Il Consiglio dei ministri scioglie altri 5 consigli comunali in Calabria. Il comunicato di Avviso Pubblico

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 22 novembre, ha deliberato lo scioglimento per infiltrazioni e condizionamento di tipo mafioso di 5 comuni, tutti situati in Calabria: Cassano all’Ionio (Cosenza), Isola di Capo Rizzuto (Crotone, già sciolto nel 2003), Marina di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria, già sciolto nel 2011), Lamezia Terme (Catanzaro – al suo terzo scioglimento, dopo quelli del 1991 e 2002) e Petronà (Catanzaro).

Era dal biennio 2012-2013 che non si registrava in un solo anno un così elevato numero di enti sciolti ai sensi dell’art. 143 del Testo unico sugli enti locali. La Calabria contende da diverso tempo, insieme alla Campania, il triste primato degli enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose: 104 in Campania; 100 in Calabria.

Dall’inizio del 2017, sono 21 in Italia le Amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni mafiose, a conferma dell’attualità del rapporto tra mafia e politica che, sempre più, coinvolge il ruolo e le attività degli enti locali.

Tre dei cinque Comuni sciolti ieri dal Consiglio dei Ministri – Isola di Capo Rizzuto, Lamezia Terme e Marina di Gioiosa Jonica – aderiscono ad Avviso Pubblico. L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione, quando era stata diffusa la notizia dell’istituzione di commissioni d’accesso per i tre comuni in questione, aveva tempestivamente deciso di mettere in atto un’accurata azione di monitoraggio in attesa della conclusione del procedimento di verifica da parte del Ministro dell’Interno, stabilendo altresì di non organizzare alcuna iniziativa che vedesse coinvolta l’Associazione e i Comuni interessati. Questo nel rispetto delle persone e delle istituzioni a vario titolo coinvolte e a tutela dell’immagine e della credibilità di Avviso Pubblico.

Oggi, dopo la decisione del Consiglio dei Ministri, in base alle norme statuarie dell’Associazione, l’Ufficio di Presidenza ha deliberato di sospendere i tre Comuni dall’Associazione.

Avviso Pubblico valuterà con la massima attenzione le motivazioni che hanno portato allo scioglimento dei tre comuni e che saranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale e seguirà con altrettanta cura i legittimi ricorsi verso le autorità competenti che i Comuni interessati vorranno eventualmente intraprendere.

Preoccupa non solo il numero di Comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, ma altresì il ripetersi di queste situazioni in realtà già toccate da questo provvedimento. Tutto questo impone innanzitutto alle forze politiche di scegliere con maggiore attenzione e responsabilità i propri candidati e ai cittadini di stare attenti alle persone che votano. Inoltre, conferma l’esigenza di sollecitare il legislatore, come Avviso Pubblico ha fatto più volte e come anche recentemente ha ribadito la Presidente della Commissione parlamentare antimafia, On. Rosy Bindi, a rivedere la normativa in materia, in particolar modo tipizzando meglio i casi di scioglimento, prevedendo specifici interventi sull’apparato burocratico-amministrativo, nonché forme di tutoraggio che affianchino le giunte comunali e facilitino l’individuazione di soluzioni che evitino la secca alternativa tra scioglimento e non scioglimento dell’ente.

Per facilitare l’analisi del fenomeno e conoscere le Amministrazioni coinvolte nella procedura ex art. 143 del testo unico sugli enti locali, Avviso Pubblico ha predisposto sul suo sito internet un’apposita sezione dedicata a questo tema, che contiene tra l’altro un video di ricostruzione della normativa e alcune mappe interattive, riferite sia all’intero territorio nazionale che alle 4 regioni maggiormente coinvolte (Campania, Calabria, Sicilia e Puglia); una mappa riguarda le Amministrazioni coinvolte più volte nella procedura di verifica delle infiltrazioni mafiose (tutte concentrate nel Centro sud). Per ciascun ente sono visualizzabili le informazioni relative ai singoli decreti di commissariamento ed archiviazione.

Tutto questo nella convinzione che la prima forma di prevenzione sia costituita dalla corretta conoscenza dei fenomeni, elemento indispensabile anche per realizzare un’efficace politica di contrasto alle infiltrazioni mafiose negli enti locali.

 

 

 

 

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