UNA STORIA DI CAPORALATO, BEPPE CASALES RACCONTA “IL MONSONE” SU #CONTAGIAMOCIDICULTURA

Questa settimana #CONTAGIAMOCIDICULTURA apre il sipario su una storia di sfruttamento bracciantile nelle campagne dell’Agro Pontino, sul tentativo di ribellione di chi viene sfruttato e che però si ritrova a combattere contro un pregiudizio che vince sulla condanna della negazione feroce e odiosa dei suoi diritti.

Per la prima volta il linguaggio e lo sguardo del teatro si innestano tra le storie che trapuntano la rubrica di Avviso Pubblico, nata per conoscere, analizzare e approfondire il sottobosco criminale, per prevenire e contrastare le infiltrazioni mafiose e i fenomeni corruttivi, per tentare di impedire che mafiosi e corrotti possano ancora continuare a danneggiarci.

Stavolta è Beppe Casales, attore e autore teatrale a introdurci nel mondo di Harjeet, un ragazzo indiano che viene in Italia per lavorare e che però finisce nel vortice spietato dello sfruttamento. Casales ci presenta “Il monsone – una storia di caporalato”, coprodotto con Campo Teatrale e ispirato al libro “Sotto padrone” (Fondazione Giangiacomo Ferltrinelli, 2019) di Marco Omizzolo, sociologo e scrittore. Lo spettacolo è patrocinato da Amnesty International e Avviso Pubblico.

«Avevo deciso che le storie raccolte in quel libro andassero raccontate anche attraverso il mio linguaggio, che è quello del teatro». Lo spettacolo è costruito attraverso la contaminazione di parole, proiezioni video e musica, che si alternano descrivendo le condizioni di vita e di lavoro di Harjeet, “l’ultimo anello di una catena di sfruttamento che parte dalla grande distribuzione dei supermercati e finisce nelle serre dove si coltiva la verdura”.

“Musica, voce e immagini compongono i pezzi di un processo al contrariol’uomo sfruttato si ribella e per questo deve essere punito – scrive l’autore -. Il solo tentativo di ribellarsi allo sfruttamento viene percepito come una sconsideratezza, una mancanza di riconoscenza dello sfruttato nei confronti sia del sistema economico che lo sfrutta, sia nei confronti dello Stato che lo tollera. Lo sfruttato che si ribella è un arrogante che non sta al suo posto”.

“Queste le premesse di un processo nel quale ogni protagonista trova voce e musica: un giudice meteoropatico, Harjeet lo sfruttato, la giovane ragazza che si ribella, il padrone che da accusato si trasforma in accusatore, il supermercato canterino e spensierato. Tutti aspettano il monsone, il vento che porterà la pioggia del cambiamento.

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