Si è concluso questa mattina a Pavia il settimo ciclo di incontri organizzati dalla Regione Lombardia in collaborazione con Avviso Pubblico, nell’ambito del progetto Percorsi di formazione e conoscenza contro mafia e corruzione.
Il progetto, che prevede la realizzazione di un totale di 22 eventi formativi nelle 11 tappe provinciali, mira a sviluppare iniziative di conoscenza, formazione e scambio di buone prassi amministrative, volte a far maturare sensibilità rispetto alla prevenzione e al contrasto alle mafie e alla corruzione e di ogni altro reato connesso alle attività illecite e criminose.
A Pavia si è discusso di Ecomafie, individuando gli interessi economici della criminalità organizzata nelle politiche ambientali, analizzando l’evoluzione della normativa in tema di difesa dell’ambiente. Due eventi – uno serale di carattere generale, e l’altro mattutino dai contenuti specialistici – che hanno visto la partecipazione di amministratori, funzionari e dipendenti degli Enti locali, giornalisti e cittadini.
Nel corso dell’evento del 6 giugno è intervenuta per un saluto la Presidente della Commissione Speciale Antimafia della Regione Lombardia, Monica Forte. Gli incontri sono stati moderati da Claudio Forleo, giornalista e referente dell’Osservatorio Parlamentare di Avviso Pubblico. Le due giornate formative sono state accreditate dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.
“Quando parliamo di presenze mafiose in Lombardia va abolito il termine infiltrazione, perché è molto più corretto parlare di pervasività o di colonizzazione – ha spiegato Mario Portanova, giornalista del Fatto Quotidiano – Va cancellata la narrazione dei territori immuni, come va eliminata l’anacronistica divisione tra i buoni e i cattivi venuti da lontano che portano i primi sulla cattiva strada. Se le organizzazioni criminali sono state in grado di radicarsi in questa regione è perché hanno trovato terreno fertile, sono state in grado di rispondere ad una richiesta di servizi che proveniva e proviene da parte del mondo dell’imprenditoria e delle professioni, anche in tema di reati ambientali ed ecomafie”.
“Ogni territorio racconta e segnala criticità: basta saperle ascoltare e coglierle, perché ci aiuta a mantenere la guardia alta su determinati fenomeni. Lo possiamo fare con il sostegno determinante dei cittadini e attraverso la costruzione di reti virtuose in grado di coinvolgerli assieme alle amministrazioni e alle associazioni – ha dichiarato il Ten.Col. Giovanni Gervasi della Direzione Investigativa Antimafia di Milano – La DIA non opera solo sul campo, ma si pone come interlocutore privilegiato delle Istituzioni per fornire dati di analisi e sintesi sulle dimensioni e le manifestazioni del fenomeno mafioso sui territori”.
“Ecomafie e crimini ambientali rappresentano la conseguenza del sistematico ed esasperato sfruttamento del territorio a cui assistiamo da decenni, non solo in Italia – ha evidenziato Antonio Pergolizzi, curatore del Rapporto Ecomafia di Legambiente – Per le organizzazioni criminali occuparsi, ad esempio, del ciclo illegale dei rifiuti attraverso aziende e impianti consente di moltiplicare gli affari: mediante il riciclaggio e il reinvestimento di denaro in imprese che si occupano di trattamento, trafficando illecitamente e spaziando dal mercato dei rifiuti a quello dei sottoprodotti, simulando operazioni di trattamento per abbattere l’imponibile e frodare il fisco, acquisendo fette di mercato legale”.
“Quello degli ecoreati e dei relativi interessi mafiosi è un tema su cui la Pubblica Amministrazione e le amministrazioni locali, lavorando in sinergia e utilizzando gli strumenti in loro possesso, possono davvero fare la differenza in senso positivo – ha sottolineato Manuela Iatì, giornalista di Sky e coautrice di Avvelenati – D’altro canto è una considerazione che vale anche in senso opposto: l’assenza o la mancata conoscenza del territorio da parte delle Istituzioni locali e nazionali, apre degli spazi immensi agli affari delle organizzazioni criminali”.
Percorsi di formazione e conoscenza contro mafia e corruzione prevede la realizzazione dei prossimi 2 eventi formativi a Como il prossimo 12-13 giugno, durante i quali si discuterà di “Welfare locale e infiltrazioni mafiose”. Per ulteriori informazioni: tutor@avvisopubblico.it
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IL RESOCONTO DEI PRECEDENTI INCONTRI:
Monza (21-22 maggio) sul tema delle INFILTRAZIONI NELLA SANITA’
Brescia (15-16 maggio) sul tema delle MAFIE NEL NORD ITALIA
Bergamo (8-9 maggio) sul tema degli APPALTI PUBBLICI
Mantova (15-16 aprile) sul tema dei BENI CONFISCATI
Lodi (9-10 aprile) sul tema del GIOCO D’AZZARDO
Cremona (27-28 marzo) sul tema della TRASPARENZA E DELL’ETICA