Da residenza di mafiosi a luogo di rinascita: al via un progetto del Comune di Verona, Fondazione Fevoss Santa Toscana e Av.Es. contro l’emergenza abitativa

Un immobile confiscato alle mafie diventa luogo di rinascita per i cosiddetti debitori esecutati: persone e famiglie, cioè, che hanno perso tutto dopo aver subito un’ordinanza di sfratto o il pignoramento della casa. Per loro la seconda occasione comincerà da Piazza dei Caduti, 26 a Santa Lucia. Qui, infatti, sorge l’appartamento che il Comune di Verona, ente socio di Avviso Pubblico, ha di recente ricevuto dall’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati (Anbsc) e che, a seguito di regolare bando, ha rimesso a disposizione della collettività per finalità sociali (come previsto dal codice antimafia) assegnandolo in comodato d’uso gratuito alla Fondazione Fevoss Santa Toscana, impresa sociale nata nell’alveo dell’omonima associazione di volontariato, con la sua storia ultratrentennale nell’assistenza alla persona. Ed è stata proprio questa a convincere l’assessorato al Patrimonio del Comune e l’intera Giunta comunale a fronte di cinque soggetti partecipanti al bando, insieme alla bontà del progetto che la Fondazione ha messo in piedi con l’associazione Av.Es., (Avvocati Veronesi per le Esecuzioni).

«Con questi professionisti, che svolgono incarichi di custode giudiziario nelle procedure esecutive immobiliari al Tribunale di Verona, avevamo già in essere da un anno una convenzione in base alla quale i nostri collaboratori si sono messi a disposizione per sgomberare, dagli immobili oggetto di procedura esecutiva, quei beni mobili, come gli arredi, abbandonati dal debitore esecutato e destinati allo smaltimento e che, invece, hanno potuto trovare nuova vita all’interno delle attività della Fondazione come il Bazar solidale», spiega il presidente di Fondazione Fevoss Santa Toscana, Alfredo Dal Corso, durante il sopralluogo effettuato oggi nella casa. «Da lì ad impegnarci per aiutare e accogliere anche le persone coinvolte il passo è stato breve».

Saranno dunque gli avvocati di Av.Es. a segnalare al Comune e a Fondazione Fevoss Santa Toscana i casi più delicati nei confronti dei quali intervenire. «Tra chi ha perso la propria abitazione a seguito di una procedura esecutiva, ci concentreremo sulle persone più indigenti e meritevoli, che si trovano in questa situazione in maniera assolutamente incolpevole», conferma il presidente di Av.Es., Francesco Ferrarese. «I componenti della nostra associazione si trovano ad affrontare numerosi casi del genere ogni anno: padri di famiglia che perdono il lavoro, madri single con figli minori a carico, che non riescono più a pagare le rate di un mutuo o l’affitto e subiscono il pignoramento dell’immobile o lo sfratto».

Un fenomeno che si è acuito negli ultimi mesi anche a Verona a causa dell’emergenza Covid, che ha messo in ginocchio molte attività economiche della città. «Basti pensare che oltre il 70 per cento dei buoni spesa distribuiti dal Comune è andato a persone che prima della pandemia erano sconosciute ai Servizi sociali», aggiunge l’assessore comunale al Patrimonio e all’Anticorruzione Edi Maria Neri, Vicepresidente di Avviso Pubblico, i cui uffici hanno trasferito l’appartamento alla Fondazione Fevoss Santa Toscana in tempi record. «Dopo che un primo immobile oggetto di confisca, in piazza Renato Simoni, è già stato assegnato attraverso i Servizi sociali al Centro Antiviolenza Petra, l’Amministrazione ha subito pensato a questo spazio per dare immediato sostegno abitativo alle persone che in maniera incolpevole hanno subito un’esecuzione forzata».

L’immobile, che può ospitare fino a due piccoli nuclei familiari, sarà offerto dunque come alloggio temporaneo, nell’attesa che le persone possano trovare una sistemazione definitiva. Prima, però, necessita urgentemente di alcuni interventi di ristrutturazione e adeguamento per renderlo più accogliente e dignitoso.

«Un rivenditore si è già fatto avanti per offrire nuovi sanitari, una piccola azienda edile farà la sua parte per eseguire i lavori. Rimarrebbero gli infissi da sostituire, un boiler elettrico per il bagno, i rivestimenti della zona cottura, le pareti da tinteggiare, i mobili per allestirlo», conclude Dal Corso che, forte del Bazar solidale realizzato dalla Fondazione lo scorso ottobre in via Marconi, ha testato in prima persona la generosità dei veronesi. «Ora sogno che altri possano aiutarci con una donazione per dare senso a questa bella iniziativa, in un’ottica di economia circolare. Aiutando le famiglie in difficoltà, consentiamo anche a piccole realtà economiche locali, in crisi a causa della pandemia, di rimettersi in carreggiata. Il nostro obiettivo è partire quanto prima con i lavori per poter accogliere le prime famiglie entro la fine dell’anno».

 

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