AVVISO PUBBLICO È STATA AMMESSA PER LA PRIMA VOLTA COME PARTE CIVILE NELL’AMBITO DEL PROCESSO GRIMILDE, CONCLUSO CON SENTENZA DI PRIMO GRADO A DICEMBRE. IL RICONOSCIMENTO IN ESSA DEL REATO ASSOCIATIVO ‘NDRANGHETISTA-MAFIOSO HA RIBADITO COME LE MAFIE AL NORD SIANO SEMPRE PIÙ PRESENTI E RAMIFICATE. LE INDAGINI E LE ANALISI CONDOTTE DURANTE IL DIBATTIMENTO, SUPPORTATE ANCHE DALLE CONOSCENZE ACQUISITE DA AVVISO PUBBLICO NEI PROPRI AMBITI DI COMPETENZA, RILANCIANO LA NECESSITÀ CHE SI INTENSIFICHI L’ATTENZIONE SULLE MODALITÀ E LE CAPACITÀ MAFIOSE DI INTRODURSI NEL TERRITORIO ANCHE IN REALTÀ ECONOMICHE ED ISTITUZIONALI SANE E SI ATTIVINO UNITARIE INIZIATIVE DI PREVENZIONE E CONTRASTO.
IL CONTRIBUTO DI ANDREA SPERANZONI*
Quando termina un giudizio penale, sia esso di primo grado o relativo ai gradi successivi al primo, oltre all’esito contenuto nel dispositivo della sentenza (in questo caso di primo grado), si impongono riflessioni sull’esperienza giudiziaria vissuta e, nel caso di un processo relativo a fatti di mafia come quello del dibattimento Grimilde, appare necessario porsi al di fuori della ricostruzione probatoria effettuata, per soppesare con lucidità le linee di continuità o di parziale discontinuità di un fenomeno criminale articolato e complesso.
Prendendo le mosse dal dispositivo della sentenza, il Tribunale di Reggio Emilia in composizione collegiale, dopo 2 anni di istruttoria dibattimentale ha condannato Francesco Grande Aracri e Paolo Grande Aracri alle pene, rispettivamente di 19 anni e 6 mesi e di 12 anni e 2 mesi di reclusione, riconoscendo la fondatezza e la gravità del reato associativo ‘ndranghetista-mafioso. Per cinque imputati è stata inoltre riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso di cui all’articolo 416 bis.
Il mutamento delle mafie al nord
L’esito di questo giudizio costituisce il frutto di un lavoro investigativo straordinariamente efficace condotto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e dal Pubblico Ministero Beatrice Ronchi; ma l’istruttoria ci consegna oggi nuovi parametri da approfondire e da analizzare anche al di fuori del contesto strettamente giudiziario: il fenomeno mafioso in Emilia Romagna e nelle regioni del Nord del Paese è infatti in rapido mutamento, si presenta in maniera strisciante, con nuove e allarmanti capacità di penetrazione del tessuto economico e sociale sano, si avvale di articolate schermature dietro cui opera la gravissima forza di intimidazione e di assoggettamento.
La ‘ndrangheta nei territori supera gli schemi tradizionali e si adegua ai mutamenti della società, sfruttandoli, seguendo la ricchezza ed il lavoro per depredare e soggiogare ai propri scopi. L’effetto di impoverimento del territorio, di annichilimento delle vittime e del ruolo del Sindacato nel mondo del lavoro, il drastico abbassamento del livello di tutela del lavoro stesso e la trasformazione della dignità della persona in assoggettamento e in paura sono solo alcuni degli effetti nefasti prodotti dal nuovo volto della mafia.
Epicentro del sodalizio e dell’agire criminoso veniva così individuato nel processo Grimilde nella provincia reggiana (in particolare nel territorio del Comune di Brescello), ma anche in quelle di Modena, Parma e Piacenza, come recita il capo 1 dell’imputazione, con riguardo al reato associativo nei territori limitrofi della stessa regione Emilia-Romagna e di Lombardia e Veneto. Inoltre, nell’imputazione originariamente contestata, fatti di reato venivano commessi a Mantova e nella sua provincia, a Crotone, in Provincia di Brescia e perfino in uno Stato estero, il Belgio.
L’importanza della partecipazione di Avviso Pubblico
Dentro questo perimetro criminale in via di espansione ed oggetto di contestazione di reati nel processo sentenziato in primo grado nel dicembre scorso, si è collocata l’azione di Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione, ammessa per la prima volta come parte civile.
Nel passaggio processuale fondante l’atto di ammissione è stato pertanto riconosciuto che Avviso Pubblico, fin dalla sua costituzione avvenuta nel 1996, è stata ed è a tutt’oggi portatrice di interessi diffusi su tutto il territorio nazionale in materia di contrasto alla criminalità organizzata di tipo mafioso e di tutela e promozione dell’iniziativa e della cultura della legalità, in riferimento, dunque, alla salvaguardia di una situazione storicamente circostanziata, fatta propria, come scopo specifico, dall’associazione, divenendo elemento costitutivo e perciò oggetto di un diritto di personalità dell’ente.
L’offesa dello scopo sociale, che costituisce la finalità propria di Avviso Pubblico, ha legittimato quindi la costituzione di parte civile e ciò che ne deriva nel processo penale in termini di sostegno al lavoro ricostruttivo-probatorio della Pubblica Accusa e di richiesta risarcitoria agli imputati.
Dopo la pronuncia del dicembre 2022 può inoltre affermarsi che i reati associativi di stampo mafioso o aggravati dal metodo mafioso hanno arrecato anche “un’offesa all’interesse perseguito dal sodalizio e posto dallo statuto quale ragione istituzionale della propria esistenza ed azione” sul presupposto che l’associazione Avviso Pubblico ha fatto “di un determinato interesse collettivo l’oggetto principale della propria esistenza, tanto che esso sia diventato elemento interno e costitutivo del sodalizio e come tale ha assunto una consistenza di diritto soggettivo” e dunque che “ogni attentato a tale interesse si configura come lesione di un diritto soggettivo inerente alla personalità e all’identità dell’ente”.
Questo passaggio giuridico appare particolarmente importante poiché apre la porta ad un nuovo ruolo attivo di Avviso Pubblico nei processi di mafia e consentirà, di riflesso, di svolgere uno studio e un’analisi del fenomeno mafioso in tempo reale. Tempo che coinciderà anche con l’emersione dei fatti e delle prove nel corso dei giudizi e che permetterà su diversi piani analisi e studio dei fenomeni criminali sui territori, formulazione di iniziative e proposte.
Per comprendere l’area di incidenza prodotta dall’ingresso di Avviso Pubblico come parte nel processo scaturito dall’inchiesta Grimilde basta scorrere l’elenco dei reati-fine su cui si è fondato il sodalizio ‘ndranghetista, ovvero: “delitti in relazione al commercio di sostanze stupefacenti, estorsioni, usure, furti, danneggiamenti a seguito di incendi, incendi, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza delittuosa in attività economiche, corruzione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, uso illegittimo di carte di credito, accesso abusivo a sistemi informatici”.
Ancora, l’associazione mafiosa era stata costituita per ottenere l’acquisizione di “appalti pubblici e privati”, l’acquisizione diretta o indiretta di innumerevoli vantaggi ingiusti e della “gestione e/o controllo di attività economiche, in particolare nel settore edilizio, movimento terra, smaltimento rifiuti, ristorazione, gestione cave, trasporti” e nell’ostacolare il libero esercizio del diritto di voto “procurando a sé e ad altri voti in occasione di competizioni elettorali almeno dal 2007 al 2012 nelle province di Parma e Reggio Emilia, ottenendo di convogliare le preferenze su determinati candidati in cambio di future utilità e comunque ricercando contatti e stringendo patti con politici ed esponenti istituzionali in grado di favorire il consolidamento della presenza dell’associazione mafiosa nel territorio, accrescere la sua capacità di intimidazione, anche contrastando rappresentanti delle istituzioni politiche, amministrative ovvero della società civile che si opponevano alla loro presenza ed azione”.
Il contesto associativo-mafioso emiliano ha mostrato dunque tutta la propria pericolosità ed è stato definito come gruppo unitario, portatore di autonoma e localizzata forza di intimidazione “derivante dalla percezione, sia all’interno che all’esterno del gruppo stesso dell’esistenza e operatività dell’associazione nell’intero territorio emiliano come un grande e unico gruppo ‘ndranghetistico con suo epicentro a Reggio Emilia”.
La necessità di maggiore attenzione
Entro questo quadro di contestazioni, il ruolo attivo dell’associazione Avviso Pubblico nella dialettica processuale ha costituito un valore aggiunto, assieme a quello di altre associazioni antimafia, degli Enti territoriali e dei Sindacati, come “accusa privata”, a fianco a quello del Pubblico Ministero, rafforzando quindi la medesima Accusa Pubblica davanti ai delitti di mafia contestati. Sul piano anche meta processuale si è di fronte ad un fenomeno che merita tanta più attenzione, quanto più gravi e mutevoli son le sue accezioni e caratteristiche.
Il dibattimento Grimilde si è infatti avvalso, oltre che su l’encomiabile, decisivo e risoluto lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura requirente, specializzate nel contrasto alla criminalità di tipo mafioso, anche di saperi e di analisi via via stratificatesi nell’ultimo quindicennio che hanno posto il focus sui rischi e sui cosiddetti fattori facilitanti dell’infiltrazione ‘ndranghetista al Nord e in Emilia Romagna, costituiti negli anni Ottanta, Novanta e Duemila dalla sottovalutazione del fenomeno criminale, dalla vulnerabilità del territorio e della società politica, conseguente alla violenza e alla forza di intimidazione, esercitata dai sodalizi mafiosi e ‘ndranghetisti, dai ritardi investigativi e nei meccanismi di accettazione sociale.
I nuovi metodi striscianti di tipo mafioso, che si avvalgono, nell’attualità, di saperi e competenze anche di “colletti bianchi”, richiedono, perché si produca un efficace contrasto a tale fenomeno criminale, l’integrazione di saperi, attinti anche da ambiti disciplinari extragiuridici e integrantisi l’un l’altro.
All’indifferenza e alle opacità, andranno allora contrapposte competenze, nuove consapevolezze ed una rinnovata (e costantemente alimentata) coscienza civile e democratica che ponga al centro la tutela della persona, della società, del lavoro e dell’impresa come patrimonio collettivo e sicurezza territoriale da tutelare con forza.
Entro tale ultima prospettiva, lo Statuto e la Carta di Intenti di Avviso Pubblico costituiranno due architravi in grado di reggere la dinamica rinnovata di un’azione incisiva fuori e all’interno dei processi di mafia, guardando al futuro e alle nuove generazioni di cittadini e cittadine.
*avvocato, saggista, legale di parte civile per Avviso Pubblico nel processo Grimilde