1. IL PNRR NEL SETTORE GIUSTIZIA

Le attività dell’Amministrazione della Giustizia per l’anno 2022, nel perseguire gli obiettivi previsti dal PNRR, si sono incentrate sulla riduzione del disposition time e sull’abbattimento dell’arretrato. Nell’ambito del giudizio civile si è puntato sulla riduzione del 40% dei tempi di trattazione delle cause e del 90% dei procedimenti pendenti da oltre 3 anni in primo grado e 2 anni in secondo. Per quanto concerne il contenzioso penale, l’obiettivo è stato la riduzione del 25% del disposition time. Tali obiettivi, concordati con l’Europa e da raggiungere entro il 2026, sono stati perseguiti ricorrendo a riforme di ampi compendi normativi in materia processuale, nonché a investimenti in termini di risorse umane e materiali. Il 2023 sarà caratterizzato dall’adozione degli atti regolamentari necessari per l’applicazione dei decreti legislativi attuativi dalla completa digitalizzazione dei procedimenti civili e dei procedimenti penali di primo grado, con annessa banca dati delle decisioni civili, dalla realizzazione di sei nuovi sistemi di conoscenza del c.d. data-lake e infine dal monitoraggio degli addetti all’Ufficio per il Processo, affinché nel 2024 si concludano le procedure di reclutamento del personale.

La governance del PNRR
Il PNRR ha previsto l’adozione di un modello di governance multilivello con una struttura centrale – denominata Sevizio Centrale per il PNRR del Ministero dell’Economia e delle Finanze (SEC)– responsabile del coordinamento operativo. In generale, la responsabilità dell’attuazione delle riforme e degli investimenti previsti nel Piano spetta alle Amministrazioni centrali, tenute a vigilare sull’esecuzione degli interventi di propria competenza. Nell’ambito dell’organizzazione interna del Dicastero, posizione di indipendenza è affidata all’Unità di Missione per l’attuazione del PNRR, punto di contatto con il SEC in merito all’espletamento degli adempimenti previsti dal Regolamento UE 241/2021. La medesima autorità – titolare delle attività di prevenzione e contrasto alle frodi, al rischio di doppio finanziamento e di conflitti di interesse – svolge attività di coordinamento della gestione, di monitoraggio della rendicontazione e di controllo degli interventi e delle risorse del PNRR assegnate al Ministero. Tale Unità è strutturata in tre Uffici dirigenziali: Ufficio per il Coordinamento della Gestione, Ufficio Monitoraggio, Ufficio Rendicontazione e Controllo. Se da un lato è stato adottato il Sistema di Gestione e Controllo (Si.Ge.Co), per l’impianto organizzativo e procedurale di attuazione degli interventi previsti dal PNRR, dall’altro l’Unità di Missione si è avvalsa del Sistema Informativo ReGiS per la gestione delle informazioni relative al Regolamento europeo istitutivo del PNRR e delle disposizioni nazionali in materia di monitoraggio.

Tale sistema ha consentito all’Unità di missione di garantire l’esecuzione di tutte le operazioni finanziarie a favore dei soggetti realizzatori degli interventi e dei soggetti attuatori per un importo di circa 28 milioni di euro. Per quanto concerne la riqualificazione degli edifici giudiziari, sono stati garantiti l’affiancamento e la formazione dei soggetti attuatori in merito al funzionamento della piattaforma ReGis e della normativa di riferimento, mentre per il monitoraggio dei progetti finanziati per gli Investimenti Complementari è stato utilizzato il portale BDAP-MOP. Nell’ambito degli adempimenti di monitoraggio, sono stati trasmessi alla Commissione europea report semestrali circa lo stato di avanzamento degli interventi di competenza del Ministero della giustizia e sono stati forniti alla Cabina di Regia del PNRR i contributi da trasmettere alle Camere per l’elaborazione di una relazione sullo stato di attuazione del Piano stesso. L’Unità di Missione ha inoltre supportato l’Ufficio di Gabinetto nella preparazione degli incontri con la Commissione Europea finalizzati a verificare lo stato dell’arte relativo al PNRR.

Il sistema di monitoraggio
Nel corso del 2022 le attività si sono incentrate sull’acquisizione, sull’elaborazione e sull’estrazione dei dati. Nell’ambito dei tre livelli di monitoraggio – statistico, organizzativo e dei principali istituti introdotti con le riforme del processo civile e penale – quello statistico relativo agli indicatori degli obiettivi PNRR di riduzione della durata dei procedimenti civile e penali e dell’arretrato è stato particolarmente curato. Il monitoraggio, nel prevedere la trasmissione di un kit statistico distrettuale agli uffici giudiziari, riportante l’andamento degli indicatori PNRR e delle principali grandezze ad essi correlate, nonché l’invio di una relazione di sintesi degli esiti del monitoraggio alla Commissione europea, ha consentito di valutare gli andamenti ed eventuali criticità. È stato, inoltre, implementato il monitoraggio integrato dell’UPP con cadenza semestrale articolata in una prima sezione, dedicata alla modalità di utilizzo degli addetti all’UPP all’interno dei processi lavorativi, e in una seconda sezione incentrata sulla struttura organizzativa, sulle risorse assegnate e le attività svolte da ciascun UPP istituito. Nel 2022 rilevano, altresì, i lavori di monitoraggio sull’efficienza della giustizia penale e civile e il primo progetto di analisi dei tempi di attraversamento dal primo al secondo grado di giudizio dei fascicoli penali oggetto di impugnazione.

L’Ufficio per il Processo
Nell’ambito dell’intervento “Investimento in capitale umano per rafforzare l’Ufficio del Processo e superare la disparità fra i tribunali”, rientrante nella Missione M1C1, i target sono stati: la riduzione del disposition time complessivo (dei tre gradi di giudizio) del 40% nel settore civile e del 25% nel settore penale entro giugno 2026, e la riduzione dell’arretrato civile del 65% in Tribunale e del 55% in Corte di Appello entro fine 2024, del 90% entro giugno 2026. Inoltre, sono stati esaminati i 170 progetti organizzativi presentati dalle Corti di Appello, dai Tribunali e dalla Suprema Corte di Cassazione che costituiscono una milestone nazionale che, pertanto, è stata raggiunta.

L’attuazione della Missione M1C1 è stata realizzata attraverso la pubblicazione dei bandi di concorso per l’assunzione delle diverse professionalità previste dal Piano. Una prima procedura concorsuale ha condotto all’assunzione di 5.410 Addetti UPP. Per quanto attiene al target relativo al reclutamento di almeno 8.764 unità PNRR entro il 31 dicembre 2022, al 1° dicembre 2022 sono state reclutate 10.789 unità (delle quali, allo stato, 9.624 effettivamente in servizio). Anche la procedura per l’assunzione del personale tecnico di supporto all’attuazione del Piano è stata conclusa con l’immissione in servizio dei vincitori prima della fine dell’anno. Subito dopo l’immissione in possesso del primo contingente di Addetti UPP, sono state rese disponibili due distinte piattaforme didattiche: una dedicata alla formazione PNRR e agli Addetti UPP e la piattaforma istituzionale e-learning giustizia, aperta anche al personale amministrativo. Sono stati caricati 21 moduli formativi, per un totale di 60 ore di formazione su piattaforma dedicata; le unità coinvolte nelle attività formative sono state 7.742. Oltre all’affiancamento sul campo, gli Addetti UPP sono stati dotati di credenziali per la consultazione della banca dati Italgiure Web.

Misure a sostegno dell’ufficio per il processo
In un’ottica di modernizzazione del “sistema giustizia”, il c.d. Progetto Task Force punta all’introduzione di un modello collaborativo per il magistrato a supporto delle attività collaterali all’azione giudicante, alla diffusione dell’UPP, nonché all’implementazione di modelli operativi innovativi negli Uffici Giudiziari – Task Force, al fine di razionalizzare i processi, le competenze e l’affiancamento del personale degli Uffici, perseguendo l’obiettivo di smaltimento dell’arretrato. L’introduzione di uno staff dedicato ai processi mira ad integrare diverse professionalità abbattendo i tempi della giustizia. Il coinvolgimento del sistema universitario, inoltre, è centrale. Quest’ultimo consente di individuare i migliori percorsi formativi alla luce delle nuove esigenze del sistema giudiziario. Nel 2022 sono stati organizzati incontri con le Università di ciascuna Macroarea ed è stata avviata queste ultime una ricognizione dei bandi per la selezione di borsisti e assegnisti di ricerca che comporranno le task force a supporto degli Uffici Giudiziari.

È stato predisposto, altresì, uno schema di accordo per il trattamento dei dati oggetto dei provvedimenti adottati, poi trasmetto ai Presidenti delle Corti d’Appello, agli Uffici Giudiziari ed alle Università Beneficiarie, ed è stata avviata la ricognizione delle attività in corso di svolgimento presso le università e gli uffici giudiziari. Nel 2022 si sono inoltre conclusi i lavori relativi al progetto “Implementazione del dinamismo e della struttura delle interazioni dell’Ufficio per il Processo”. L’obiettivo del progetto era l’individuazione di un modello organizzativo efficiente da diffondere sul territorio nazionale concorrendo al definitivo allineamento dell’Italia ai parametri europei previsti in materia di ragionevole durata del processo, anche attraverso il coinvolgimento degli stakeholder interni ed esterni. L’implementazione del dinamismo e della struttura delle interazioni dell’UPP del Tribunale di Pisa – scelto quale Ufficio giudiziario sperimentale – attraverso l’applicazione della valutazione partecipativa ha permesso di rilevare il giudizio degli stakeholder sul grado di coerenza degli obiettivi individuati dal gruppo di lavoro, per rendere più efficiente l’UPP, e sul livello di appropriatezza degli outcome attesi e degli indicatori di raggiungimento proposti. In occasione dell’incontro di presentazione agli stakeholder dei risultati, ci si è soffermati sulla figura dell’UPP come modulo operativo dell’Amministrazione Giudiziaria e sulla delega di attività al Giudice Onorario di Pace.

L’edilizia giudiziaria nell’ambito del PNRR
Nella prospettiva di riqualificare il patrimonio immobiliare dell’Amministrazione della Giustizia in chiave ecologica e digitale, tra gli obiettivi primari emerge la riduzione del consumo di suolo urbano, attraverso la concentrazione in edifici unitari delle principali funzioni e servizi annessi a ciascun Ufficio giudiziario. I progetti insistono sui beni esistenti e riguardano la manutenzione, consentendo la valorizzazione ed il recupero del patrimonio storico che spesso ospita gli uffici dell’Amministrazione, in modo da riqualificare quelli esistenti ed evitare la costruzione di nuovi. Sono stati ammessi al PNRR n. 48 interventi di edilizia giudiziaria, la cui esecuzione è stata affidata, in qualità di soggetti attuatori, al Comune di Venezia (n. 1); all’Agenzia del Demanio (n. 5); e ai Provveditorati Opere Pubbliche (n. 42). I principali Milestones della Missione sono: la pubblicazione dei bandi di gara (il 20% entro il 31.12.2022; il 50% entro il 30.06.2023), l’aggiudicazione delle gare per i lavori (il 100% entro il 31.12.2023), l’inizio dei lavori (il 20% entro il 30.09.2023; il 50% entro il 31.03.2024; il 100% entro il 31.03.2025). Invece, i principali Target sono: l’ultimazione dei lavori entro il 31.03.2026 (collaudo: il 100%; superficie costruita, riqualificata e potenziata: mq. 289.000) e la rendicontazione entro il 30.06.2026 (numero di edifici di giustizia soggetti a riqualificazione: n. 48; riduzione dei consumi energetici: 0,735 ktep/anno). Gli edifici nuovi e ristrutturati dovranno consentire un risparmio di energia primaria pari ad almeno il 20% e almeno il 70% dei rifiuti di demolizione dovrà essere preparato per il riutilizzo, il riciclaggio o il recupero di altri materiali. Al 31 dicembre 2022 è stato avviato il 20% delle procedure di gara.

Le politiche di digitalizzazione del PNRR
La spinta verso una compiuta digitalizzazione rappresenta un punto essenziale del PNRR. In quest’ottica è stato istituito il Dipartimento per la transizione digitale della giustizia, l’analisi statistica e le politiche di coesione al quale è stata affidata la competenza per l’intervento “Digitalizzazione del Ministero della giustizia” del PNRR, a titolarità della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale. L’investimento prevede due linee di intervento: la digitalizzazione di 10.000.000 di fascicoli giudiziari degli ultimi 10 anni relativi ai procedimenti civili di Tribunali ordinari e Corti d’Appello, oltre ai fascicoli giudiziari della Corte di Cassazione civili e penali; e la creazione di un data lake, composto da sei sistemi, che consentirà di supportare i magistrati nella fase di cognizione e di effettuare analisi statistiche avanzate dell’efficienza ed efficacia del sistema giudiziario. La digitalizzazione interessa i fascicoli giudiziari pendenti e definiti nel periodo 2016- 2026 e ogni atto cartaceo contenuto nei fascicoli, ad eccezione delle copie semplici di atti già digitalizzati.

Tale processo contribuirà all’erogazione sicura ed efficiente di servizi della Giustizia più sostenibili, consentendo un rapido accesso alle informazioni, ai dati e ai documenti, garantendo accessi a tutti gli utenti del sistema giustizia ed ai fruitori dei servizi per i cittadini. L’iniziativa progettuale prevede Obiettivi nazionali, tra i quali: 1 Mln di fascicoli digitali entro il 31/01/2023; 4 Mln di fascicoli digitali entro il 30/06/2024, ma anche Obiettivi europei, tra i quali: 3,5 Mln di fascicoli digitali entro il 31/12/2023; 10 Mln di fascicoli digitali entro il 30/06/2026. Ad oggi i distretti che hanno avviato le attività di dematerializzazione sono i seguenti: L’Aquila, Campobasso, Salerno, Reggio Calabria, Catanzaro, Roma, Venezia. Entro dicembre 2023 dovrà essere istituita la gestione elettronica obbligatoria di tutti i documenti e il processo interamente telematico nei procedimenti civili, dovrà essere introdotta la digitalizzazione dei procedimenti penali di primo grado e dovrà essere creata una banca dati gratuita, pienamente accessibile e consultabile delle decisioni civili. Quanto alla creazione del data lake, è già stata aggiudicata la fornitura di servizi informatici per i sei sistemi inclusi nella linea di intervento: anonimizzazione sentenze civili e penali; sistema monitoraggio lavoro uffici giudiziari; sistema analisi orientamenti giurisprudenziali per ambito civile; sistema analisi orientamenti giurisprudenziali per ambito penale; sistema di statistiche avanzate su processi civili e penali; sistema automatizzato identificazione rapporto vittima-autore.

Nel 2022 la fornitura di servizi informatici per la realizzazione dei sistemi del data lake è stata aggiudicata e sono in corso le attività progettuali. Per quanto concerne, invece, la creazione di una banca dati gratuita, pienamente accessibile e consultabile delle decisioni civili, è stata avviata l’attività di realizzazione della nuova Banca dati merito civile, richiesta dal PNRR, mediante modelli di ricerca basati su intelligenza artificiale, unitamente alla creazione di una struttura per realizzare banche dati distrettuali. Tale Progetto nasce dall’esigenza di modernizzare ed estendere l’Archivio Giurisprudenziale Nazionale pubblicato sul Portale dei Servizi Telematici (PST) con l’obiettivo di fornire una banca dati di merito a tutte le Corti per la pubblicazione e la fruizione dei provvedimenti e delle relative massime. La nuova banca dati sarà accessibile per i cittadini attraverso i meccanismi di autenticazione previsti (SPID, CIE, CNS).

In linea con gli obiettivi del PNRR, la riforma del processo penale prevede misure volte ad incrementare l’efficienza del sistema giudiziario, per giungere ad una compiuta realizzazione del Processo Penale Telematico (PPT), tra cui l’adozione di una piattaforma per la registrazione delle udienze, l’archiviazione dei contenuti acquisiti e l’accesso a tale materiale in formato digitale in modalità sicura e con profilatura idonea per tutti gli utenti coinvolti. Nel 2022 è stato inoltre avviato lo sviluppo per il registro riservato (modello 37) di cui all’art. 267, comma 5, c.p.c. e del nuovo WFM (WorkFlow Manager) che consente la gestione digitale di tutti i flussi del nuovo PPT e l’implementazione dei flussi interlocutori dal P.M. al G.I.P. Sono in avvio le fasi di sperimentazione di queste soluzioni con 6 Procure della Repubblica (Milano, Bologna, Perugia, Roma, Napoli e Bari) e con la Procura Europea. È stato sviluppato, poi, il Portale dei Depositi Penali per il deposito e la consultazione atti. Per superare la criticità dell’attuale sistema documentale nel contesto applicativo del PPT, composto da sistemi frammentati e non integrati, è stato realizzato un nuovo Documentale Unico di Giustizia che permetterà, negli anni, una gestione unificata del fascicolo digitale. Relativamente al processo penale di legittimità, è in avvio il gruppo di lavoro misto tra CED, Cassazione e Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati per progettare la soluzione per il deposito e la pubblicazione dei provvedimenti giurisprudenziali penali. L’estensione del Processo Civile Telematico (PCT) in Cassazione rappresenta uno dei percorsi più complessi che il Dicastero stia affrontando per raggiungere l’obiettivo del PNRR e dell’obbligatorietà del PCT prevista dalla Riforma Civile.

Inoltre, al fine di superare alcune criticità tecnologiche causate dalla natura “client server” del PCT e da un’infrastruttura di remotizzazione, che potrà essere migliorata, è stata realizzata una nuova infrastruttura di virtualizzazione che ha migliorato l’utilizzabilità dell’applicativo c.d. “Desk del magistrato di legittimità”, con ottimizzazione dei tempi di accesso ai sistemi e del download degli atti, con la possibilità di consultare velocemente il contenuto degli allegati. Altri interventi hanno riguardato l’estensione delle funzionalità del PCT alla Procura Generale presso la Corte di Cassazione: sono stati ottenuti i rilasci delle versioni degli applicativi che consentono la digitalizzazione delle comunicazioni tra la Corte e la Procura Generale. Gli sviluppi per gli uffici dei Giudici di Pace hanno, inoltre, consentito l’avvio del valore legale delle notificazioni, mentre la diffusione nazionale delle funzionalità di notifica e comunicazione telematica nel Sistema Informativo GdP in Italia è in via di completamento. Nel rispetto dell’obiettivo del PNRR e della Riforma Civile sono state completate le attività per il Portale del GdP per consultare i fascicoli del ruolo anche con le funzionalità di redazione e deposito degli atti del magistrato e sono state avviate le prime sperimentazioni su alcuni distretti.

 

 

  1. L’ATTIVITÀ NORMATIVA E LE RIFORME

Nel corso del 2022 assai significativa è stata l’attività del Ministero preordinata alla produzione normativa. Per quanto concerne gli impegni assunti con il PNRR, è stata dedicata particolare attenzione agli interventi su elementi strutturali dell’ordinamento giudiziario, del processo civile, della crisi d’impresa, del processo penale e della giustizia tributaria. Con norme già immediatamente efficaci è stata approntata una profonda riforma del sistema elettorale dell’organo di autogoverno della magistratura. Sono state introdotte, inoltre, modifiche al funzionamento dello stesso organo, intervenendo sul settore relativo alla selezione dei vertici degli uffici. In particolare, è stata prevista l’introduzione di fasce di anzianità di servizio per la scelta degli aspiranti attribuendo valore all’esperienza. L’obiettivo della riforma del procedimento di selezione dei dirigenti degli uffici e delle sezioni è stato quello di rendere più trasparente e partecipata la scelta tra i candidati, anche per quanto concerne i componenti di legittimità della Corte di Cassazione e della Procura Generale presso la stessa. Accanto a queste innovazioni sono stati previsti interventi al fine di ammodernare e rendere più efficace l’ordinamento giudiziario in materia di accesso alla magistratura, di validità delle tabelle organizzative degli uffici giudicanti, di organizzazione dell’ufficio del pubblico ministero, di permanenza dei magistrati nei singoli uffici, di procedure per l’adozione delle valutazioni di professionalità dei magistrati, nonché di funzionamento dell’ufficio del Massimario e del ruolo presso la Corte di Cassazione.

Altri interventi sono stati previsti al fine di rendere più efficace l’organizzazione degli uffici giudiziari, introducendo anche per il settore penale l’istituto dei programmi di gestione e prevedendo in capo ai dirigenti delle sezioni e degli uffici l’onere di risolvere le situazioni di criticità sia dei singoli magistrati che delle sezioni o dell’intero ufficio. È stata inoltre data risposta alla richiesta di prevedere l’istituto della riabilitazione del magistrato sanzionato. Per recuperare l’immagine di imparzialità della magistratura si è intervenuti anche sul settore dei rapporti tra magistratura e politica, con l’obiettivo di segnare un più rigoroso limite di demarcazione tra le rispettive funzioni.

Oltre alla normativa primaria, incentrata sul consolidamento delle disposizioni d’urgenza emanate nel corso della pandemia da Covid-19, di particolare importanza è poi il D.Lgs. del 17 giugno 2022, n. 83 riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, l’esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l’efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione. Va inoltre ricordata la L. 31 agosto 2022, n. 130, intervenuta a disciplinare la materia della giustizia tributaria e del relativo processo con l’obiettivo di elevare il livello qualitativo della giurisdizione di merito e di ridurre il numero di ricorsi che sopravvengono alla Corte di Cassazione consentendo, così, una loro trattazione più rapida. Sul piano della gestione delle risorse umane va ricordato l’Ufficio per il Processo, un ufficio di staff a supporto dell’attività del magistrato.

Sul versante del diritto penale, sostanziale e processuale, con il D.Lgs. 22 ottobre 2022, n. 156 sono state apportate alcune modifiche al D.Lgs. 14 luglio 2020, n. 75, con cui è stata data attuazione alla Direttiva (UE) 2017/1371 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 luglio 2017 relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione. In particolare, il decreto opera alcuni interventi sulle seguenti disposizioni: art. 322-bis c.p., in cui è stato inserito un richiamo anche al reato di abuso di ufficio, sì da ricomprendere nell’ambito applicativo della norma anche le fattispecie di appropriazione indebita del funzionario pubblico che trovano concretizzazione in atti di distrazione riconducibili alla previsione di cui all’art. 323 c.p.; art. 301, comma 1, del D.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43, integrato con la necessaria previsione dell’ipotesi di confisca per equivalente per i delitti di contrabbando; art. 6 del D.Lgs. 10 marzo 2000, n. 74, concernente le ipotesi di delitto tentato nei reati c.d. dichiarativi in materia di imposte sui redditi e IVA, per rendere la norma più chiara e aderente alla Direttiva.

Col D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, è stata data attuazione alla L. 134/2021, recante “delega al governo per l’efficienza del processo penale, nonché in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari”. L’intervento introduce nuove disposizioni e interviene sul codice penale, sul codice di procedura penale e sulle principali leggi complementari ai due codici. Si tratta di una riforma ampia, organica e di sistema. Il filo conduttore degli interventi è rappresentato dall’efficienza del processo e della giustizia penale, in vista della attuazione dei principi costituzionali, convenzionali e dell’UE, nonché del raggiungimento degli obiettivi del PNRR (riduzione del 25% della durata media del processo penale nei tre gradi di giudizio entro il 2026).

Gli interventi interessano le diverse fasi del processo penale, dalle indagini preliminari, al dibattimento, ai riti alternativi, al processo in absentia, ai giudizi di impugnazione, fino all’esecuzione penale e il sistema sanzionatorio, con contenuti preordinati a rafforzare l’idea della pena carceraria come extrema ratio e a consolidare gli istituti di deflazione sostanziale. Infine, sul piano della normativa secondaria, sembra opportuno evidenziare che il decreto ministeriale recante “Disposizioni per l’individuazione delle prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazione e per la determinazione delle relative tariffe ai sensi dell’articolo 1, comma 89, della legge 23 giugno 2017, n. 103”. Tale Decreto ha fornito una definizione di portata generale delle prestazioni funzionali alle operazioni di intercettazione, il dettaglio delle singole prestazioni rimesso al provvedimento elaborato nel corso dell’istruttoria, che ne ha fissato le relative tariffe, gli specifichi obblighi dei fornitori delle prestazioni in relazione ai livelli qualitativi e quantitativi minimi dei servizi offerti, nonché le modalità di conservazione e gestione, mediante canali cifrati, dei dati raccolti negli archivi informatizzati, nel rispetto dei requisiti di sicurezza e della necessità del loro trattamento secondo criteri di riservatezza, disponibilità e integrità.

 

 

  1. LE ULTERIORI INIZIATIVE PER LA TRANSIZIONE DIGITALE

L’obiettivo di agevolare l’accesso alle informazioni da parte degli utenti interni al Ministero e di migliorare lo scambio di informazioni con altri Enti viene portato avanti mediante cinque direttrici strategiche: l’avanzamento nelle politiche di digitalizzazione, sia nell’ambito della giurisdizione sia in quello dell’attività amministrativa; il miglioramento della qualità delle procedure amministrative; l’ottimizzazione del livello di erogazione del servizio Giustizia; l’avvicinamento della giustizia alle esigenze dei propri utenti; il rilancio di una cooperazione internazionale rafforzata. Se da un lato aumentano le prestazioni e il livello di flessibilità del comparto tecnologico, dall’altro non viene trascurata la sicurezza dei sistemi. Al fine di supportare il processo di digitalizzazione sono stati avviati studi e valutazioni tecniche per la realizzazione di una infrastruttura di Private Cloud su quattro poli nazionali (Milano, Roma, Napoli, Palermo) con finalità di scalabilità e sicurezza. La prima fase di sperimentazione su Roma e Napoli ha evidenziato la fattibilità del progetto di realizzazione di applicazioni “cloud-native”.

Per poter realizzare questo modello è stato necessario avviare anche un progetto di creazione di una rete in fibra ottica dedicata di interconnessione tra i quattro data center nazionali. Nell’ambito del progetto multivideo, gli obiettivi sono la gestione di un’unica nuova sala di Regia per lo svolgimento delle udienze con collegamenti in multivideo-conferenza, nonché la rilevazione da remoto di eventuali problematiche sugli impianti. In ambito penitenziario, la diffusione della multivideo-conferenza rientra tra le progettualità avviate per consentire di fronteggiare la pandemia senza compromettere le condizioni di salute dei detenuti e del personale interno. Nella stessa direzione si è mosso il progetto sperimentale per l’implementazione di un modello unificato e sicuro che garantisca le attività di e-learning dei corsi universitari in favore dei detenuti. Tale progetto include l’installazione di postazioni per lo studio e il lavoro con accesso ai virtual desktop, i quali garantiscono al detenuto l’utilizzo dei siti autorizzati. Il modello della didattica a distanza è stato replicato anche per la scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado con l’allestimento di aule studio presso gli Istituti Penitenziari, complete di PC, web cam, televisore, microfono e diffusori acustici. Per quanto concerne le sale server, nel 2022 è stato avviato per la prima volta un lavoro di analisi di dettaglio dello stato delle infrastrutture fisiche di tutte le sale server al fine di attuare le politiche di Business Continuity e Disaster Recovery, nonché di garantire a tali sale il livello Tier3 secondo gli standard internazionali.

Nel tentativo di potenziare la connettività e la banda di rete l’Amministrazione si è affiancata ai punti di uscita internet presso i data center di Napoli e di Milano così da bilanciare il traffico di dati ed avere un’alternativa della connettività Internet in caso di eventi catastrofici (Disaster Recovery). È in programma, inoltre, la creazione delle uscite Internet dedicate al traffico generato dagli strumenti di collaborazione (es. Office, Teams, Mail, …) nei principali palazzi di Giustizia, per alleggerire la banda primaria. Parallelamente, è stato avviato un percorso di cablaggio strutturato per tutto il mondo Giustizia. Sicché, nel 2022 è stato avviato un progetto di Fibra Ottica in Giustizia per tutti i palazzi, edifici ed istituti di pena, con l’obiettivo di incrementare la copertura in fibra. È inoltre allo studio la creazione di una rete Wi-Fi in totale sicurezza, che consentirà la digitalizzazione dell’intero sistema Giustizia. È stato avviato, altresì, un nuovo progetto per la realizzazione di un Sistema Documentale Unico (chiamato “Mercurio”) che riduca i costi di gestione e manutenzione e che migliori la gestione differenziata dei contenuti, la gestione di audio e video ed innalzi i livelli di sicurezza. Tale soluzione consente di avere un’infrastruttura fisica del documentale replicata nelle 4 sale server, con garanzia di disaster recovery del dato.

È stato poi ultimato un progetto di integrazione che consente di accedere ai dati della banca dati nazionale delle anagrafiche comunali ANPR o tramite la futura Piattaforma Digitale Nazionale Dati, ovvero di abilitare l’interoperabilità di sistemi informativi e banche dati degli Enti e dei gestori di servizi pubblici. Per quanto concerne le risorse del mondo Giustizia, l’ingresso dei nuovi addetti UPP ha costituito l’occasione per l’implementazione della fornitura di dotazioni informatiche. Per agevolare il processo di on-boarding del personale UPP si è provveduto all’installazione e configurazione automatica dei PC portatili, tramite una soluzione denominata “AutoPilot”, Anche il sistema per la liquidazione delle spese di giustizia (SIAMM) ha visto un’implementazione, consistita nella predisposizione dei servizi per l’integrazione con i sistemi civili e penali. È stato inoltre introdotto il Sistema informatizzato di gestione dei risarcimenti Legge Pinto che ha visto l’entrata in produzione di un nuovo Portale Istanza Web, primo applicativo Giustizia ad utilizzare l’interazione con i sistemi di pagamento del Ministero di Economia e Finanza, con importanti riflessi sulla riduzione dei tempi di pagamento e conseguenti effetti positivi sull’efficienza del sistema giudiziario. Sono proseguite, inoltre, le attività di presa in carico, gestione e realizzazione delle manutenzioni correttive del sistema elettorale (SIAMM Elettorale) realizzato per consentire di avere una gestione integrata delle operazioni svolte in fase pre-elettorale e post-elettorale.

L’Amministrazione ha avviato, altresì, un percorso con AGiD per definire una procedura di appalto innovativo per l’esecuzione modulare dei concorsi digitali per Giustizia attraverso la progettazione e messa a disposizione di una soluzione digitale per la gestione dell’intero ciclo di vita di un concorso pubblico per la selezione di alte professionalità e di professioni specifiche. Nella stessa direzione si colloca la nuova procedura web di presentazione della domanda per la partecipazione al concorso per l’accesso alla magistratura ordinaria. L’esperienza maturata durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e la conseguente diffusione dei servizi di accesso remoto al PCT e ai registri penali hanno reso necessaria l’implementazione del servizio di formazione del personale realizzato in modalità di webinar e con interventi formativi a distanza. La necessità per l’Amministrazione di conoscere le informazioni concernenti il patrimonio immobiliare giudiziario ha indotto la Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati ad avviare, poi, un programma finalizzato a definire una banca dati centralizzata, contenente tutto il patrimonio informativo immobiliare dell’Amministrazione, e un sistema di gestione degli immobili che supporti la raccolta dei fabbisogni sul territorio, garantisca il monitoraggio dei progetti e semplifichi i processi e le logiche di Facility Management.

Nel 2022 è stato avviato un nuovo progetto finalizzato alla reingegnerizzazione delle procedure di acquisto e gestione contratti e di ItalgiureWEB, nell’ambito della quale è stato introdotto un modello di intelligenza artificiale in grado di interpretare il linguaggio per una ricerca avanzata delle sentenze, delle massime e dei principi di diritto. L’Amministrazione mira, altresì, alla creazione di una Biblioteca Centrale Giuridica in formato digitale. Prosegue, inoltre, il processo di reingegnerizzazione della Gazzetta Ufficiale. Il nuovo processo di pubblicazione, interamente digitale, sarà incentrato sul singolo emettitore/inserzionista che potrà creare direttamente i propri atti, interagendo con il personale dell’Ufficio Pubblicazione Leggi e Decreti in ogni fase del processo. In ambito ispettivo, invece, nel 2022 il Ministero ha avviato un processo di revisione del “Pacchetto Ispettori”, con l’obiettivo di estrarre i dati dai registri informatici per attività di monitoraggio e gestione delle verifiche presso gli uffici giudiziari. L’applicativo è stato implementato anche nel settore minorile. Nel settore penale, la mancanza di un analogo applicativo ha indotto l’Amministrazione a valutare la possibilità di correggere le query non funzionanti e di integrarle con nuove interrogazioni per ottenere una migliore qualità del dato statistico, rimuovendo le attuali criticità. Per razionalizzare l’attività interna amministrativa e le banche dati dell’Ispettorato Generale, nel 2022 è stato realizzato anche un programma unico di registrazione e gestione delle ispezioni ordinarie e delle attività di natura straordinaria e/o riservata, denominato “Nemesis” che consentirà la consultazione e la gestione delle informazioni, con la possibilità di esportare i dati registrati e i file contenuti nell’applicativo, il monitoraggio delle attività dell’Ufficio, nuove funzionalità come la gestione documentale e il firmario virtuale, e l’interazione con altri sistemi.

È, altresì, in programma la realizzazione di un nuovo programma denominato “Sistema Disciplinare Magistrati”, che consentirà la gestione delle pratiche in condivisione con il Consiglio Superiore della Magistratura, la Procura Generale presso la Corte Suprema di Cassazione, la Direzione Generale dei Magistrati e l’Ispettorato Generale. Anche l’attività internazionale dell’Amministrazione ha risentito della progressiva digitalizzazione alla luce dell’unità di staff denominata “E-Justice” con compiti di analisi, studio e redazione di contributi in vista delle iniziative concernenti l’intelligenza artificiale, la digitalizzazione della cooperazione giudiziaria, la predisposizione di strumenti interni all’UE sul trasferimento transfrontaliero della prova elettronica, il contrasto alla criminalità informatica sul versante esterno all’UE e il dibattito sovranazionale in tema di c.d. Data Retention. Inoltre, è stato costituito un comitato scientifico che sta raccogliendo i dati relativi a tutti i trattati bilaterali e multilaterali di cooperazione giudiziaria entrati in vigore negli ultimi anni, al fine di fornire uno strumento di lavoro per la trattazione dei procedimenti giudiziari inerenti alla cooperazione giudiziaria internazionale.

Nell’ambito delle politiche di digitalizzazione del settore civile è proseguito lo sforzo del Ministero sul fronte dello sviluppo del PCT, anche per garantire l’obbligatorietà di quest’ultimo in Cassazione, ai fini dell’implementazione di un numero elevato di funzionalità prima mancanti. Riguardo al Processo Civile Minorile si sta lavorando per realizzare il nuovo SIGMA (sistema di gestione registro Minorile), con l’intento di adeguare il PCT alle peculiarità di tali procedimenti. Negli Uffici Notificazioni Esecuzioni e Protesti si sono conclusi, invece, i lavori per l’introduzione delle funzionalità del PCT nell’applicativo ministeriale. A dimostrazione dell’efficacia dello strumento si evidenzia che le statistiche relative al 2022 registrano un crescente utilizzo del processo civile telematico da parte degli utenti, sia esterni che interni. Parallelamente, è stato dato avvio ad un nuovo progetto che mira ad offrire servizi online a cittadini e utenti qualificati, chiamato “Tribunale Smart”. Il primo servizio riguarda il settore dell’“Amministrazione di Sostegno”, rispetto al quale sono in via di completamento le attività per abilitare il deposito telematico in autonomia per i cittadini. Per una giustizia più rapida ed efficiente si sta inoltre lavorando alla costituzione di aule virtuali che permettano la celebrazione di udienze in modalità online ed ibrida, integrati con la Consolle del Magistrato onde agevolare la trasmissione e pubblicazione all’interno del fascicolo informatico. Invece, con riferimento ai servizi resi dagli Archivi Notarili, si studiano i possibili passaggi per la relativa digitalizzazione e, nell’ambito della responsabilizzazione delle professioni in materia di prevenzione del riciclaggio, si è discussa l’introduzione di un sistema centralizzato notarile antiriciclaggio (datawarehouse) contenente i dati del notariato pertinenti allo svolgimento delle attività di analisi e valutazione del rischio in materia di antiriciclaggio e all’adempimento dei correlati obblighi in ambito notarile, con evidenti benefici anche per le Autorità.

Quanto al settore penale, nell’ultimo anno il Ministero ha riscontrato un consistente incremento dei depositi telematici, che rappresentano il 66% del totale, confermando la scelta di implementare il PDP, già imposta dagli obiettivi PNRR. Nel corso del 2022 sono proseguite le attività per rendere il Portale Notizie di Reato l’unico strumento di comunicazione e gestione degli atti di polizia. L’evoluzione dell’applicativo consentirà la trasmissione dei seguiti relativi all’informativa originaria da parte di uffici “Fonte”, anche diversi dall’Ufficio che ha inviato l’informativa originaria. Le stesse Procure potranno utilizzare il canale del Portale per inviare alle fonti atti e provvedimenti implementando un concetto di bidirezionalità. Sono poi allo studio interventi che consentano agli uffici “Fonte” di ricevere una notifica sull’esito negativo dell’acquisizione da parte dei sistemi ReGeWEB distrettuali, in modo che la “Fonte” possa inviare nuovamente l’informativa. Quanto ai sistemi di notifica penale, si sta lavorando alla reingegnerizzazione verso un unico sistema di notifica interconnesso direttamente al nuovo sistema documentale. Le rilevanti novità normative intervenute sul fronte del processo penale hanno reso urgente l’adeguamento degli sviluppi del PPT. Inoltre, nel corso del 2022 sono state avviate interlocuzioni con la DNAA ed è proseguito l’impegno dell’Amministrazione nello sviluppo di un’adeguata infrastruttura tecnologica a supporto della gestione dell’archivio delle intercettazioni, che include tanto materiale documentale digitale, quanto multimediale. È stato sviluppato il primo step verso un sistema che consentirà di mantenere i contenuti già inseriti negli archivi digitali dei singoli uffici sui sistemi interdistrettuali, sempre sotto il controllo del titolare dell’ufficio. In ambito Sorveglianza ed Esecuzione è stato realizzato e reso disponibile il nuovo SIEPE (Sistema Informativo Esecuzione Penale Esterna), utilizzato dal Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità, ed è stato reso disponibile l’utilizzo da remoto del SIUS (Sistema Informativo degli Uffici di Sorveglianza) per magistrati. Sul fronte della prevenzione, con l’attivazione dell’osservatorio permanente sui dati relativi ai beni sequestrati e confiscati è stato creato un gruppo di lavoro tra Ministero ed Agenzia Nazionale per valutare le evoluzioni da apportare al sistema SIT- MP.

Con riguardo alla giustizia di comunità, l’impatto della riforma del processo penale sul sistema dell’esecuzione penale esterna ha indotto il Ministero a realizzare nuovi applicativi informatici che aiutino a sostenere l’aumento dei carichi di lavoro e dialoghino con i sistemi di cui dispongono gli interlocutori istituzionali ai fini di una efficace definizione delle procedure. È stato, dunque, rilasciato il nuovo SIEPE con l’obiettivo di agevolare l’operato degli uffici di esecuzione penale esterna consentendo la dematerializzazione di alcuni processi di lavoro. Nel corso del 2021/22 si è proceduto, inoltre, con molteplici attività per garantire l’operatività della nuova Procura europea, sia sul lato tecnologico/infrastrutturale che applicativo. In relazione ai servizi del Casellario giudiziale sono stati attivati diversi progetti, come ad esempio il rifacimento del SIC (Sistema Informativo del Casellario), la gestione dei carichi pendenti, la realizzazione di un portale che consenta al cittadino di ottenere alcune tipologie di certificato online, e la creazione di ECRIS-TN, un indice europeo sul SIC che include i dati dei condannati di Paesi terzi. È stata data attuazione, inoltre, al Protocollo Ministero della Giustizia – INPS per lo scambio di informazioni relativo ai controlli sui percettori del Reddito di Cittadinanza, che disciplina le modalità operative per l’acquisizione da parte dell’INPS delle informazioni disponibili negli archivi del Casellario così da poter disporre, eventualmente, la revoca del beneficio.

 

 

  1. RECLUTAMENTO E VALORIZZAZIONE DEL PERSONALE

Nel tentativo di valorizzare le proprie risorse umane il Dicastero garantisce la copertura delle piante organiche sia operando con lo scorrimento delle graduatorie sia indicendo nuovi concorsi. Con riferimento all’attività di reclutamento di nuovo personale, tutte le assunzioni e il reclutamento di personale consentiranno agli Uffici Giudiziari di recuperare la necessaria efficienza, messa in crisi dai pensionamenti non compensati da un adeguato turn over. Il Dicastero ha utilizzato, quale strumento principale, la digitalizzazione delle procedure di reclutamento in generale, nonché la dematerializzazione dei processi di gestione del personale. Le peculiari esigenze dell’Amministrazione della giustizia, incrementate anche dalle numerose cessazioni per limiti di età, rendono indifferibile l’avvio di processi assunzionali coerenti con i nuovi assetti organizzativi e finalizzati ad assicurare la funzionalità degli Uffici Giudiziari. A questo scopo è in fase di adeguamento il Piano triennale dei fabbisogni che prevede 6.033 nuovi ingressi. Con riferimento alla situazione attuale fronte di una dotazione organica di 43.468 unità, si è passati da una scopertura nazionale del 24,46 % al 31 dicembre 2021 a quella attuale, pari al 25,11 %.

 

Gli organici del personale di magistratura e i concorsi per l’accesso all’ordine giudiziario

Le politiche relative al personale di magistratura sono state incentrate sul rafforzamento degli organici, sul riavvio, dopo l’emergenza pandemica, delle procedure assunzionali e sull’introduzione di criteri di duttilità nell’assegnazione dei magistrati ordinari, come le cd. piante organiche flessibili distrettuali. È stato disposto l’incremento di 82 unità del personale di magistratura al fine di “adeguare l’organico della magistratura ordinaria alle più gravose attività connesse alla protezione internazionale, alla sorveglianza per l’esecuzione delle pene nonché alle funzioni di legittimità in relazione alle competenze relative alla Procura Europea”. Questa attenzione trova il proprio fondamento, da un lato, nella rilevanza dei diritti oggetto di tutela e, dall’altro lato, nell’incidenza di tali settori sull’attività giurisdizionale. L’incremento dell’organico, nel perseguire gli obiettivi del PNRR, mira ad un miglioramento delle performance degli Uffici Giudiziari sia in termini “quantitativi”, in relazione ai target previsti dal Piano, sia in termini “qualitativi”, con riferimento alla realizzazione di modelli organizzativi più efficienti e idonei a favorire la specializzazione del personale di magistratura nei settori di interesse. Giova sottolineare che l’aumento del ruolo organico del personale di magistratura presenta peculiari aspetti rispetto alla usuale modalità di intervento del legislatore, atteso che è lo stesso Parlamento ad avere individuato la destinazione delle risorse. Per quanto concerne la protezione internazionale il legislatore nel 2017 ha istituito, presso i Tribunali distrettuali, delle Sezioni Specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea, che riguardano le seguenti macro-aree: “Protezione internazionale”, “Protezione internazionale – Altri procedimenti” e “Stato della persona e diritti della personalità”. L’attività di indagine espletata ha permesso di compiere un’analisi dei modelli organizzativi adottati considerando il disposition time e il clearance rate, elaborati per ciascun Ufficio Giudiziario nel triennio 2019 – 2021, vagliando la funzionalità dei presidi giudiziari nel settore.

Nel progetto di revisione delle piante organiche carattere centrale ha assunto la disamina dei flussi in materia di protezione internazionale relativamente alle pendenze e alle iscrizioni, determinati in misura pro capite e in rapporto alle effettive risorse attribuite. Per valutare la prospettiva dinamica degli effetti degli interventi di organico, si è poi proceduto a sviluppare una proiezione stratigrafica circa le future performance dei singoli Uffici Giudiziari, elaborando plurime simulazioni al fine di verificare l’eventuale formarsi di arretrato. È stato, quindi, predisposto il progetto che prevede l’assegnazione di 52 unità ai Tribunali delle sedi distrettuali ove risultano istituite le Sezioni Specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea. Per quanto concerne la magistratura di sorveglianza, le relative dotazioni organiche magistratuali sono risultate ampliate di 52 unità complessive. Si è ritenuto opportuno acquisire, altresì, i dati sui detenuti presenti negli istituti penitenziari con reati di cui all’art. 4 bis e 41-bis dell’ordinamento penitenziario, in vista del possibile impatto sugli Uffici di sorveglianza dell’intervento legislativo conseguente alle censure della Corte Costituzionale sul cd. “ergastolo ostativo”. Le risultanze dell’analisi non hanno, tuttavia, inciso in misura significativa sulle elaborazioni svolte.

Sulla base delle risultanze relative agli indicatori utilizzati è stata elaborata la definitiva proposta di incremento delle piante organiche della magistratura di sorveglianza di 21 unità. È stata istituita, altresì, la pianta organica dei Procuratori Europei Delegati nelle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Bari, Bologna, Catanzaro, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia. Questo intervento fa seguito al mutato quadro normativo determinato dall’ulteriore incremento di 20 unità del ruolo organico della magistratura ordinaria, finalizzato ad assicurare la disponibilità delle risorse organiche necessarie all’attuazione della normativa interna sulla cooperazione rafforzata in materia di Procura Europea e rendendo possibile l’istituzione dei posti di Procuratore Europeo Delegato nelle Procure della Repubblica, senza incidere sugli organici degli Uffici Requirenti. È stata poi determinata la pianta organica dei Procuratori Europei Delegati addetti in via esclusiva alla trattazione dei giudizi innanzi alla Corte di Cassazione. Nello specifico, si è predisposto uno schema di decreto ministeriale individuando in 2 unità la consistenza della dotazione e della pianta organica.

Le unità necessarie sono state reperite attingendo dall’aumento del contingente di 82 posti del ruolo organico del personale di magistratura. L’introduzione dell’istituto delle piante organiche flessibili distrettuali ha consentito, poi, di sostituire i magistrati assenti ovvero assegnarne agli Uffici Giudiziari del distretto che versino in situazioni critiche di rendimento. Il Ministero della Giustizia è, infatti, chiamato ad individuare le situazioni che integrano condizioni critiche di rendimento idonee a dare luogo all’assegnazione dei magistrati delle piante organiche flessibili distrettuali ai singoli Uffici Giudiziari. Sono state individuate 11 condizioni critiche di rendimento, di cui 5 per gli Uffici Giudiziari giudicanti e 6 per quelli requirenti, che possono generare nei distretti e nei singoli Uffici difficoltà operative tali da non potervi far fronte con le sole risorse ordinarie e che richiedono un temporaneo aumento delle unità di magistrato. L’ulteriore attuazione delle piante organiche flessibili distrettuali ha riguardato la determinazione sia del contingente nazionale a livello distrettuale, individuato in 179 unità – di cui 125 con funzioni giudicanti e 54 con funzioni requirenti – sia dei contingenti destinati ai singoli distretti.

Le unità necessarie sono state recuperate in parte dagli organici assegnati alla soppressa figura del magistrato distrettuale e, quanto all’ulteriore fabbisogno, attingendo alle residue unità disponibili in seguito all’incremento del ruolo organico del personale di magistratura. L’impegno profuso dal Dicastero è poi proseguito sulla base del concetto della cd. “revisione permanente” delle piante organiche degli Uffici Giudiziari, inteso come necessità di una costante revisione temporale. Con riferimento alle politiche assunzionali, invece, nel 2022 l’attività di reclutamento del personale di magistratura è stata intensa, sicché sono state portate avanti tre procedure concorsuali: nel 2019 per 310 posti; nel 2021 per 500 posti; e, da ultimo, nel 2022 per 400 posti. Va infine osservato che con la legge di bilancio per l’anno 2023 è stata ridotta in via straordinaria la durata del tirocinio dei magistrati vincitori delle procedure concorsuali bandite nel 2019 e nel 2021, al fine di consentire una più celere copertura delle vacanze negli uffici giudiziari di primo grado.

La razionalizzazione delle risorse e la spending review
Assumono rilevanza la digitalizzazione e il potenziamento del capitale umano da impiegare in strutture più moderne ed efficienti mediante processi di innovazione tecnologica e semplificazione degli strumenti di accesso ai servizi on line. Si rafforza l’esigenza di intervenire sull’efficienza del sistema giudiziario con interventi che contrastino l’eccessiva durata dei processi civili e penali. Al tempo stesso, vi è l’esigenza di procedere alla riqualificazione del personale in servizio, alla sua formazione e alle progressioni economiche, con un’azione improntata al benessere del dipendente, alla limitazione dello stress “da lavoro”, alla promozione della parità di genere e ai miglioramenti organizzativi e professionali. Se da un lato proseguirà l’utilizzo di piattaforme di accesso da remoto per il personale in smart working, dall’altro sono state definite le modalità di accesso e di svolgimento del lavoro agile ordinario.

Si è avviata, poi, la procedura per il rinnovo del Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni al fine di contribuire all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico migliorando il benessere organizzativo. Inoltre, è stata completata la costituzione dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione che dovrà monitorare l’attuazione dei piani predisposti dal Comitato Unico di Garanzia. Riguardo alle previsioni di bilancio per l’anno 2023 e il triennio 2023 – 2025 sono state svolte le attività concernenti il disegno di legge di assestamento 2022 e il rendiconto generale dello Stato 2021, nonché i necessari adempimenti per la predisposizione del Conto Annuale e della Relazione al Conto Annuale. È stata compiuta, altresì, ogni altra attività volta ad assicurare la corresponsione di emolumenti o pagamenti in genere attraverso pagamenti diretti da parte dell’Amministrazione Centrale o assegnazione di risorse in favore dei funzionari delegati. Altresì, nel 2022 sono state realizzate le procedure connesse alla liquidazione delle indennità spettanti ai partecipanti ai progetti formativi di perfezionamento, con emissione dei relativi ordini di accreditamento in favore dei funzionari delegati. Infine, si è provveduto alla stipula del contratto concernente la copertura assicurativa Kasko e Infortuni ai dipendenti in trasferta e autorizzati all’uso del mezzo proprio, con liquidazione dei premi all’esito della ricognizione dei percorsi chilometrici.

 

La giustizia diffusa sul territorio
Il progetto “Uffici di Prossimità” intende promuovere un sistema di Giustizia più vicino al cittadino attraverso la costituzione di una rete di Uffici di Prossimità, dedicati agli utenti, con particolare riguardo alle cd. fasce deboli, finalizzati a: offrire servizi di orientamento e informazione in ambito di volontaria giurisdizione e sugli istituti di protezione giuridica; ad inviare e ricevere gli atti telematici agli e dagli Uffici Giudiziari; nonché a rilasciare informazioni sullo stato delle procedure e copie degli atti contenuti nei fascicoli elettronici. La strategia di progetto consiste in un’azione di sistema a valenza territoriale nazionale, articolata in una fase di sperimentazione mediante la definizione di modelli organizzativi, gestionali e tecnico – informatici, e in una fase di attivazione, attraverso la replica in tutte le Regioni dei modelli definiti. Le Regioni Piemonte, Liguria e Toscana hanno il ruolo di pilota per la sperimentazione di tali modelli. All’uopo si sono svolte nel corso dell’anno 2022 riunioni con le Regioni pilota e i fornitori aggiudicatari delle gare di servizi, relative ai modelli organizzativi. Nello stesso tempo sono state avviate interlocuzioni con le Regioni che non hanno ancora aderito al progetto e con quelle che hanno presentato i relativi progetti che hanno consentito di validare gli atti necessari all’attuazione dei progetti regionali già approvati.

 

  1. L’AZIONE DEL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA

Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza ha svolto un’azione ispirata alla c.d. vigilanza collaborativa, ponendosi al fianco dell’Amministrazione per affrontare le questioni interpretative e applicative delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza. Nel prevenire fenomeni di cattiva amministrazione e nel perseguire obiettivi di imparzialità e trasparenza, la prevenzione della corruzione contribuisce a generare valore pubblico riconosciuto dalla collettività e a garantire un buon funzionamento. Sono state implementate specifiche misure della prevenzione della corruzione negli ambiti relativi al PNRR e nei quali è necessario mettere a sistema le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili per il raggiungimento degli obiettivi, considerato che in tali contesti è più elevato il rischio di fenomeni corruttivi dovuti alle quantità di flusso di denaro coinvolte.

Nelle prescrizioni del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, particolare attenzione è stata dedicata all’attività di monitoraggio circa il contenimento dei rischi corruttivi. Nell’ottica di una maggiore condivisione dei contenuti con i portatori di interesse, l’adozione del Piano è stata preceduta da una procedura di consultazione “aperta”, sicché la bozza dello schema di aggiornamento del Piano è stata posta in consultazione sul sito web istituzionale unitamente ad un avviso corredato da apposito modulo con il quale sono stati invitati tutti gli stakeholders, i dipendenti, i collaboratori, le associazioni sindacali e i cittadini, ad esprimere osservazioni e proposte di correzione o integrazione. Va inoltre segnalato che il Ministero della Giustizia si è dotato di un portale informatico protetto – e consultabile anche fuori dalla Rete Unica della Giustizia – per consentire ai dipendenti dell’Amministrazione di segnalare eventuali condotte illecite di cui hanno avuto notizia svolgendo il proprio lavoro. Come previsto nel cronoprogramma del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza, il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza ha elaborato lo schema del Codice di comportamento del personale del Ministero al fine di favorire la massima partecipazione. In ordine alla trasparenza dei contratti pubblici, il Dicastero provvede all’adempimento degli specifici obblighi delle stazioni appaltanti di pubblicare nella sezione “Amministrazione trasparente” atti, dati ed informazioni afferenti ad ogni tipologia di appalto e ad ogni fase. In particolare, il Consiglio di Stato ha affermato che “la configurazione di una trasparenza (…) è particolarmente avvertita nella materia dei contratti pubblici e delle concessioni e, in particolare, nell’esecuzione di tali rapporti, dove spesso si annidano fenomeni di cattiva amministrazione, corruzione e infiltrazione mafiosa”.

Tale orientamento ha ricadute sulla trasparenza, in quanto in assenza di un obbligo di pubblicazione di atti, documenti e informazioni, la stazione appaltante è tenuta comunque ad assicurare la conoscibilità degli stessi a seguito di istanze di accesso FOIA. Pur trattandosi di una trasparenza mediata dai limiti a tutela di interessi pubblici e privati, l’istituto contribuisce ad ampliare il novero degli atti conoscibili di una procedura di gara. Benefici in termini di trasparenza dell’intero ciclo di un appalto pubblico derivano anche dalla sua completa digitalizzazione, dalla fase di programmazione a quella di collaudo e liquidazione delle somme. La trasparenza costituisce infatti un principio posto a presidio di garanzia ex ante di una effettiva competizione per l’accesso alla gara e di un efficace controllo ex post sull’operato dell’aggiudicatario. In tale ottica, l’Autorità ha adottato il bando-tipo n. 1/2021. La digitalizzazione delle procedure di gara rappresenta uno degli obiettivi già dettati dal legislatore per il recepimento delle direttive dell’Unione europea in materia di contratti pubblici, mentre la modernizzazione del sistema degli appalti pubblici, attraverso la digitalizzazione e il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, è uno specifico obiettivo del PNRR.

In particolare: l’attività di prevenzione della corruzione e della trasparenza ed il PNRR
Una delle priorità per l’attuazione delle misure contenute nel PNRR è quella di garantire che le risorse finanziarie stanziate sia immune da gestioni illecite. Ciò che si vuole di evitare è che il PNRR possa diventare l’occasione per favorire condotte corruttive all’interno della pubblica amministrazione. Nella prospettiva secondo cui l’approccio alla lotta alla corruzione non deve essere solo repressivo, cruciale è il ruolo rivestito della strategia di prevenzione. Il PNRR dedica particolare attenzione all’abrogazione e alla revisione di norme che alimentano la corruzione; la semplificazione normativa è infatti considerata un rimedio efficace per evitare la moltiplicazione di fenomeni corruttivi. Una della più rilevanti materie oggetto di proposte di riforma è quella dei contratti pubblici. All’Italia è stato richiesto di rivedere tutta la legislazione nazionale secondo i criteri indicati nel PNRR, al fine di perseguire la semplificazione delle norme, quale obiettivo essenziale per l’efficiente realizzazione delle infrastrutture e per il rilancio dell’attività edilizia.

Per adempiere ad uno degli obblighi previsti dal PNRR, la Commissione costituita presso il Consiglio di Stato ha elaborato la “prima” bozza del nuovo codice dei contratti, che sostituirà il D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50. Nell’ottica della semplificazione e della facile applicabilità, tra le nuove norme del Codice, sono rafforzati i poteri e le funzioni dell’ANAC. In particolare, con la vigilanza collaborativa è possibile intervenire con tempestività nelle procedure di aggiudicazione. Le pubbliche amministrazioni che vi aderiscono sottopongono in via preventiva gli atti di gara all’Autorità, che in tempi brevissimi (da 5 a 8 giorni) fornisce osservazioni e consigli. Si tratta di un istituto di affiancamento delle pubbliche amministrazioni e di deflazione del contenzioso. Ulteriore istituto di ausilio alle stazioni appaltanti è quello della creazione, da parte dell’ANAC, di bandi e documenti tipo che le amministrazioni possano usare. Si tratta di una forma di collaborazione e di promozione di buone pratiche per favorire la ripresa, garantendo apertura, concorrenza e capacità di selezionare le imprese più idonee al servizio dell’interesse pubblico. Sempre in tema di contratti pubblici, nella sezione anticorruzione e trasparenza del Piano Integrato Attività ed Organizzazione 2023-2025 verrà inserita quale misura di prevenzione della corruzione la richiesta alle stazioni appaltanti di dichiarare il titolare effettivo, nonché la previsione di una verifica a campione del fatto che la dichiarazione sia stata resa. Ai fini dell’attuazione del PNRR si è innanzitutto ritenuto necessario valutare le Strutture e le Unità di missione individuate dalle amministrazioni per coordinare, monitorare e controllare le attività di gestione degli interventi.

Al fine di far conoscere in modo trasparente i contenuti delle misure del PNRR e gli obiettivi raggiunti a livello nazionale, il Ministero dell’economia e delle finanze ha previsto obblighi di trasparenza e iniziative sul piano della comunicazione e informazione specificando che le Amministrazioni centrali titolari degli interventi e i soggetti attuatori, in quanto pubbliche amministrazioni, sono tenuti al rispetto della disciplina nazionale in materia di trasparenza. Restano fermi gli obblighi di pubblicazione nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale e l’applicazione dell’accesso civico semplice e generalizzato, anche alla luce delle indicazioni generali dettate da ANAC. I referenti dell’Unità di missione e gli altri uffici che gestiscono fondi PNRR saranno incaricati di verificare l’attuazione delle misure in materia di anticorruzione e trasparenza, trasmettendo relazioni e reportal Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza. Va inoltre assicurata un’adeguata visibilità ai risultati degli investimenti e al finanziamento dell’Unione europea. In un’ottica di semplificazione, l’ANAC sta inoltre procedendo alla realizzazione di una piattaforma unica della trasparenza che si sostanzia in un punto di accesso unificato in grado di semplificare la pubblicazione dei dati, nonché di agevolare fruibilità e confrontabilità. Inoltre, si rammenta la stipula di Protocolli d’intesa con la G.D.F; le amministrazioni centrali titolari di interventi possono, infatti, stipulare specifici protocolli d’intesa con la Guardia di Finanza.

 

  1. L’AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA

Nel 2022 l’Amministrazione ha agito su plurimi piani: da quello inerente i “luoghi di esecuzione della pena” a quello relativo agli operatori penitenziari, fino ai detenuti.

Le politiche del personale, civile e del Corpo di polizia penitenziaria, con specifico riferimento alle politiche assunzionali, alla sicurezza e al benessere del personale.

Dal punto di vista del personale, è proseguita l’azione d’incremento della dotazione organica, portando a termine le procedure concorsuali già iniziate. Queste politiche hanno riguardato il personale appartenente al Corpo della Polizia Penitenziaria, quello del comparto funzioni centrali, con attenzione alle figure del funzionario giuridico-pedagogico, dei mediatori culturali e dei tecnici, nonché alle qualifiche dirigenziali, la cui carenza organica rappresenta una criticità in considerazione dei compiti e delle responsabilità attribuite, fondamentali per il funzionamento degli istituti penitenziari e nell’opera di rieducazione del condannato.

Il benessere del personale
L’attenzione al tema del benessere del personale ha rappresentato uno dei principali impegni, nella piena consapevolezza che le attività demandate a tutti coloro che lavorano all’interno della sfera penitenziaria sono di particolare delicatezza. Per tali ragioni, l’amministrazione ha posto in essere numerose attività in grado di favorire il benessere dei lavoratori. A tal riguardo, deve segnalarsi che: è stata stanziata la somma di un milione di euro, per il triennio 2022/2024, e sono state fornite ai Provveditorati regionali dell’Amministrazione penitenziaria le linee guida per l’elaborazione dei progetti finalizzati al supporto psicologico del personale del Corpo di polizia penitenziaria; è stato sottoscritto un protocollo di intesa con il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, diretto a valorizzare la figura dello psicologo penitenziario a favore del personale dell’Amministrazione nonché a offrire sostegno psicologico all’esterno ai dipendenti dell’Amministrazione penitenziaria; ed è stata emanata una circolare specifica relativa alla indicazione di percorsi di sostegno psicologico del personale.

La sicurezza passiva: videosorveglianza e sistemi anti-drone
In materia di sicurezza penitenziaria, l’azione ministeriale è stata orientata su due direttrici principali: la videosorveglianza e gli anti-droni. All’esito di un monitoraggio effettuato sul territorio e delle risultanze di alcune sperimentazioni già avviate in alcuni istituti penitenziari, sono state intraprese una serie di azioni dirette all’individuazione, predisposizione e dotazione di efficaci sistemi tecnologici (fissi e mobili) di contrasto al sorvolo degli APR delle strutture penitenziarie. Sulla base dei dati pervenuti, sono stati individuati 40 istituti penitenziari che, per caratteristiche e tipologia dei circuiti detentivi presenti, si intende dotare di sistemi di difesa anti-drone con priorità e urgenza. Un particolare approfondimento merita, poi, il nuovo progetto di video sorveglianza in mobilità (c.d. body cam) quale dotazione strumentale per il personale di Polizia penitenziaria. L’utilizzo delle body cam rappresenta uno degli strumenti che assicurano la tutela dell’ordine e della sicurezza penitenziaria, a garanzia del personale di Polizia penitenziaria e delle persone detenute.

 

Le politiche della formazione della polizia penitenziaria, anche con riferimento alla prevenzione della radicalizzazione in carcere
Per l’anno 2022, tra i diversi obiettivi, appare prioritario quello di offrire agli operatori gli strumenti per fronteggiare eventi critici e situazioni emotivamente coinvolgenti. Pertanto, si è provveduto a svolgere attività di formazione e di aggiornamento, con specifica attenzione al tema sicurezza sui luoghi di lavoro. Nel 2022 numerosi sono stati i percorsi formativi. Come è noto, l’attività di formazione riguarda anche il personale del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità, competente per l’area dell’esecuzione penale esterna. Particolare attenzione è stata riservata al tema della radicalizzazione e del proselitismo, inserito in tutti i corsi iniziali e per l’avanzamento, che viene trattato sotto il profilo dell’adesione a ideologie estreme di matrice islamica ma anche verso associazioni criminali di stampo mafioso. Sin dal 2010, l’Amministrazione penitenziaria ha avviato un’attività formativa del personale di Polizia penitenziaria, dei direttori degli istituti penitenziari e dei funzionari giuridico pedagogici volta a offrire adeguati strumenti cognitivi e operativi sul metodo di monitoraggio per il contrasto al fenomeno della radicalizzazione violenta e dell’indottrinamento ideologico in ambito penitenziario.

In particolare, l’analisi e lo sviluppo della tematica condotta dal NIC e dai NIR aggiornano e migliorano la conoscenza dei segnali di radicalizzazione, con lo scopo di perfezionare il protocollo di risk assesment, per il quale il Nucleo investigativo centrale fornisce contributi anche tramite webinare progetti europei. Il NIC ha divulgato al personale di Polizia penitenziaria dei vademecum informativi sulle modalità operative per la prevenzione e il contrasto del rischio di radicalizzazione e proselitismo di matrice confessionale, politica o ideologica. Inoltre, analisti del Nucleo centrale investigativo hanno preso parte a diversi incontri in ambito europeo, per l’interscambio esperienziale, tra i quali il progetto europeo Project Based Collaboration – Prison (PBC Prison). In tale contesto, è stato presentato il progetto HELP (Human Rights Education for Legal Professionals), sviluppato dal Consiglio d’Europa, che si propone di formare, attraverso una piattaforma on-line creata ad hoc, gli esercenti professioni legali su materie specifiche. Si evidenzia, inoltre, il positivo riflesso di alcuni progetti di ricerca rispetto all’attivazione di politiche di gestione adeguate.

 

Gli strumenti impiegati per il monitoraggio delle presenze carcerarie. In particolare, la prevenzione del sovraffollamento intramurario
Uno degli strumenti concepiti dall’amministrazione per fronteggiare il complesso fenomeno del sovraffollamento intramurario è l’applicativo Spazi Detenuti, alimentato dalla Banca Dati SIAP/AFIS e dall’applicativo 3 “Rilevazioni Lavori Camere Detentive”. Esso consente non soltanto di conoscere il numero dei detenuti presenti nei singoli istituti, ma anche la loro corretta collocazione all’interno di ogni Istituto e lo spazio disponibile per ciascun individuo. La consultazione dell’applicativo in questione consente il controllo istantaneo dei parametri CEDU e di rilevare eventuali violazioni. Gli elementi sostanziali presenti nell’applicazione sono: la capienza regolamentare di ciascun istituto penitenziario, i posti regolamentari disponibili e regolamentari non disponibili riferiti a ogni singola camera detentiva, la superficie detentiva in metri quadri dello spazio abitabile, il totale delle camere a uso detentivo, il totale delle camere non disponibili, tutti i ristretti presenti, compresi gli assenti temporanei. Le credenziali di accesso all’applicativo sono state rilasciate a tutti i tribunali ed Uffici di Sorveglianza d’Italia che possono, in tal modo, disporre di un valido supporto ai fini di un’efficace e tempestiva trattazione e decisione dei ricorsi.

 

Le politiche di trattamento dei detenuti
La legge sull’ordinamento penitenziario prevede che l’assegnazione e il raggruppamento dei condannati e degli internati nelle sezioni di ciascun istituto siano disposti con riguardo ad un trattamento rieducativo comune e all’esigenza di evitare influenze nocive reciproche. Le modalità organizzative in merito alla collocazione dei detenuti si basano, de facto, su una logistica incentrata sulla “classificazione” dei detenuti. I cosiddetti circuiti non sono disciplinati dal regolamento penitenziario e nemmeno dall’ordinamento, ma da una serie di circolari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. L’assegnazione ad un circuito penitenziario non comporta alcuna riduzione nella titolarità dei diritti del detenuto, potendo soltanto implicare l’allocazione in sezioni particolarmente sicure, la sottoposizione a maggiori controlli o l’adozione di speciali cautele. Nel circuito di alta sicurezza sono inseriti detenuti che richiedono una attenta e costante attività di controllo e monitoraggio. L’obiettivo, di fatto, è consentire un raggruppamento omogeneo che consenta di soddisfare, da un lato, le esigenze di sicurezza connesse al circuito d’appartenenza e, dall’altro, la possibilità di procedere ad un percorso trattamentale rieducativo comune. Il concetto di regime si riferisce, invece, al sistema di normazione che caratterizza le realtà penitenziarie nelle sue diverse articolazioni. Sono annoverati in questa categoria il regime speciale di cui all’articolo 41-bis o di cui all’art. 14-bis dell’ordinamento penitenziario.

La detenzione speciale consiste in una serie di limitazioni volte a ridurre la frequenza dei contatti con l’esterno degli esponenti di vertice delle organizzazioni criminali, per evitare che vengano commessi nuovi reati. Il suo scopo pertanto non è determinare una condizione di isolamento, ma di rafforzare la prevenzione in ambiente penitenziario. Per quanto riguarda l’applicazione e la proroga del regime detentivo speciale di cui all’art. 41-bis, esso viene applicato con decreto motivato del Ministro della giustizia, per fatti rientranti nella previsione di cui al primo periodo del primo comma dell’art. 4-bis O.P., per gravi motivi di ordine e sicurezza pubblica su richiesta del Ministero dell’Interno, sentito il parere del Pubblico Ministero ed acquisite ulteriori notizie presso la Direzione Nazionale Antimafia e gli Organi di Polizia. Alla data del 31 ottobre 2022, sono 728 i soggetti sottoposti al regime detentivo speciale, di cui 12 donne, 7 internati e 1 detenuto sottoposto alla disciplina dell’art. 6 della legge 13 febbraio 2001, n. 45. In relazione alla consorteria criminale di appartenenza, la situazione è la seguente: Camorra: 242; ‘Ndrangheta: 195; Cosa nostra: 232; Sacra corona unita: 20; Stidda: 3;Altre mafie: 32;Terrorismo interno/internazionale: 4. Rispetto al 2021 si registra un decremento. L’età anagrafica media risulta in crescita e, allo stesso tempo, è cresciuto il numero dei ristretti di età pari o superiore a 60 anni. In particolare, l’età anagrafica media è di 58 anni (nel 2021 era 56 anni), i detenuti di età pari o superiore a 60 anni sono 340 (circa il 46.7 % del totale; nel 2021 erano 299, circa il 40%). Nel 2022, nell’arco temporale dal 1° gennaio 2022 al 31 ottobre 2022: Nuove applicazioni (16), riapplicazioni (5), proroghe del regime speciale (84), declassificazioni (2 per inizio collaborazione, 4 per accoglimento del reclamo e 5 per mancato rinnovo del DM), scarcerazioni (26), decessi (5). Nel medesimo periodo sono stati eseguiti n. 1.372 servizi di traduzione, dove quelle di lunga percorrenza sono state assicurate con vettore aereo della Guardia di Finanza. I servizi di piantonamento eseguiti presso strutture ospedaliere ammontano a 88. Per quanto concerne il trattamento dei detenuti sottoposti allo speciale regime, resta prioritario lo sforzo teso all’uniformità di metodo nel corretto bilanciamento degli interessi connessi alla sicurezza penitenziaria e alla dignità del ristretto. Sotto il profilo delle garanzie di sicurezza e al fine di eludere il rischio di contaminazione, è assicurata la rotazione periodica del personale di Polizia penitenziaria fra i reparti ospitanti detenuti 41-bis, di regola ogni 6/8 mesi, visto l’alto livello di esposizione al rischio degli operatori.

Il contrasto alla radicalizzazione
Al fine di contrastare l’attività di proselitismo e di indottrinamento ideologico nei confronti di ristretti più vulnerabili, nonché intercettare pericolosi sodalizi con altre consorterie criminali autoctone, i detenuti per il reato di terrorismo interno e internazionale sono separati dagli altri ristretti appartenenti al circuito Media sicurezza e inseriti in quello definito Alta sicurezza 2, se non anche in regime ex art 41-bis O.P., per impedire attività di contatto con l’esterno e in particolare di propaganda. L’attività di analisi e studio del NIC si fonda sulla ricerca di ogni elemento possibile di conoscenza della storia personale che sono utilizzati per l’attività di prevenzione. L’attività si sviluppa su tre diversi livelli di rischio (primo livello: Alto; secondo livello: Medio; terzo livello: Basso), che non inficiano la garanzia del trattamento penitenziario. Le procedure di attribuzione dei tre profili di analisi sono rivalutate annualmente, alla luce degli indicatori della radicalizzazione. I programmi di reinserimento rivolti ai condannati, proprio per il loro approccio olistico, ben si adattano anche all’opera di de-potenziamento dei soggetti connotati da posizioni oltranziste di matrice religiosa o politica. L’efficacia dei programmi trattamentali destinati ai detenuti monitorati per rischio radicalizzazione viene valutata annualmente dal NIC, attraverso una analisi dei feedback pervenuti dagli istituti penitenziari, per di valutare eventuali modifiche di livello delle persone inserite.

 

Sex offenders
Per quanto riguarda il trattamento rivolto ai detenuti autori di reati sessuali e/o riconducibili alla violenza di genere, si sta rivolgendo attenzione alle possibilità di sviluppo delle procedure di trattamento ed osservazione della personalità, con l’obiettivo di definire le linee guida condivise con altre articolazioni del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria coinvolte nella tematica e di individuare un protocollo trattamentale attuabile dagli operatori del trattamento. È in corso, presso alcuni istituti penitenziari in cui vi è una consistente presenza di detenuti in esecuzione di pena detentiva definitiva per reati sessuali, il percorso di ricerca per la validazione di due strumenti di valutazione del rischio di recidiva di reati della stessa indole di quelli commessi – STATIC 99 R e STABLE 2007 – per testarne la validità e l’efficacia. Il progetto coinvolge un campione statistico di 200 detenuti i quali hanno aderito volontariamente all’iniziativa ed hanno frequentato i gruppi multidisciplinari per il trattamento degli autori di reati a sfondo sessuale. Inoltre, le leggi di bilancio per gli anni 2021 e 2022 hanno stanziato fondi sia per la corresponsione di onorari a professionalità psicologiche esperte del trattamento cognitivo comportamentale rivolto agli autori di reati contro le donne, sia per la realizzazione di programmi di reinserimento per gli autori di reato.

 

Le azioni intraprese e progettate con riferimento all’esecuzione carceraria e ai programmi trattamentali, all’istruzione, al lavoro e alla salute dei detenuti

L’istruzione
Con particolare riguardo ai corsi di formazione professionale, gli stessi vengono realizzati in collaborazione con le Regioni, titolari della competenza sullo specifico settore formativo. I percorsi di livello universitario sono diffusi sul territorio sia all’interno deli Poli universitari penitenziari presenti in alcuni Istituti, sia mediante l’iscrizione singola da parte di detenuti in possesso dei necessari requisiti. Al fine di migliorare le forme di collaborazione con l’Università nel 2022 è stato rinnovato il Protocollo d’intesa con la Conferenza nazionale dei delegati dei rettori per i poli universitari penitenziari. Il totale dei detenuti coinvolti in percorsi di istruzione nell’anno scolastico 2021/2022 è stato di 17.324, in incremento rispetto all’anno scolastico precedente di circa 2.000 unità. Negli istituti sede di Poli Universitari, 517 detenuti risultavano iscritti a corsi universitari, di cui 17 donne e 53 stranieri. Negli istituti non sede di Poli Universitari, 576 detenuti risultavano iscritti a corsi universitari, di cui 19 donne e 74 stranieri. Nel 2022 sono stati attivati 197 corsi professionali, cui sono stati iscritti 2.248 detenuti, di cui 2.006 uomini e 242 donne. Tra questi, 907 stranieri. Nello stesso periodo si sono invece conclusi 163 corsi professionali, cui erano iscritti 1.763 detenuti, di cui 1.673 uomini e 90 donne. Tra questi, 757 stranieri. Diverse sono state le tipologie di corso, tra cui: cucina e ristorazione, edilizia, giardinaggio e agricoltura, arte e cultura, estetica.

 

Le attività culturali, ricreative e sportive
È in fase di rinnovo il Protocollo d’intesa per la “Promozione e gestione dei servizi di biblioteca negli istituti penitenziari”, di concerto con l’Associazione Italiana Biblioteche, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, l’Unione delle Province d’Italia. Per quel che concerne la promozione delle attività artistico/creative, in particolare quelle teatrali, si è proceduto al rinnovo del Protocollo d’intesa tra Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità, Università Roma Tre e Coordinamento Nazionale Teatro e Carcere, al fine di promuovere la diffusione delle esperienze teatrali all’interno degli Istituti penitenziari. Inoltre, è stata promossa la partecipazione degli Istituti penitenziari alle diverse edizioni del Medfilm Festival, sia mediante il coinvolgimento dei detenuti nel Premio METHEXIS in qualità di giurati, sia attraverso la partecipazione degli Istituti penitenziari alla Rassegna “Corti dal carcere”, all’interno della quale viene proiettato il materiale audiovisivo realizzato nelle sedi penitenziarie aderenti all’iniziativa. Per quel che concerne le attività sportive, sono stati sottoscritti Protocolli d’intesa con la Federazione Italiana Rugby, la Federazione Italiana Giuoco Squash e la Società Sport e Salute S.p.a., il Centro Sportivo Italiano.

Il lavoro penitenziario
L’Amministrazione Penitenziaria ha sempre posto grande attenzione al tema del lavoro penitenziario, curando l’opera di sensibilizzazione rivolta ai Provveditorati Regionali e sottolineando la necessità di tenere stretti contatti con il territorio, con attenzione alle realtà imprenditoriali locali. La presenza di imprese esterne permette, infatti, di ricreare, all’interno degli istituti penitenziari, le stesse condizioni del mercato del lavoro esterno, preparando i detenuti lavoranti alla complessità del mondo libero e offrendo la possibilità di proseguire il rapporto di lavoro anche dopo la scarcerazione. Per incentivare la presenza del mondo imprenditoriale e cooperativistico, prosegue la collaborazione con il mondo produttivo con l’obiettivo di incrementare le opportunità lavorative in favore della popolazione detenuta e la corretta applicazione della L. 22 giugno 2000, n. 193, che prevede sgravi fiscali e contribuitivi in favore delle realtà imprenditoriali che operano all’interno degli istituti penitenziari. Per il 2022 sono giunte 367 istanze di imprese e cooperative.

Con riferimento al numero dei detenuti impiegati alle dipendenze di soggetti esterni all’Amministrazione, per i quali i datori di lavoro fruiscono delle agevolazioni fiscali e contributive, al 30 giugno 2022 si rileva un totale di 2.473 detenuti, in aumento rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda invece i detenuti impiegati alle dipendenze dell’Amministrazione penitenziaria, il numero al 30 giugno 2022 era di 16.181 unità, in aumento rispetto alle 15.827 unità impiegate nel 2021. È proseguito, inoltre, l’impegno per la promozione di progetti per lo sviluppo delle produzioni nel settore agricolo. I detenuti impegnati in attività di tipo agricolo e zootecnico presso le colonie penali e presso numerosi tenimenti agricoli annessi ad istituti penitenziari risultano essere 327 al 30 giugno 2022. Presso l’istituto di Biella è stata ultimata la struttura industriale presso cui, grazie alla collaborazione, senza oneri per l’Amministrazione, con l’azienda Ermenegildo Zegna, saranno realizzate divise per il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. L’obiettivo è garantire percorsi professionalizzanti per i detenuti nel settore tessile, al fine di a creare opportunità occupazionali e di acquisire competenze spendibili anche dopo l’esecuzione della pena.

In particolare: il lavoro ex art. 20 ter L. 26 luglio 1975, n. 354.
Grazie alla significativa estensione su scala nazionale dei progetti di lavori di pubblica utilità “Mi riscatto per…”, sono state realizzate importanti iniziative in molti Istituti Penitenziari, con la stipula di Protocolli d’intesa per l’impiego di circa 1500 detenuti in servizi a favore della collettività, quali, ad esempio, interventi di manutenzione stradale, rifacimento di segnaletiche, manutenzione del verde pubblico, recupero del patrimonio ambientale. Il lavoro di pubblica utilità ha carattere volontario e gratuito, salva la possibilità di prevedere un minimo rimborso spese erogato dalla Cassa delle Ammende ovvero dall’ente partner di progetto. È opportuno citare l’approvazione e la successiva adozione da parte dell’ONU del programma di attività lavorative denominato “Mi riscatto per…” come best practice nell’ambito del contrasto alla criminalità organizzata ed alla recidiva.

La tutela della salute dei detenuti
All’interno di tutti gli istituti penitenziari del territorio nazionale sono attivi presidi sanitari organizzati e gestiti dal Servizio Sanitario Nazionale, competente a erogare le prestazioni sanitarie per le persone detenute, in condizioni di uguaglianza rispetto alle persone in stato di libertà. Tali presidi sono determinati in relazione alle dimensioni degli istituti di pena, ai bisogni di salute dei detenuti, nonché alle disponibilità delle Aziende Sanitarie Locali. In alcuni istituti penitenziari situati nei grandi centri urbani sono presenti strutture sanitarie denominate SAI – Servizi ad Assistenza Intensificata, che assicurano ai detenuti una assistenza medica e infermieristica nelle 24 ore e una ampia offerta specialistica. Le cure non erogabili all’interno degli istituti di pena sono comunque assicurate presso gli Ospedali Civili del Servizio Sanitario Nazionale per assicurare la continuità dell’assistenza medica ai detenuti.

A tal fine in alcuni Ospedali sono attivi anche reparti di degenza appositamente destinati ai detenuti, denominati “reparti di medicina protetta”, ove presta servizio personale medico, infermieristico e di Polizia Penitenziaria espressamente formato. Nell’anno 2022 l’Amministrazione ha sollecitato gli organi sanitari regionali al fine di implementare i presidi medici negli istituti penitenziari. Interlocuzioni sono state, altresì, intrattenute con le Autorità sanitarie lombarde e con l’Assessore al Welfare della regione Lombardia per risolvere la questione legata alla carenza del personale medico e infermieristico necessario a garantire i livelli assistenziali presso la Casa reclusione di Milano Opera, con sezione SAI, anche per detenuti sottoposti al regime di cui all’art. 41-bis, comma 2, O.P. Per quanto riguarda le persone detenute affette da forme diversificate di ridotta capacità motoria, è emersa la necessità di realizzare in molti istituti penitenziari camere attrezzate per accrescere l’autonomia di movimento di tali ristretti. La salute in carcere è un tema centrale all’attenzione del Ministero, anche con riguardo alle problematiche di tipo psicologico dei detenuti. Sono previste all’interno degli istituti penitenziari le “Articolazioni per la Tutela della Salute Mentale – ATSM”, sezioni detentive dedicate all’accoglienza delle persone ristrette in carcere affette da patologie di natura psichiatrica.

Tali strutture dovrebbero essere istituite all’interno di uno o più Istituti Penitenziari ordinari per ciascuna Regione. Ad oggi, le Articolazioni per la Tutela della Salute Mentale sono in totale 34, insufficienti a garantire la tutela della salute mentale ai reclusi, ragion per la quale la Direzione Generale Detenuti e Trattamento svolge una continua opera di promozione per la realizzazione delle suddette strutture detentive con le Regioni e con le Aziende Sanitarie Locali. La tematica relativa all’esecuzione delle misure di sicurezza detentive, che dal 2015 debbono essere eseguite in REMS, ha da creato problemi applicativi in ragione dell’assenza di un adeguato numero di posti letto nelle (poche) REMS insistenti sul territorio nazionale. Per cercare di trovare una soluzione sono stati effettuati diversi interventi con il Ministero della Salute. Inoltre, il 29 settembre 2022 è stato concluso l’“Accordo” tra Governo, Regioni ed Enti locali, inerente proprio alla gestione dei pazienti destinatari di misure di sicurezza. Il contenuto dell’accordo risulta in linea con quanto auspicato in sede di redazione, a suo tempo, del dossier AGENAS e dalla sentenza 22/2022 della Corte Costituzionale. Alla tematica della salute in carcere è strettamente connessa la problematica dei suicidi in carcere. Fermo quanto è di competenza primaria delle Regioni, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, in ragione del rilevato aumento dei suicidi nell’ultimo biennio in particolare, è intervenuto per una migliore formazione del personale penitenziario e ad una migliore coordinamento con il personale sanitario esterno.

Il perseguimento dell’obiettivo ha richiesto un attento monitoraggio del fenomeno e delle iniziative intraprese grazie alle quali risulta che nel 2022 sono stati sottoscritti i protocolli regionali in Lombardia e in Calabria e aggiornati i piani locali di prevenzione del suicidio in diverse sedi (Genova Marassi, Pavia, Monza, Terni, Firenze Sollicciano, Ascoli Piceno, Palermo Ucciardone, Foggia, Torino, Milano San Vittore). Anche in ossequio alle raccomandazioni europee, è recente la revisione del circuito cd. “media sicurezza”, che involge la maggior parte dei detenuti. Ebbene, le moderne modalità trattamentali dovrebbero consentire un miglioramento della qualità detentiva rafforzando i rapporti con i famigliari, implementando le attività formative/lavorative e tentando di realizzare la richiesta rieducazione in vista del rientro proficuo nella Collettività. Quanto al tema delle tossicodipendenze, è transitato al Servizio Sanitario Nazionale con l’attivazione negli istituti penitenziari dei Servizi per le tossicodipendenze – Sert – delle Aziende Sanitarie Locali. L’Amministrazione agisce da partnership del Servizio Sanitario Nazionale occupandosi del recupero sociale del detenuto e della più ampia applicazione delle misure alternative alla detenzione.

 

Le azioni avviate per incrementare la socialità dei detenuti ed il mantenimento dei rapporti familiari, anche con riferimento alle detenute madri ed alla presenza dei figli minori all’interno degli istituti
Nel tentativo di assicurare continuità all’esercizio del ruolo genitoriale delle persone detenute, l’Amministrazione sta partecipando ai lavori del tavolo interistituzionale – coordinato dall’Autorità Garante per l’infanzia ed adolescenza – insieme al Garante dei diritti dei detenuti, al Dipartimento per la Giustizia Minorile e Comunità e l’associazione Bambini senza sbarre. Nel 2022 è stato rinnovato il Protocollo operativo tra il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e la Conferenza nazionale volontariato e giustizia (CNVG) sullo statuto e le modalità d’azione del volontariato in ambito penitenziario. Per il monitoraggio delle collaborazioni istituzionali e delle progettazioni congiunte è stato riattivato il gruppo di lavoro interdipartimentale composto dal Direttore generale detenuti e trattamento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dal Direttore generale per l’Esecuzione penale esterna e di messa alla prova del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità, da dirigenti e funzionari delle due articolazioni. Sul territorio nazionale sono 60 i posti disponibili per madri e figli minori infraseienni all’interno degli Istituti penitenziari a custodia attenuata per detenute madri (ICAM). Al 31 ottobre 2022 risultano presenti 22 madri con 23 figli minori infraseienni.

Sono ad oggi attivi 4 ICAM, con sede a Torino, Milano, Venezia e Lauro. Tuttavia, la contrazione della presenza di madri detenute con bambini in talune aree geografiche e poi, nell’ultimo biennio, sull’intero territorio nazionale ha comportato una riduzione del numero degli ospiti degli ICAM e ad una rivisitazione delle ipotesi programmatiche del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Per quanto riguarda case-famiglia protette per l’accoglienza di genitori ammessi agli arresti domiciliari o alla detenzione domiciliare con figli minori conviventi, risultano sino ad oggi sottoscritte due convenzioni per l’attivazione di una casa-famiglia in Roma (la “Casa di Leda” di via Algeria 11) ed una seconda con sede in Milano, via Magliocco 2. Nonostante si tratti di strutture estranee al circuito penitenziario, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha contribuito alla realizzazione di entrambe le case- famiglia ritenendo d’interesse prioritario consentire a madri svantaggiate, sprovviste di riferimenti alloggiativi e materiali, l’accesso a misure alternative extra detentive.

 

Le azioni intraprese e programmate sul versante della cooperazione istituzionale con le regioni, gli enti territoriali e altre pubbliche amministrazioni, ai fini del trattamento dei detenuti.
Sul tema, si segnala, tra l’altro, che: è stato siglato il Protocollo d’intesa con la Regione autonoma Valle d’Aosta; è in fase di svolgimento la ricerca proposta dall’ Università di Catania – Dipartimento di Giurisprudenza, allo scopo di verificare, diffondere e riformare le best practice; è in fase conclusiva la ricerca proposta dal Centro di ricerca Health Human Care and Social Intercultural Assessment He.R.A dell’Università Sacro Cuore e dal Dipartimento di Psicologia e Dinamica clinica e salute dell’Università La Sapienza di Roma dal titolo: “Donne in carcere: affettività ed infuturazione”; si rilevano 952 volontari e 10.987 soggetti autorizzati all’ingresso impegnati in diverse attività e progetti.

 

Le politiche adottate in tema di edilizia penitenziaria, adeguamento agli standard europei ed internazionali ed attuazione del piano alternativo di nuove realizzazioni
Con riguardo alla gestione dei beni immobili, è proseguita l’attività istituzionale finalizzata alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio demaniale conferito in uso governativo all’Amministrazione penitenziaria, con il duplice obiettivo di cercare di contenere la problematica del sovraffollamento, nonché di migliorare le condizioni di vivibilità dei ristretti e degli operatori.

 

L’aumento dei posti detentivi
Gli interventi finalizzati all’aumento dei posti regolamentari hanno seguito due direttrici: la realizzazione di nuovi padiglioni in plessi penitenziari già esistenti e la manutenzione ordinaria e straordinaria delle sezioni già attive, per l’avvio di iniziative di recupero di strutture inutilizzate e/o sottoutilizzate, soprattutto nelle aree geografiche di maggiore criticità. Tali interventi conservativi hanno consentito di poter recuperare posti detentivi inagibili per problemi edili e impiantistici, in modo da tendere al raggiungimento della soglia fisiologica del 5% di posti indisponibili, quota legata all’espletamento dei normali cicli di manutenzione ordinaria dei fabbricati. Il trend crescente dei posti detentivi regolamentari è confermato dall’attivazione – nel corso del 2021 – del nuovo padiglione da 200 posti presso la C.C. di Taranto, dall’ultimazione dei lavori e dalla prossima attivazione del nuovo padiglione da 200 posti presso la C.R. di Sulmona, nonché del nuovo padiglione da 92 posti – destinato al regime ex art. 41-bis – presso la C.C. di Cagliari.

 

I nuovi padiglioni e i fondi complementari al PNRR
Per quanto concerne il Piano di edilizia penitenziaria, avviato per la realizzazione di 8 nuovi padiglioni detentivi in aree libere disponibili intramoenia presso complessi penitenziari già attivi, il cui finanziamento per 84.000.000,00 di euro è stato inserito negli interventi complementari al PNRR, il relativo stato di avanzamento procede in linea con le scadenze intermedie (milestone) e finali (target) previste dal cronoprogramma. Alla data dell’ultimo monitoraggio programmato (30 settembre 2022), risultano essere stati affidati tutti i servizi di ingegneria/architettura programmati. Ad oggi, inoltre, sono pervenuti, da parte delle Società individuate dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili – in qualità di soggetto attuatore – i primi due progetti di fattibilità tecnica ed economica dei padiglioni della C.C. di Civitavecchia e della C.C. di Viterbo.

 

Il recupero delle ex caserme
Nel corso dell’ultimo biennio è proseguita, inoltre, l’attività di collaborazione intrapresa con l’Agenzia del Demanio e il Ministero della difesa per l’ulteriore potenziamento del patrimonio edilizio penitenziario, mediante l’acquisizione e riconversione in istituti penitenziari di alcuni complessi ex militari, caratterizzati da una configurazione di tipo modulare. A causa di problematiche emerse in sede di pianificazione e progettazione degli interventi previsti (Napoli – Caserma “Battisti”; Casale Monferrato – Caserma “Bixio”; Grosseto – Caserma “Barbetti”), l’unico al quale s’è potuto dare ulteriore seguito è quello relativo alla caserma “Barbetti”. È imminente l’avvio della procedura di riconsegna delle aree dal Ministero della difesa all’Agenzia del Demanio per la contestuale assegnazione in uso governativo al Ministero della giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria.

 

L’adeguamento dei posti detentivi al D.P.R. n. 230/2000
Tra gli altri interventi di maggiore rilevanza, si annotano quelli di recupero e adeguamento al D.P.R. n. 230/2000 delle stanze di pernottamento degli istituti penitenziari di Castelfranco Emilia (30 posti), Fossombrone (200 posti), Potenza (100 posti), Brindisi (30 posti) e Cuneo (182 posti complessivi tra padiglioni “Cerialdo” e “Giudiziario”). Risultano, altresì, di prossima ultimazione i lavori di ristrutturazione e adeguamento, in corso presso i padiglioni “C” e “D” della C.C.

 

L’ampliamento degli spazi trattamentali
Oltre al miglioramento delle condizioni detentive nel corso degli ultimi anni, l’Amministrazione penitenziaria si è posta, altresì, l’obiettivo di dare massimo impulso all’implementazione di spazi per le attività trattamentali, attraverso l’ottimizzazione e la rimodulazione degli spazi detentivi a disposizione. Al tal fine, sin dal 2021, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha assunto la determinazione di destinare oltre 18.000.000,00 di euro alla realizzazione e alla ristrutturazione degli spazi necessari. Per ciascun Provveditorato regionale è stato definito un budget entro il quale programmare specifici interventi. Al 31 ottobre 2022, risultano realizzati interventi per circa 7.000.000,00 di euro. È prevista, inoltre, la realizzazione di tre immobili destinati ad attività trattamentali, da circa 450 mq cadauno, a completamento dei nuovi padiglioni degli istituti di Lecce, Taranto e Trani.

I risultati raggiunti sul versante dell’innovazione organizzativa e tecnologica
L’innovazione digitale costituisce una delle priorità politiche del Ministero della giustizia anche per l’innovazione del sistema penitenziario interdipartimentale presieduto dalla DGSIA, che pone al centro della sua azione proprio la transizione digitale dell’Amministrazione penitenziaria con particolare riferimento agli istituti penitenziari. In merito, sono stati stanziati fondi per le spese per la digitalizzazione, lo sviluppo informativo ed il cablaggio delle infrastrutture di rete negli istituti penitenziari, con una previsione di stanziamento per l’anno 2021 di 5.000.000 di euro, di 10.000.000 di euro per l’anno 2022 e di ulteriori 10.000.000 di euro per l’anno 2023. È in fase di esecuzione un progetto di ampliamento della banda di rete, di ammodernamento tecnologico del cablaggio e degli apparati attivi della rete di tutti gli istituti penitenziari, le Scuole di formazione e gli Istituti di istruzione. In particolare, si è provveduto al cablaggio di 105 sedi penitenziarie dei distretti del PRAP Lazio-Abruzzo–Molise, del PRAP Sardegna, del PRAP Sicilia, del PRAP Toscana-Umbria e del PRAP del Triveneto. I lavori sono stati terminati. Attualmente, sono in corso i lavori di ammodernamento di ulteriori 115 sedi penitenziarie il cui termine è previsto entro il 2023. Delle 220 sedi interessate dall’ampliamento della rete, 81 sono state già state potenziate con la fibra che si estenderà ovunque sia possibile.

In continuità con le attività già avviate, l’Amministrazione propone un modello unificato e omogeneo, sicuro e controllato, in grado di garantire il potenziamento della Didattica a Distanza (DaD) per l’implementazione dei corsi scolastici di primo e secondo livello nelle strutture penitenziarie dell’intero territorio nazionale. Sono in corso di valutazione soluzioni di allestimento e collegamento che consentano al singolo utente detenuto l’utilizzo dei soli siti per i quali si sia ricevuta preventiva autorizzazione. Inoltre, si è dato corso alla progettazione e allo sviluppo di un modello versatile di postazione studio-lavoro per i soggetti ristretti, da dislocare presso aule o sale comuni, con un accesso ai desktop in piena sicurezza, senza la possibilità di modificare o alterare la configurazione della postazione di lavoro assegnata. L’idea è quella di un sistema del tipo “Virtual Desktop“, sicuro e controllabile. Tale soluzione, in alcuni istituti della Sardegna, è stata resa già operativa con un progetto sperimentale inaugurato nell’ottobre 2021 in collaborazione con l’UNISS (Università degli Studi di Sassari). Per l’estensione a tutto il territorio nazionale, è stato approvato il modello CITRIX, già sperimentato in Sardegna. Sono in corso attività per la sostituzione delle apparecchiature SPAID (rilevatori di impronte digitali) presenti negli Uffici matricola degli istituti penitenziari, data l’obsolescenza.

In attesa del sistema di gestione unico del personale da utilizzare per tutti i dipartimenti (SUP), nel 2022 è stata avviata l’attività di migrazione dati dal sistema di gestione del personale “civile” del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – SIGP2 – al SUP, così come dagli applicativi di gestione delle presenze (SIGS) e dei bandi per gli interpelli dei dirigenti (BANDI) ai nuovi sistemi Time Management (TMMG) e “Nuovi BANDI”, in termini di uniformità con gli altri Dipartimenti. Per quanto riguarda la gestione del personale appartenente al Corpo di polizia penitenziaria, non è previsto, allo stato, il passaggio dall’attuale sistema denominato SIGP1 al SUP. Si sta procedendo, pertanto, con risorse interne, a mantenere aggiornato il Sistema SIGP1 e a implementarlo con ulteriori funzionalità che consentano la semplificazione e lo snellimento relativo alle attività di competenza. A seguito di diffusa sperimentazione sul territorio del sistema di programmazione e gestione dei servizi del personale del Corpo di polizia penitenziaria GUSWEB, la Direzione generale del personale e delle risorse si è determinata nell’estenderne l’utilizzo anche alla sede centrale, eventualmente procedendo con prime sperimentazioni-pilota. Per consentire la più ampia consultazione del sistema, è stato sottoposto alla DGSIA un programma mirato di fabbisogni informatici che garantisca al personale impiegato nei servizi a turno la possibilità di accedere al GUSWEB e ad altre applicazioni di servizio da postazioni a rotazione, che verranno allestite in ogni sede utile, previo acquisto del materiale hardware a cura della DGSIA.

In un’ottica di semplificazione e dematerializzazione dei procedimenti amministrativi, si è provveduto a rendere automatico il flusso dei dati inerenti alle competenze straordinarie e accessorie del personale di Polizia penitenziaria da GUSWEB al SIGP1. Dopo il sito della Polizia penitenziaria, si sta procedendo al rifacimento del sito della rivista Rassegna penitenziaria e criminologica, punto di riferimento scientifico nel dibattito sulle tematiche penitenziarie e criminologiche. Con riguardo alla sicurezza informatica, si sta provvedendo, invece, a sostituire l’elaboratore centrale IBM LinuxOne Z13 con un sistema di nuova generazione, IBM LinuxOne Z15, più affidabile e sottoposto a manutenzione. Si provvederà, inoltre, al rinnovo tecnologico degli apparati Nutanix per l’ammodernamento e il potenziamento del sistema di iper-convergenza del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, nonché alla sostituzione di alcuni sistemi di storage e backup ormai obsoleti, in modo da garantire la continuità di archiviazione e protezione dei dati dell’Amministrazione penitenziaria. Per quanto concerne l’erogazione dell’assistenza sanitaria realizzata dal servizio di telemedicina, la modalità è rimessa alla valutazione delle Regioni tramite le rispettive Aziende UUSSLL. Tale servizio è teso a migliorare l’attività di cura per gli assistiti reclusi. Nel 2022 il Dipartimento ha svolto attività di monitoraggio al fine di verificare il ricorso alla telemedicina in ambito penitenziario sul territorio nazionale, sensibilizzando all’avvio del servizio. È attualmente in fase di studio un progetto proposto dall’Università degli Studi di Firenze volto ad avviare la sperimentazione della telemedicina presso l’istituto penitenziario di San Gimignano, distante dai presidi ospedalieri.

La dimensione internazionale dell’amministrazione penitenziaria: i progetti con finanziamenti europei e la cooperazione internazionale
L’amministrazione penitenziaria ha intrapreso azioni nell’ambito della progettazione ammessa a finanziamenti dell’Unione Europea. Si segnalano i seguenti progetti, relativi alla gestione dei detenuti: Pon inclusione – modello uniforme di presa in carico della persona in esecuzione penale; Pon inclusione – modello sperimentale di intervento per il lavoro e l’inclusione attiva delle presone in esecuzione penale; Pon governance e capacità istituzionale. Prosegue, inoltre, la cooperazione con il Programma transnazionale denominato “EL PACTO”, finanziato dall’Unione europea ed è stata realizzata una missione in Ecuador di quattro operatori dell’Amministrazione penitenziaria in materia di gestione delle crisi. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha presentato, altresì, un progetto nell’ambito del programma Fondo asilo, migrazione e integrazione (FAMI) che prevede il contributo “a combattere la migrazione irregolare, favorire rimpatri e riammissioni efficaci, sicuri e dignitosi, promuovere e contribuire a un’efficace reintegrazione iniziale nei paesi terzi”.

L’iniziativa è stata approvata e si attende l’input del Ministero dell’interno, gestore del finanziamento, per l’avvio dell’implementazione del progetto. Il progetto pilota, ove approvato dalla Commissione Europea, prevedrebbe l’attuazione di un programma di sostegno e formazione per i detenuti stranieri ristretti in 8 Istituti penitenziari articolato nei seguenti punti: a) la sensibilizzazione del personale penitenziario che lavora a contatto con l’utenza sulle tematiche dell’immigrazione, b) l’aggiornamento post-universitario di esperti della mediazione interculturale in materia di normativa sull’immigrazione; c) il lavoro di sostegno di 25 mediatori interculturali a favore degli stranieri presenti nelle sedi detentive coinvolte dal progetto, con l’affiancamento di uno psicologo. È inoltre proseguita la stretta collaborazione con EUROPRIS – Organizzazione delle amministrazioni penitenziarie europee, mirata allo scambio di esperienze, buone prassi e informazioni fra operatori e vertici delle diverse Amministrazioni penitenziarie europee. È anche proseguita la cooperazione con le autorità del Consiglio d’Europa. In riferimento al trasferimento dei detenuti stranieri verso i paesi d’origine, l’Ufficio di Coordinamento dei rapporti istituzionali si sta occupando, in particolare, del dossier Albania. Al riguardo, si è svolta un’attività di formazione del personale di custodia albanese destinato a prestare servizio nei reparti detentivi albanesi di massima sicurezza, strutturati sul modello delle sezioni italiane del 41-bis. Inoltre, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha contattato le Rappresentanze diplomatiche di Marocco, Tunisia, Nigeria, Senegal, Gambia ed Egitto, allo scopo di coinvolgere i cittadini di quei Paesi residenti in Italia nel sostegno ai loro connazionali detenuti con l’obiettivo di favorire il mantenimento dei contatti con le proprie tradizioni e costumi e di promuovere percorsi di reinserimento sociale. Si sottolinea, inoltre, la recente apertura di una cooperazione con la Libia grazie a una prima visita di studio svolta a Roma da una delegazione di funzionari penitenziari e della Polizia di quello stato nordafricano.

 

La prevenzione del fenomeno della radicalizzazione
Il Nucleo investigativo centrale del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria partecipa al Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA), nel quale è favorita la cooperazione internazionale nella prevenzione e contrasto della radicalizzazione in ambito penitenziario e dove sono analizzate le posizioni dei soggetti prossimi alla scarcerazione al fine di prevedere l’espulsione degli interessati verso i paesi d’origine, ovvero, nel caso di permanenza sul territorio, misure di sostegno e supporto. Nel merito, nel 2022, sono stati eseguiti provvedimenti amministrativi di espulsione nei confronti di 24 soggetti dimessi dai penitenziari per fine pena, per i quali era stato rilevato un processo di radicalizzazione violenta. In tale contesto, è stata di recente attivata una cooperazione con i Paesi del Medio Oriente e del nord Africa e attraverso l’agenzia francese CIVIPOL. Dall’inizio dell’anno 2022 alla fine di ottobre sono stati disposti n. 431 trasferimenti di soggetti dall’Italia verso altri Stati (Estradizioni n. 43, M.A.E. n. 327, Convenzione di Strasburgo n. 3, Decisione quadro 2008/909/GAI n. 58). Inoltre, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria partecipa, alle iniziative di cooperazione internazionale realizzate dall’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle Forze di Polizia. Anche nel 2022, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha preso parte, con un proprio focal point e altri delegati, a eventi organizzati dal Centro di eccellenza Radicalisation Awareness Network (RAN) sul fondamentale tema della prevenzione della radicalizzazione. Nell’ambito degli incontri PBC (Project Based Collaboration) Ran Prisons, il Dipartimento ha fornito il proprio nell’ambito dei temi affrontati, cioè: la gestione dei foreign fighters e returnees, con particolare focus sulle donne returnees, e sulle possibili attività per il disimpegno, la deradicalizzazione e la riabilitazione dei detenuti radicalizzati. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria è anche rappresentato nell’ambito dello Steering Boarddella RAN e del Network of Prevent Policy makers.

La trasparenza, i controlli interni e la prevenzione della corruzione
Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha individuato misure organizzative che assicurano il regolare funzionamento dei flussi informativi per la pubblicazione dei dati nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale. Tale Dipartimento monitora e gestisce le funzionalità del sistema di pubblicazione automatica in internet dei dati per la trasparenza degli istituti penitenziari garantendo l’interconnessione tra le banche dati interne e il sito istituzionale del Dicastero. Grazie a tale sistema, i dati relativi alla capienza degli istituti, al numero di detenuti presenti, al personale in servizio e a tutte le attività di rieducazione intramurarie vengono pubblicati quotidianamente sul sito istituzionale, garantendo la disponibilità e la divulgazione delle informazioni. In materia di anticorruzione, l’Ufficio III partecipa attivamente all’analisi per la digitalizzazione dei servizi di procurement attraverso gli incontri coordinati dalla DGSIA e destinati all’adozione della piattaforma basata sul software ServiceNow, applicativo gestionale delle procedure di acquisto di beni e servizi destinato agli uffici centrali e periferici. Nel rispetto del PTPCT, vengono monitorate le aree di rischio e sono stati adottati gli interventi idonei a garantire la misura di tutela denominata “whistleblowing” e la sensibilizzazione dei dipendenti in materia di conflitto di interessi e di obbligo di astensione. Viene, altresì, ribadito al personale il pieno rispetto del Codice di comportamento del Ministero della Giustizia, con comunicazione periodica. Prosegue, infine, l’attività di raccolta delle dichiarazioni dei dirigenti inerenti all’insussistenza di cause di inconferibilità/incompatibilità e conflitti di interesse, ai fini del conferimento di incarichi dirigenziali, tramite piattaforma digitale centralizzata.

(a cura di Cristina Romeo,
Master APC dell’Università di Pisa )