friuli-Venezia Giulia si dota di un Osservatorio regionale antimafia. Esso è composto da cinque componenti, nominati dal Consiglio regionale, di riconosciuta onorabilità e per i quali non sussistano le cause di divieto, decadenza o sospensione di cui all’art. 67 del decreto legislativo 159/2011 (art. 3, comma 1).

L’Osservatorio opera in campo istituzionale, economico, sociale e culturale. In particolare, svolge le seguenti funzioni:

  • è incaricato di raccogliere dati e informazioni utili da condividere con le altre Regioni, Province autonome e Comuni in sede di conferenza unificata, nonché di mantenere un rapporto di costante consultazione con le associazioni di cui all’art. 7;
  • verifica l’attuazione a livello regionale della normativa statale e degli indirizzi del Parlamento, con riferimento al fenomeno mafioso e alle altre principali organizzazioni criminali;
  • assicura la valorizzazione e il costante monitoraggio dell’attuazione coerente e coordinata delle iniziative di cui alla legge istitutiva e ne rappresenta il punto di riferimento nei confronti dei cittadini, delle associazioni e delle istituzioni;
  • raccoglie tutte le informazioni e i dati utili ai fini della valutazione della trasparenza, della legalità, prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata nel processo degli appalti, dalla genesi alla conclusione dei lavori;
  • collabora con il Consiglio regionale per l’individuazione e diffusione di linee guida, buone pratiche e modalità finalizzate a semplificare, migliorare e rendere trasparenti le attività della CUC regionale e delle stazioni appaltanti, con l’obiettivo di prevenire e contrastare il fenomeno della criminalità organizzata;
  • formula, nelle materie di propria competenza, anche di propria iniziativa, osservazioni e pareri su progetti di legge;
  • sollecita l’intervento legislativo nelle materie di propria competenza laddove ne ravveda la necessità ed opportunità.
Lazio

L’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza nasce con la L.R. 5 luglio 2001, n. 15 quale organismo di supporto per le attività della Regione in relazione alle funzioni di programmazione e valutazione degli interventi regionali per la sicurezza, la legalità e la lotta alla corruzione, e quale organismo di concertazione sugli aspetti tecnici delle politiche regionali negli stessi ambiti, tra le istituzioni e le parti sociali rappresentative delle categorie di settore (art. 8, comma 1).

L’Osservatorio, in particolare ed ai sensi dell’art. 8, comma 4, ha il compito di:

a) predisporre, con cadenza annuale, una mappa del territorio regionale che individui le zone maggiormente esposte a fenomeni di criminalità ed evidenzi in maniera analitica le singole fattispecie criminose;

b) elaborare uno studio annuale dei dati e delle tendenze relative alle diverse fattispecie criminose;

c) monitorare la validità e l’incidenza degli interventi finanziati dalla presente legge.

La composizione di tale organismo è disciplinata dall’art. 8, comma 2. Esso annovera tra i propri componenti:

a) tre membri scelti dal Presidente della Giunta regionale tra soggetti di comprovata competenza professionale e scientifica nel campo sociale, della sicurezza e della prevenzione del crimine;

b) un membro designato dall’ufficio scolastico regionale per il Lazio;

c) sette rappresentanti di Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Prefetto, polizie locali del Lazio, sicurezza penitenziaria, Centro operativo di Roma della DIA;

d) tre rappresentanti delle associazioni che si occupano di legalità, del mondo dell’impresa e delle organizzazioni sindacali.

L’Osservatorio è dotato di un proprio sito web, dal quale possono anche consultarsi i rapporti annuali da questo prodotti e altra documentazione.

La I Commissione – Affari costituzionali e statutari, affari istituzionali, partecipazione, risorse umane, enti locali, sicurezza, lotta alla criminalità, antimafia della Regione Lazio, ha inglobato la commissione sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata istituita con L.R. 12/2015 e ha il compito di:

a) analizzare il livello di diffusione, penetrazione e consistenza della criminalità organizzata nel territorio regionale, anche con riferimento ai singoli comuni;

b) monitorare le possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nell’attività dell’amministrazione regionale e degli enti partecipati o sottoposti al suo controllo;

c) studiare e approfondire la normativa vigente, formulando proposte di carattere legislativo, amministrativo ed organizzativo al fine di rendere la stessa più efficace nella lotta contro la criminalità organizzata;

d) elaborare proposte tese a promuovere la cultura della legalità nel territorio regionale;

e) monitorare le attività delle associazioni che effettuano sul territorio azioni di prevenzione dei fenomeni legati alla criminalità organizzata e che promuovono la cultura della legalità.

f) effettuare audizioni di rappresentanti di enti locali, di amministratori, di organizzazioni imprenditoriali, di associazioni nonché, previa intesa con gli stessi, di prefetti, questori, forze dell’ordine e altri organi appartenenti all’apparato statale.

Liguria

La L.R. 5 marzo 2012, n. 7 ha istituito l’Osservatorio indipendente per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza. I cinque membri che lo compongono sono nominati dal Consiglio regionale tra quelle personalità di riconosciuta esperienza nel campo del contrasto al crimine organizzato e della promozione di legalità e trasparenza (art. 14, comma 5). I compiti dell’Osservatorio sono stati assegnati mediante la stipula di una convenzione, all’Università di Genova.

La legge (art.15) ha istituito anche il Tavolo della legalità per la Liguria (funzione di condivisione e confronto tra esponenti della società ligure sui temi del contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa, promozione della cultura della legalità).

Lombardia

La Commissione speciale antimafia del Consiglio regionale della Lombardia, istituita per la prima volta nel 2013, svolge attività di studio e valutazione dei possibili interventi normativi per prevenire e contrastare fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto lombardo, con particolare riferimento agli appalti per EXPO 2015, con compiti di ricerca e approfondimento finalizzati a:

a) analizzare le modalità di difesa del sistema degli appalti e delle opere pubbliche dai condizionamenti della criminalità organizzata di stampo mafioso, le forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, di investimento e riciclaggio dei proventi derivanti dalle attività delle organizzazioni criminali;

b) verificare l’impatto negativo, sotto i profili economico e sociale, delle attività delle associazioni mafiose o similari sul sistema produttivo, con particolare riferimento all’alterazione dei principi di libertà dell’iniziativa privata, di libera concorrenza nel mercato, di libertà di accesso al sistema creditizio e finanziario e di trasparenza della spesa pubblica regionale finalizzata allo sviluppo e alla crescita del sistema delle imprese;

c) verificare l’adeguatezza delle iniziative di prevenzione e di contrasto dei fenomeni criminali, nonché di controllo del territorio, attuata attraverso procedure e atti amministrativi in carico ai diversi enti territoriali;

d) monitorare i tentativi di condizionamento e di infiltrazione mafiosa negli enti locali e proporre misure idonee a prevenire e a contrastare tali fenomeni;

e) proporre ogni altra iniziativa e attività ritenute utili a contrastare la diffusione di una sottocultura criminale.

“Ai fini di vigilare sulla trasparenza degli appalti e sulla fase esecutiva del contratto, anche per prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata, con particolare riferimento alle attività di competenza degli enti del sistema regionale, connesse a iniziative di carattere nazionale e internazionale quali EXPO 2015, compreso il dopo EXPO2015, è istituito, presso la Giunta regionale, il Comitato regionale per la legalità e la trasparenza dei contratti pubblici […]». Così recita l’art. 13 della L.R. 24 giugno 2015, n. 17.

Il Comitato è nominato all’inizio di ogni legislatura entro centottanta giorni dalla prima seduta del Consiglio regionale (art. 13, comma 3) ed è formato da sei componenti: quattro nominati dalla Giunta regionale, due dal Consiglio regionale (art. 13, comma 2). Ai sensi dell’art. 13, comma 5, esso ha principalmente il compito di:

a) raccogliere tutte le informazioni e i dati utili per vigilare sulla trasparenza degli appalti e sulla fase esecutiva del contratto, sulla legalità, prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata nell’intero iter procedimentale dei contratti pubblici della Regione e degli enti del sistema regionale;

b) assicurare il necessario supporto informativo alla Regione e agli enti del sistema regionale segnalando eventuali problematiche e criticità, promuovendo, inoltre, forme di comunicazione diretta con la cittadinanza;

c) relazionare semestralmente, entro il 30 giugno e il 31 dicembre di ogni anno, circa la propria attività, al Consiglio regionale e alla Giunta regionale;

d) collaborare con il Consiglio regionale e la Giunta regionale per l’individuazione e la diffusione di linee guida, buone pratiche e modalità finalizzate a semplificare, migliorare e rendere trasparenti le attività della stazione unica appaltante regionale e degli operatori del settore, con l’obiettivo ultimo di prevenire e contrastare il fenomeno dell’organizzazione criminale.

Il Comitato ha una sezione del sito web della Regione Lombardia. 

La stessa legge n. 17/2015, inoltre, ha istituito, presso il Consiglio regionale, un Comitato tecnico-scientifico per la legalità e il contrasto alle mafie, i cui sette componenti devono essere soggetti di riconosciuta esperienza nel campo del contrasto dei fenomeni di stampo mafioso e della criminalità organizzata sul territorio lombardo, nonché della promozione della legalità e della trasparenza e assicurare indipendenza di giudizio e azione rispetto alla pubblica amministrazione e alle organizzazioni politiche (art. 14, comma 2).

Tale organismo ha una funzione consultiva in materia di contrasto e di prevenzione dei fenomeni di criminalità organizzata e di stampo mafioso, nonché di promozione della cultura della legalità, a supporto della commissione consiliare competente, nonché degli altri organismi consiliari (art. 14, comma 4). Esso viene rinnovato all’inizio di ogni legislatura (comma 5) ed è tenuto a redigere una relazione annuale sull’attività svolta da inviare al Presidente della Regione e al Presidente del Consiglio regionale (comma 6).

Marche

La L.R. 7 luglio 2014, n. 16 ha istituito presso la presidenza della Giunta regionale il Comitato per le politiche integrate della legalità. Ai sensi dell’art. 10, comma 2, esso è composto da rappresentanti delle Università marchigiane, degli ordini degli avvocati, degli assistenti sociali e degli psicologi, del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (CREL), della Consulta regionale sull’immigrazione, dell’ordine, dell’Assemblea regionale del volontariato, del forum marchigiano del terzo settore.

Tale organismo è chiamato dall’art. 11 a svolgere funzioni consultive e propositive. In particolare il Comitato:

a) effettua l’analisi della realtà regionale mediante ricerca, acquisizione, conservazione di dati attinenti il settore della legalità;

b) formula proposte in merito al programma regionale per le politiche integrate per la promozione della cultura della legalità;

c) collabora alla redazione della relazione sullo stato di attuazione e sugli effetti della legge in oggetto, che la Giunta regionale è tenuta a presentare, a cadenza biennale, all’Assemblea legislativa.

Con la L.R. 7 agosto 2017, n. 27, la Regione Marche ha istituito la Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile quale organo di consulenza e proposta alla Giunta regionale, nei cui confronti svolge attività conoscitive, propositive e consultive nelle politiche regionali finalizzate alla promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.

Ai sensi dell’art. 3, comma 3, la Consulta è presieduta dal Presidente della Giunta regionale ed è composta dal Presidente del Consiglio, da due consiglieri (uno di maggioranza e uno di minoranza), dal Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, dal presidente del CORECOM, da rappresentanti della Consulta regionale per la famiglia, delle province (designato da ANCI e UPI), del CREL e da cinque esperti di qualificata e comprovata esperienza negli ambiti professionali, accademici e delle associazioni di volontariato, attinenti all’educazione alla legalità e alla cittadinanza responsabile.

Tale organismo esercita anche funzioni di Osservatorio ed in particolare, come previsto dall’art. 3, comma 2, tra gli altri compiti:

a) effettua l’analisi della realtà regionale mediante ricerca, acquisizione, conservazione di dati attinenti il settore della legalità;

b) formula proposte in merito al programma regionale per le politiche integrate per la promozione della legalità;

c) collabora alla redazione della relazione che la Giunta regionale è tenuta a presentare, a cadenza biennale, al Consiglio-Assemblea legislativa sullo stato di attuazione e sugli effetti della legge in oggetto;

d) predispone un rapporto periodico, con cadenza almeno biennale, sulla situazione del crimine organizzato e mafioso e sui fenomeni corruttivi nelle Marche.

Molise

Con la legge regionale 10 dicembre 2018, n. 9, viene istituita una Commissione consiliare speciale, a carattere temporaneo, sullo studio del fenomeno della criminalità organizzata in Molise.

La Commissione è costituita da cinque consiglieri regionali, di cui tre indicati dai gruppi di maggioranza e due indicati dai gruppi di minoranza. La Commissione ha come finalità quelle dell’approfondimento della conoscenza del fenomeno mafioso, di quello corruttivo e criminale e dell’adozione di iniziative che ne stimolino la riprovazione sociale e rafforzino la cultura della legalità con il rifiuto di ogni attività malavitosa. A tali fini la Commissione ha compiti di analisi delle azioni della criminalità organizzata, specie quelle connesse, in tema ambientale, alla gestione dei rifiuti, alle cosiddette ecomafie e agromafie e alle attività criminali di usura, riciclaggio, corruzione in appalti pubblici e privati e di voto di scambio.

Nelle stesse materie e per le stesse finalità, la Commissione verifica in ambito regionale la congruità della normativa vigente e la sua idoneità a prevenire e reprimere comportamenti illeciti e formula proposte di carattere legislativo e amministrativo, mirate anche a realizzare un effettivo coordinamento delle iniziative della Regione e degli enti locali. Con cadenza annuale la Commissione, con apposita relazione, riferisce al Consiglio regionale sulla propria attività, e comunque in tutti i casi in cui lo ritenga necessario. Al termine del proprio mandato la Commissione elabora un rapporto conclusivo contenente raccomandazioni, suggerimenti e proposte da consegnare al Consiglio e alla Giunta regionali.

Piemonte

 Con la DCR 26 maggio 2015, n. 76 – 19495 è stata nuovamente istituita una Commissione speciale con compiti di indagine conoscitiva per la promozione della cultura della legalità ed il contrasto dei fenomeni mafiosi. Sono individuate quali finalità di questo organismo:

a) il monitoraggio e la vigilanza sul fenomeno della corruzione e delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’attività pubblica e sul rispetto delle procedure di assegnazione degli appalti pubblici;

b) la promozione di interventi normativi ed amministrativi per il contrasto del fenomeno criminoso; c) la promozione della cultura della legalità.

L’art. 5 quater della L.R. 18 giugno 2007, n. 14, come modificato dalla L.R. 19 giugno 2017, n. 8 ha istituito presso il Consiglio regionale l’Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata di stampo mafioso e per la promozione della cultura della legalità. Esso “opera quale organismo consultivo del Consiglio regionale con funzioni di iniziativa e di coordinamento nell’ambito delle politiche di sensibilizzazione ed educazione civica sui temi connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso e alla promozione della cultura della legalità” (art. 10, comma 2). Presso detto Osservatorio è istituito “un centro di documentazione, aperto alla fruizione dei cittadini, sui fenomeni connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, con specifico riguardo al territorio regionale, al fine di favorire iniziative di carattere culturale, per la raccolta di materiali per la diffusione di conoscenze in materia” (art. 10, comma 8).

La stessa legge n. 8/2017 ha istituito, sempre presso il Consiglio regionale, l’Osservatorio regionale sui fenomeni di usura, estorsione e sovraindebitamento. Tale organismo “è la sede per il confronto con le associazioni, le fondazioni, le cooperative e le organizzazioni di volontariato, regolarmente costituite che operano nel settore ed esercita una funzione di impulso per le politiche che la Regione intende attuare per prevenire e contrastare i fenomeni dell’usura, dell’estorsione e del sovraindebitamento» (art. 9, comma 2). A presiedere l’Osservatorio è il Presidente del Consiglio regionale (art. 9, comma 4); a comporlo sono i rappresentanti della Giunta regionale, delle associazioni, delle fondazioni e di altri enti che operano, sul territorio regionale, nell’ambito della prevenzione e del contrasto dei suddetti fenomeni nonché da rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale e da altri esperti in materia (art. 9, comma 5).

Puglia

La L.R. 26 ottobre 2016, n. 29 ha istituito la Commissione regionale di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia “con compiti di promozione della cultura della legalità, nonché con finalità conoscitive del fenomeno della criminalità organizzata di tipo mafioso nel territorio regionale, dei sui diversi profili di interesse, tra i quali quello dell’ambiente, delle possibili infiltrazioni negli enti locali e dei conseguenti riflessi sulle procedure degli appalti pubblici” … Eguali compiti ha la Commissione con riferimento al fenomeno corruttivo, specie quello connesso agli appalti e finanziamenti pubblici, in stretta collaborazione con il Responsabile anticorruzione della Regione Puglia e in collegamento con l’Autorità nazionale anticorruzione» (art. 1 e art. 3, comma 3). Nelle stesse materie e per le stesse finalità “la Commissione verifica in ambito regionale la congruità della normativa vigente e la sua idoneità a prevenire e reprimere comportamenti illeciti e formula proposte di carattere legislativo e amministrativo, mirate anche a realizzare un effettivo coordinamento delle iniziative della Regione e degli enti locali” (art. 4, comma 1). Tale organismo è tenuto a riferire, con cadenza annuale, al Consiglio regionale sulla propria attività e comunque in tutti i casi in cui lo ritenga necessario (art. 4, comma 3).

Con la L.R. 16 aprile 2015, n. 25, è stata istituita la Consulta regionale antiusura e antiestorsione, presieduta dall’Assessore allo sviluppo economico e composta dai rappresentanti delle associazioni economiche e dei consumatori (art. 7, comma 1): essa fornisce orientamenti per l’attività normativa e amministrativa in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni dell’usura e dell’estorsione (art. 7, comma 3).

Sicilia

La L.R. 14 gennaio 1991, n. 4 istituisce in seno all’Assemblea regionale siciliana la Commissione parlamentare di inchiesta e vigilanza sul fenomeno della mafia in Sicilia. Essa è composta da quindici membri e, ai sensi dell’art. 3, i suoi compiti principali sono:

a) vigilare e indagare sulle attività dell’amministrazione regionale e degli enti sottoposti al suo controllo in ordine a possibili infiltrazioni e connivenze mafiose e con altre associazioni criminali similari;
b) vigilare, nell’ambito delle attività della Regione e degli enti del sistema regionale sui fenomeni della corruzione, della concussione e su quelli riconducibili a fattispecie di reato contro la Pubblica Amministrazione, al fine di approfondirne la conoscenza e di promuovere iniziative di prevenzione;
c) vigilare per le medesime finalità sulla regolarità delle procedure e sulla destinazione dei finanziamenti erogati dalla pubblica amministrazione regionale e dagli enti sottoposti al suo controllo nonché sulle procedure di affidamento e sulla assegnazione degli appalti; verificare la piena attuazione da parte dell’amministrazione regionale, degli enti locali siciliani e di ogni altro ente o istituzione sottoposti alla vigilanza della Regione, della legge 13 settembre 1982, n. 646 e successive modifiche ed integrazioni nonché di ogni altra legge o provvedimento dello Stato o della Regione, concernente la lotta contro la mafia con riferimento a tutte le disposizioni che riguardano l’attività degli enti sopra menzionati;
d) contribuire ad assicurare la piena ed efficace adozione delle misure di prevenzione della corruzione previste dal Piano nazionale anti corruzione approvato dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC), secondo direttive e disposizioni attuative definite dall’ANAC stessa; contribuire a rafforzare il controllo sull’effettiva applicazione e sull’efficacia delle misure adottate dalla Regione e dagli enti del sistema regionale per prevenire e contrastare la corruzione e l’illegalità e sul rispetto delle regole sulla trasparenza dell’attività amministrativa;
e) analizzare, a livello regionale, le cause e i fattori dei comportamenti corruttivi e illegali e individuare gli interventi che ne garantiscano la prevenzione e il contrasto; esprimere pareri, ai soggetti istituzionali che ne fanno richiesta, in materia di eventuali violazioni accertate dei funzionari pubblici della legge e dei codici di comportamento ed operare, in raccordo con le strutture competenti della Regione e degli enti del sistema regionale, nella definizione, nella implementazione e nell’aggiornamento dei codici stessi, nel monitoraggio della loro effettiva adozione e nella verifica della relativa osservanza;
f) verificare la congruità della normativa vigente e della conseguente azione dei pubblici poteri nella Regione, formulando proposte di carattere legislativo, amministrativo ed organizzativo, al fine di rendere più coordinata ed incisiva l’iniziativa della Regione e degli enti da questa vigilati nonché degli enti locali siciliani nella lotta contro lo mafia e le altre forme di criminalità organizzata;
g) indagare sul rapporto tra mafia e politica, sia riguardo alla sua articolazione nel territorio e negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive, sia riguardo alle sue manifestazioni che, nei successivi momenti storici, hanno determinato delitti e stragi di carattere politico-mafioso;
h) svolgere il monitoraggio sui tentativi di condizionamento e di infiltrazione mafiosa negli enti locali e proporre misure idonee a prevenire ed a contrastare tali fenomeni, verificando l’efficacia delle disposizioni vigenti in materia, anche con riguardo alla normativa concernente lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali e la rimozione degli amministratori locali;
i) promuovere e realizzare, anche in coordinamento con la “Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere” e con esponenti della società civile, ogni altra iniziativa volta alla formazione ed alla diffusione di una cultura di contrasto e di superamento di fenomeni mafiosi, di massoneria deviata, di corruzione e di collusione politico-mafiosa in Sicilia;
l) vigilare sui procedimenti disciplinari incoati dalle amministrazioni locali concernenti materie relative ad incolpazioni per ipotizzate corruzioni, concussioni e reati contro la pubblica amministrazione.

La Commissione relaziona ogni anno all’Assemblea regionale siciliana sulla propria attività (art. 7, comma 1).

Nell’ambito delle iniziative previste per la sicurezza e la legalità, l’art. 49 della L.R. 3 maggio 2001, n. 6 ha istituito l’Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata, quale strumento di garanzia e di trasparenza nella gestione di fondi regionali, statali e comunitari. Esso è organo di consulenza della Presidenza della Regione e degli enti locali territoriali anche per la gestione dei fondi strutturali comunitari relativi ai cofinanziamenti in Sicilia; contribuisce, altresì, ad incrementare lo studio dei problemi concernenti il fenomeno della criminalità organizzata, nei suoi aspetti regionali, nazionali ed internazionali (comma 1). Il Consiglio di Presidenza dell’Osservatorio è costituito (comma 2) dal Presidente dell’Istituto di scienze criminali di Siracusa, da quattro membri scelti tra i componenti del consiglio di amministrazione dell’Istituto superiore di scienze criminali di Siracusa, dal responsabile delle relazioni esterne dell’Istituto, da altri due membri di nomina, rispettivamente, del Presidente dell’Assemblea regionale siciliana e del Presidente della Regione siciliana. Tale organismo è tenuto a produrre un rapporto riepilogativo delle attività svolte nel corso dell’anno (comma 6).

Toscana

Con la L.R. 27 ottobre 1994, n. 78, successivamente modificata dalla L.R. 10 marzo 1999, n. 11, è stato istituito il Centro di documentazione “Cultura della Legalità Democratica” (CCLD). Esso ha sede presso la Giunta regionale e costituisce strumento di raccolta e di diffusione ai cittadini e alle istituzioni di ogni documentazione utile al perseguimento delle finalità della legge in oggetto (art. 5, comma 2). Il Centro è tenuto ad elaborare un rapporto annuale di analisi e rilevazione sui fenomeni corruttivi e di infiltrazione criminale (art. 5, comma 2 bis).

Tale organismo ha una sezione del sito web della Regione Toscana, dalla quale è possibile consultare numerose pubblicazioni.

Il CCLD, in occasione della XVIII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie (Firenze, 16 marzo 2013), ha dato vita all’Osservatorio sui beni confiscati alla criminalità organizzata in Toscana (OBCT). Esso è finalizzato alla pubblicazione di tutta la documentazione disponibile sui beni confiscati alla criminalità organizzata presenti nella regione, con il proposito di facilitare le attività di studio, prevenzione e il riutilizzo sociale dei beni.

Umbria

 Con la delibera n. 176 del 9 ottobre 2012, il Consiglio regionale dell’Umbria ha convenuto di unificare in un’unica Commissione d’inchiesta, a decorrere dal 1° gennaio 2013, la Commissione d’inchiesta su Infiltrazioni mafiose in Umbria, metodologie di controllo, prevenzione e lotta alla criminalità organizzata, istituita con delibera del Consiglio regionale n. 17 del 14 settembre 2010, e la Commissione d’inchiesta su “Tossicodipendenze, mortalità per overdose e fenomeni correlati”,  istituita con delibera del Consiglio regionale n. 46 del 22 febbraio 2011. Il risultato di tale accorpamento è la Commissione analisi dei fenomeni di criminalità organizzata e tossicodipendenze. Essa è composta da cinque consiglieri e le sono attribuiti tre obiettivi principali: – appurare la presenza ed il livello di infiltrazione delle organizzazioni mafiose nel territorio regionale umbro;

– individuare le iniziative legislative di competenza regionale utili al contrasto delle organizzazioni mafiose;

– valutare l’efficacia, la qualità e l’appropriatezza delle azioni adottate per prevenire e contrastare il traffico delle sostanze stupefacenti, il loro consumo e la mortalità ad esse connessa.

La Commissione d’inchiesta su criminalità organizzata e tossicodipendenze ha una sezione del sito web del Consiglio regionale.

La L.R. 14 ottobre 2008, n. 13 ha istituito il Comitato tecnico-scientifico per la sicurezza e la vivibilità. Esso è nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale ed è composto da tre membri «scelti tra personalità con specifiche competenze professionali e qualificata preparazione ed esperienza nel campo delle politiche integrate di sicurezza e di prevenzione dell’illegalità» (art. 11, comma 2). I principali compiti attribuiti al Comitato ai sensi dell’art. 11, comma 3, sono:

a) predisporre una banca dati finalizzata alla rilevazione e diffusione della consistenza dei fenomeni che generano insicurezza;

b) fornire alla Giunta regionale, al Consiglio regionale e al sistema delle autonomie locali supporto informativo ed approfondimenti relativi ai dati ed alle tendenze sullo stato della sicurezza;

c) presentare alla Giunta regionale un Rapporto annuale sullo stato della sicurezza in Umbria.

Con la L.R. 19 ottobre 2012, n. 16 si è inoltre attribuito a tale organismo il compito di monitorare il fenomeno del crimine organizzato e mafioso, con particolare riferimento al settore degli appalti e dell’economia; elaborare e proporre azioni idonee a rafforzare gli interventi di prevenzione e contrasto dello stesso nonché volte all’aggiornamento degli strumenti normativi e tecnici di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata, tenendo conto delle migliori pratiche applicate nelle regioni tradizionalmente infiltrate (art. 6, comma 2).

La L.R. 30 novembre 2016, n. 15, integrando la suddetta legge n. 16/2012, consente l’istituzione presso l’Assemblea legislativa dell’Umbria di un Osservatorio sulla criminalità organizzata e l’illegalità, quale strumento per lo studio dei fenomeni correlati al crimine organizzato e mafioso, per la raccolta dei dati a disposizione e delle informazioni da cui emerga il progredire della presenza o delle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose, per la promozione della condivisione e della collaborazione con e tra i soggetti pubblici e privati interessati al tema della legalità e per la conseguente definizione di azione e politiche di intervento (art. 6 bis, comma 1). Ai sensi dell’art. 6 bis, comma 3, tale organismo è composto dal Presidente e Vicepresidente della Commissione d’inchiesta o speciale che lo istituisce, un rappresentante delegato da Anci Umbria, sette esperti nelle tematiche attinenti al tema della legalità designati congiuntamente da una serie di associazioni antimafia operanti in Umbria, un rappresentante designato congiuntamente dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative a livello regionale, tre rappresentanti designati congiuntamente dalle organizzazioni delle imprese e delle cooperative maggiormente rappresentative a livello regionale, un rappresentante designato dalla Commissione regionale dell’Associazione bancaria italiana (ABI) Umbria.

Valle d'Aosta

Con la delibera n. 2201 del 25 gennaio 2012 il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha approvato all’unanimità l’istituzione di una Commissione consiliare speciale per l’esame del fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Valle d’Aosta. Ad essa è stato affidato l’incarico di:

a) individuare i settori maggiormente esposti al rischio di penetrazione mafiosa;

b) stabilire opportuni raccordi operativi con analoghi organismi già esistenti presso il Parlamento italiano, in altre Regioni e nell’ambito di enti locali;

c) studiare e proporre pratiche amministrative ed interventi normativi che rafforzino significativamente il presidio nei confronti di tali fenomeni malavitosi.

La Commissione ha concluso i propri lavori l’11 dicembre 2012, trasmettendo al Consiglio regionale una relazione conclusiva che è stata esaminata nell’adunanza consiliare del 9 gennaio 2013.

Tale organismo ha una sezione del sito web del Consiglio regionale, dalla quale è possibile scaricare la documentazione acquisita dalla Commissione nel corso dei propri lavori, le due relazioni presentate al Consiglio regionale e i verbali delle sedute.

Il 14 gennaio 2016 sono state approvate due modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale: la prima, volta ad includere tra le competenze della I Commissione quella in materia di politiche per la legalità e la sicurezza, e la seconda, finalizzata ad assegnare alla stessa Commissione le funzioni di Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata in Valle d’Aosta. Tali funzioni trovano pratica attuazione in un programma di audizioni di soggetti, considerati strategici per consentire il monitoraggio della situazione socio-economica della Valle d’Aosta, e nella presentazione di una relazione annuale al Consiglio regionale sull’attività svolta.

Veneto

La L.R. 28 dicembre 2012, n. 48 ha istituito l’Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza. L’art. 15, comma 2 attribuisce ad esso lo svolgimento delle seguenti attività:

a) raccolta ed analisi di documentazione sulla presenza delle tipologie di criminalità organizzata e mafiosa italiana e internazionale nel territorio regionale, sulle sue infiltrazioni nei diversi settori delle attività economico-produttive, fra i quali il settore della gestione dei rifiuti e della bonifica dei siti contaminati, e sulle iniziative pubbliche e private intraprese per contrastarla;

b) elaborazione e proposta al Consiglio regionale di azioni idonee a rafforzare gli interventi di prevenzione e contrasto, con particolare attenzione alle misure per la trasparenza nell’azione amministrativa.

L’Osservatorio predispone annualmente una relazione sulla propria attività, sottoposta ad approvazione del Consiglio regionale e trasmessa alla Giunta regionale. L’Osservatorio è composto da cinque personalità di riconosciuta esperienza nel campo del contrasto al crimine organizzato e della promozione di legalità e trasparenza, che rivestono l’incarico a titolo onorifico e assicurano indipendenza di giudizio e azione rispetto alla pubblica amministrazione e alle organizzazioni politiche, sindacali e di categoria. I componenti dell’Osservatorio durano in carica per l’intera legislatura.

VI Commissione consiliare

Con modifica del regolamento, a partire del 1° agosto 2018, il Consiglio ne ha integrato le materie di competenza: politiche per l’istruzione, la formazione ed il lavoro, politiche per la ricerca; politiche per la cultura, la promozione della legalità, il turismo e lo sport.

Osservatorio sulla contraffazione in Veneto (art. 8 bis l.r. 27/2009)

L’Osservatorio ha lo scopo di monitorare il fenomeno della contraffazione in Veneto e definire nuove e più incisive iniziative per il contrasto del fenomeno del commercio delle merci contraffatte. Presta particolare attenzione al ruolo e alla tutela del consumatore, svolgendo un’attività di analisi del fenomeno della contraffazione, con l’intenzione di far emergere le problematiche connesse a settori di particolare rilievo economico e sociale a livello locale. Ha anche lo scopo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sui possibili danni e pericoli derivanti al consumatore e alle imprese dall’acquisto di merci contraffatte.

L’Osservatorio opera all’interno della competente struttura regionale afferente alla tutela del consumatore e svolge le attività danche attraverso apposite convenzioni e accordi con le Prefetture, la Polizia di Stato, l’Arma dei carabinieri, la Guardia di finanza, l’Agenzia delle dogane, le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, le Polizie municipali, le associazioni di categoria e le associazioni dei consumatori.  La struttura regionale competente predispone annualmente una relazione sulle attività svolte e la trasmette alla commissione consiliare competente.

(ultimo aggiornamento: dicembre 2018)