“RACCONTIAMO IL BENE”, AL VIA LA CAMPAGNA DI LIBERA SULLA NARRAZIONE DELLE PRATICHE DI RIUTILIZZO DEI BENI CONFISCATI

È partita la campagna “Raccontiamo il bene”, ideata da Libera e che ha l’obiettivo “di contare e raccontare le pratiche di riutilizzo dei beni confiscati gestite dall’associazionismo”, che attraversa l’Italia dal nord al sud.

L’idea è quella di raccogliere le informazioni sulla gestione dei beni, in modo da scattare una fotografia quanto mai aggiornata e precisa delle buone pratiche operate dalle associazioni sul territorio nazionale e che secondo i dati già in possesso di Libera, “sta cambiando il volto del paese”. Lo si può fare attraverso la partecipazione dei soggetti gestori di beni confiscati, ai quali Libera chiede di compilare questo breve questionario quali-quantitativo.

Un racconto collettivo – scrivono gli ideatori del progetto – capace di dimostrare, una volta di più, che riutilizzare i beni confiscati per finalità pubbliche e sociali non solo ha un valore etico, culturale, politico e simbolico insostituibile, ma anche un importante valore economico, che si traduce in esperienze di imprenditorialità sociale, in contratti di lavoro, in un grande sistema di welfare“.

Fare economia, sviluppare occasioni di crescita, promuovere esperienze di riscatto e cambiamento, fornire servizi per il territorio e creare nuovi modelli di sviluppo. È questo quello che ruota attorno ai beni liberati dal giogo dei clan e dell’economia criminale. “Il prossimo 7 marzo – ricorda Libera – saranno trascorsi 27 anni dall’approvazione della Legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie”, che è stata un volano nella prevenzione e contrasto alle mafie.

In questi anni si è tessuta una rete di esperienze che oggi conta oltre “950 soggetti sociali impegnati quotidianamente nella gestione di questi luoghi. Il nostro impegno – conclude Libera – è e deve restare quello di valorizzare la bellezza di queste storie”.

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