Premessa. La Direzione Investigativa Antimafia ha trasmesso alle Camere la Relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla DIA nel primo semestre del 2016 (luglio-dicembre) (Doc. LXXIV, n. 9), ai sensi dell’articolo 109 del decreto legislativo n.159 del 2011. Di seguito sono sintetizzati i passaggi più significativi relativi ai capitoli su appalti pubblici e riciclaggio (per la precedente Relazione leggi questa scheda).

Appalti pubblici. Le ingerenze della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici confermano il loro trend evolutivo, che vede le mafie inserirsi con sempre maggiore frequenza in progetti di natura legale, attraverso l’influenza delle scelte operate dal contraente e/o infiltrando altre imprese. Altro sistema per indirizzare tali scelte sono le manovre per limitare, quando non addirittura annullare, la concorrenza. Metodo “classico” sempre in voga tra le mafie è la pressione sull’aziende aggiudicatarie per ottenere sub-appalti.  La DIA infine evidenzia inoltre il ricorso più frequente al sistema dei consorzi, allo scopo di scomporre il lavoro in una serie di sub-contratti e affidamenti e aggirare normative e autorizzazioni.

Il ruolo della DIA nella ricostruzione post terremoto del Centro Italia. Il 28 dicembre 2016 il Ministero dell’Interno ha emanato una direttiva ribadendo il ruolo “baricentrico” della Direzione Investigativa Antimafia, nello svolgimento delle attività di raccolta degli elementi formativi, funzionali al rilascio delle informazioni antimafia, in relazione agli appalti e commesse pubbliche per la ricostruzione nelle zone terremotate del Centro-Italia, seguendo un iter già praticato – con risultati positivi – in occasione di Expo 2015.

I controlli. Nel corso del periodo luglio-dicembre 2016 sono stati effettuati monitoraggi di 433 imprese, distribuiti fra Centro-Nord (243) e Sud Italia (189). 171 le imprese fatte oggetto di accertamenti antimafia e 2270 sono state le persone controllate.

Riciclaggio. Nel capitolo relativo alle attività di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio, la DIA evidenzia come si sia dotata – già a partire dal 2015 – di uno strumento di grande importanza quale l’EL.I.O.S (Elaborazioni Investigative Operazioni Sospette) che consente di processare tutte le segnalazioni provenienti dall’UIF, Unità di Informazione Finanzaria della Banca d’Italia.

Operazioni sospette. Nel periodo di riferimento – il secondo semestre del 2016 – sono pervenute segnalazioni per oltre 50mila operazioni sospette. Nello stesso periodo ne sono state esaminate oltre 60mila – comprensive del “carico” non smaltito dal precedente semestre -. Tale attività di controllo ha comportato l’esame di 220mila soggetti, di cui 162mila persone fisiche e il resto persone giuridiche. La maggior parte delle operazioni soggetto di segnalazioni risultano essere concentrate nel Nord Itaia (circa 115mila), confermando un trend già emerso nel corso delle precedenti Relazioni. Gli enti creditizi risultano essere i soggetti con obbligo di segnalazione antiriciclaggio che ne hanno presentato il maggior numero, oltre 45mila.

Sono state oltre 244mila le operazioni finanziarie sospette

1.141 SOS – Segnalazioni Operazioni Sospette – hanno generato sviluppi investigativi che hanno coinvolto la Direzione Distrettuale Antimafia e la DIA.