Mafie e professioni: la tesi di ricerca di una studentessa del Master APC dell’Università di Pisa su criminalità organizzata e corruzione

Avviso Pubblico svolge da anni un lavoro di approfondimento delle modalità attraverso le quali le organizzazioni criminali riescono ad infiltrarsi nelle istituzioni e nell’economia.

Un aspetto particolarmente importante riguarda la c.d. area grigia, cioè quell’insieme di relazioni tra le associazioni mafiose e soggetti del mondo legale (imprenditori, politici, pubblici funzionari, professionisti), che ne favorisce la diffusione ed il rafforzamento.
Le relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e della Commissione Parlamentare Antimafia offrono importanti spunti di riflessione sulle dimensioni di tale fenomeno.

Ospitiamo sul tema un contributo di Cecilia Anna Mariatti Mafia, professionisti ed ordini professionali. Riflessioni e considerazioni su un fenomeno poco dibattuto, elaborato al termine del Master APC Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, organizzato annualmente dall’Università di Pisa in collaborazione anche con Avviso Pubblico.

La ricerca analizza nei suoi aspetti generali il fenomeno della contiguità tra mafia e mondo delle professioni liberali, del contributo che ciascuna di esse può garantire, e delle differenti strategie messe in atto dalle organizzazioni criminali. Viene poi dedicata un’attenzione specifica alle misure adottate dall’Ordine professionale degli avvocati e dalle sue articolazioni territoriali (gli Ordini circondariali) per contrastare comportamenti illeciti dei propri iscritti, con particolare riguardo alle norme che disciplinano l’accesso alla professione (e la re-iscrizione dopo un provvedimento di cancellazione dall’Albo), a quelle riguardanti il procedimento disciplinare interno e il Codice Deontologico forense, mettendo in luce anche il diverso atteggiamento nei confronti di questa problematica da parte degli Ordini circondariali.

Per un approfondimento di questo tema vedi, tra le altre, l’ultima relazione della Commissione Antimafia su Mafie ed economie e le Relazioni della DIA e della DNA pubblicate sull’Osservatorio parlamentare.

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