PERCHÈ LE STRAGI DEL ’92 NON SONO UN PERIODO CHIUSO: GIUSEPPE PIPITONE PRESENTA “MATTANZA” SU CONTAGIAMOCI DI CULTURA

Questa settimana #CONTAGIAMOCIDICULTURA prova a penetrare nei buchi neri delle stragi del 1992 per scoprire quello che ancora non è stato detto su quegli attentati che hanno cambiato il volto del nostro paese. In questa nuova puntata, per la prima volta, accogliamo la forma di racconto del podcast, per arricchire la rubrica di Avviso Pubblico nata per conoscere, analizzare e approfondire il sottobosco criminale, per prevenire e contrastare le infiltrazioni mafiose e i fenomeni corruttivi, per tentare di impedire che mafiosi e corrotti possano ancora continuare a danneggiarci.

Stavolta tocca a Giuseppe Pipitone, giornalista de ilfattoquotidiano.it, che ha prodotto Mattanza, un podcast sulle stragi del 1992, disponibile sul sito del Fatto Quotidiano e su tutte le maggiori piattaforme digitale “come nessuno le ha mai raccontate”, scritto insieme allo sceneggiatore Marco Colombo.

«Raccontano che le stragi sono un periodo chiuso, una storia di 30 anni fa, in cui sono morti Falcone, Borsellino e gli uomini delle scorte e non c’è nient’altro da scoprire. Ma non è così», spiega Pipitone. Ed è per questo che scava tra i documenti e le cronache di questi tre decenni, alla ricerca di quelle verità che ancora non conosciamo: tutti i mandanti, tutti gli esecutori, ma soprattutto tutti i moventi che portarono a quella mattanza.

Ci sono diversi buchi nella trama di questo racconto che non sono stati riempiti in questi trent’anni di indagini e processi, spiega ancora Giuseppe Pipitone. «Con Mattanza ho voluto raccontare tutto quello che oggi non sappiamo sulla strage di Capaci, su quella di via D’Amelio e di riflesso anche sulle stragi del ’93 – conclude l’autore -, che anche se sono molto diverse da un punto di vista degli obiettivi, il movente è più o meno sempre lo stesso».

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