Casal di Principe, a scuola nelle ville confiscate ai “Casalesi”

Misure anti Covid-19 garantite anche grazie alle aule ricavate nei beni confiscati alla camorra. Da tane di affari criminali a luoghi di cultura e istruzione

«L’uso sociale e istituzionale dei beni liberati dalle mafie è sempre stato obiettivo qualificante della nostra azione amministrativa, trasformarli in scuole ha un notevole valore aggiunto». Commenta così la trasformazione di cinque ville della camorra in altrettante scuole il sindaco di Casal di Principe e Vicepresidente di Avviso Pubblico, Renato Natale. Lì la campanella scolastica, come nel resto della Campania, suonerà il 24 settembre. Per quella data il comune, socio di Avviso Pubblico da giugno 2014, potrà garantire agli studenti la giusta distanza anti Covid, grazie agli spazi ricavati nelle cinque lussuose ville appartenute allo spietato clan dei “Casalesi”. Una sesta si aggiungerà in coda, per evitare più turni di lezioni e permettere a tutti di stare insieme.

Da tane di affari criminali a luoghi di cultura e istruzione. E a Casal di Principe si lavora ancora in queste ore per completare le nuove aule, adeguate e abbellite per accogliere i bambini e i ragazzi della città, dopo lo stop indotto dall’emergenza sanitaria e l’inaugurazione della didattica a distanza, che però ha escluso il 12% dei bambini (dati Istat), ovvero quelli che non hanno avuto accesso a un pc o a un tablet. Un dato che al Sud sale anche al 20%. Numeri che fanno riflettere. Se a questo si aggiunge la difficoltà dei comuni di individuare spazi e risorse economiche adeguate, il dato assume proporzioni ancora più rilevanti.

Non fa eccezione Casal di Principe, che per completare il progetto di allargamento di alcune aule, ha messo mano al portafoglio con 40mila euro di risorse proprie e 110mila dei fondi Covid del governo, visto il ritardo nello stanziamento di quelli regionali destinati al progetto. 150mila euro in tutto per recuperare la villa confiscata a Giovanni Lubello, genero di uno dei boss dei Casalesi Francesco Bidognetti e inventore delle ecomafie. Qui si lavora per recuperare tre nuove aule per la scuola Dante Alighieri e la materna Maria Montessori. Intanto in città sono arrivati i primi 300 banchi singoli, messi a disposizione dalla struttura del Commissario straordinario all’emergenza Covid-19.

Ecco perché l’operazione Casal di Principe non è solo una rinascita simbolica, ma un esempio di concretezza amministrativa e modello di buone pratiche. «La cultura è lo strumento principale per costruire Comunità alternative a quelle criminali», spiega ancora il sindaco Renato Natale, che ricorda alcune iniziative come l’esposizione di alcuni dei capolavori della Scuola di Caravaggio, in collaborazione con la Galleria degli Uffizi di Firenze, realizzata in uno dei beni confiscati al clan dei Casalesi. Ma anche «il teatro costruito su un terreno liberato, e le iniziative della Biblioteca. Ovviamente – spiega Natale – sono necessarie politiche di sviluppo e infrastrutturali, perché la gente deve trovare l’Antimafia non solo giusta ma anche utile. Ma per questo c’è bisogno di un maggiore aiuto da parte dello stato».

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