“Di ‘ndrangheta, di memoria e di Calabria”. Anna Sergi raccolta il suo “Inferno ammobiliato” su #Contagiamocidicultura

Ricordi di infanzia e memorie intime fra l’Aspromonte e la costa tirrenica, da Limbadi a Gioia Tauro, intrecciati a eventi di cronaca nera in una Calabria scossa dai sequestri di persona e da altri terribili fatti di sangue. In questa nuova puntata di #Contagiamocidicultura proveremo a scoprire  “L’inferno ammobiliato – Di ‘ndrangheta, di memoria e di Calabria” di Anna Sergi, professoressa ordinaria di criminologia all’Università di Essex, nel Regno Unito. Il volume è pubblicato da Blonk editore all’interno della collana Storie Contemporanee, con la prefazione di Enzo Ciconte, storico delle mafie.

«Con questo libro provo a ricongiungere i fili delle mie memorie per capire come la mia percezione del fenomeno della ‘ndrangheta si è formata – spiega Anna Sergi – Queste percezioni nascono da ricordi personali e collettivi. Sono partita da qui chiedendomi come questi abbiano influenzato il mio lavoro». Criminologa e ricercatrice dell’intreccio fra mafia e potere in ambito internazionale, l’autrice spiega che talvolta le sue indagini accademiche rivelano discrasie fra come «il fenomeno ‘ndrangheta viene descritto fuori dalla Calabria e come invece viene percepito in Calabria».

Da qui il titolo del libro, “L’inferno ammobiliato”, appunto, che è la premessa di questa analisi. «Se la ‘ndrangheta – si chiede Anna Sergi – rende la Calabria un inferno, come fanno le persone a viverci, come fanno ad ammobiliare l’inferno?». A venire incontro all’autrice è una fortunata metafora del sociologo Alessandro Pizzorno che scrisse «che si può ammobiliare anche l’inferno, per indicare che ci si abitua anche alle condizioni di marginalità e di crisi quando non si riesce o neppure si prova a cambiarle.

E così l’autrice arriva alla conclusione che se inferno era, in alcuni luoghi della Calabria della sua infanzia e adolescenza, forse era un inferno ammobiliato. «Questo vuole essere un libro intimo, in cui racconto molte delle mie esperienze: le analizzo, le metto sotto il microscopio e cerco di capire anche in maniera critica come nascono alcuni dei pregiudizi sui calabresi e sulla ‘ndrangheta e come nasce la sua mitologia in questi territori», conclude Anna Sergi, che con la sua analisi scava anche nei propri di preconcetti.

Il libro non è solo un racconto autobiografico, ma anche un’analisi criminologica del fenomeno ‘ndrangheta, che scava e rielabora miti e pregiudizi. Invita a riflettere sulle implicazioni sociali, politiche ed economiche della sua esistenza, provando ad approfondire la comprensione di una delle organizzazioni criminali più potenti e insidiose del mondo.

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