Il Comune di Piacenza ha dato recentemente vita a “I giovedì della legalità”, una rassegna culturale come esempio di costruzione di un impegno collettivo nella prevenzione e nel contrasto a mafie e corruzione. Molte le iniziative e tanti i protagonisti della lotta alle mafie. Ne abbiamo parlato con Serena Groppelli, assessora alla Legalità e alla Partecipazione della città emiliana, e ideatrice della rassegna costruita con la collaborazione di Avviso Pubblico.
La cultura e l’impegno sociale mirato a sensibilizzare la comunità sui temi della legalità e della giustizia, contro mafie e corruzione. È questa la premessa su cui è nata la rassegna “I giovedì della Legalità” promosso dal Comune di Piacenza, in collaborazione con Avviso Pubblico, la rete italiana dei comuni antimafia. Dal 16 maggio al 13 giugno, presso l’Auditorium Sant’llario di Piacenza, si è svolta la prima edizione della rassegna culturale che ha coinvolto la cittadinanza in incontri, dibattiti e presentazioni assieme a esperti, magistrati, avvocati, giornalisti e testimoni diretti di storie legate alla legalità.
Non solo un evento, ma un vero e proprio viaggio attraverso la consapevolezza civica, con l’obiettivo di creare un dialogo aperto e costruttivo. Ogni giovedì – cinque incontri in tutto –. Attraverso lo scambio con i protagonisti della lotta alle mafie – fra i partecipanti anche il Procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, che ha catturato Matteo Messina Denaro – i partecipanti hanno potuto approfondire la comprensione dei meccanismi che regolano le organizzazioni mafiose e la loro evoluzione nel tempo, fino ai giorni nostri.
In realtà l’edizione 2024 era stata preceduta da un’altra esperienza. «Eravamo partiti due anni fa. Con il presidio locale di Libera avevamo ideato una rassegna con una serie di incontri e presentazioni sul tema mafie e legalità – spiega Serena Groppelli, assessora alla Legalità e Partecipazione al Comune di Piacenza – Finita l’esperienza, che è andata molto bene, abbiamo deciso di portarla avanti e renderla una sorta di appuntamento fisso, anche per abituare le persone ad interessarsi del tema. Così abbiamo individuato sul calendario un giorno al mese, il giovedì, appunto».
Un’esperienza che nasce dall’esigenza di rispondere ad alcuni casi di intimidazione che in passato ha colpito anche amministratori pubblici di Piacenza. La rassegna, infatti, è finanziata grazie agli stanziamenti del Fondo per la legalità e per la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori – proposto da Avviso Pubblico che siede al tavolo del Ministero dell’Interno che si occupa del fenomeno. Un finanziamento, a titolo di ristoro all’Ente, grazie al quale il comune di Piacenza ha potuto a sostenere il progetto senza pesare sui conti pubblici.
«L’idea che sta alla base della rassegna è che la criminalità è organizzata e quindi in qualche modo bisogna organizzare una forma di reti anti criminalità. E il modo migliore per farlo – dice ancora Serena Groppelli – è fondamentalmente la cultura. Tolte le grandi inchieste giudiziarie e i grandi casi di mafia che catalizzano l’attenzione delle persone, resta un tema di legalità quotidiana di cui siamo tutti antenne e talvolta anche complici. E quindi diciamo che una riflessione su quelle che sono piccole grandi azioni e anche piccole grandi storie diventa un buon modo per fare cultura in questo senso».
La partecipazione attiva della comunità è un elemento fondamentale per il successo di questa rassegna. E vista la risposta di pubblico, il Comune non esclude di promuovere anche un’edizione autunnale, già nei prossimi mesi. “I giovedì della legalità”, infatti, si propone non solo come momento di riflessione, ma anche come un’opportunità per i cittadini di Piacenza di diventare protagonisti di un cambiamento culturale. Anche là dove a volte le mafie sono più invisibili. Un’invisibilità che però le inchieste giudiziarie hanno messo in chiaro, dimostrando che sono penetrate a fondo del tessuto economico di una regione che si ipotizzava sano.
Inoltre, la condivisione delle esperienze e delle conoscenze fra i partecipanti favorisce la creazione di una rete sociale consapevole. Chi ha partecipato ai primi eventi, è tornato a seguire anche gli altri. E con entusiasmo. Sintomo di un bisogno di crescita collettiva. Per questo, accanto alla collaborazione con Avviso Pubblico, il Comune immagina di continuare a coinvolgere i protagonisti dell’associazionismo cittadino che si occupano di questi temi e di portare alcune di queste esperienze anche fra i banchi di scuola. Perché è proprio lì che è più necessario intervenire per iniziare a sviluppare i giusti anticorpi.
«C’è ancora un’opinione troppo diffusa che la mafia sia un problema del Sud Italia, anche se si inizia a capire che non è esattamente così già da molto tempo. Ma aggiungo, se anche vivessimo in un territorio vergine – e il nostro non lo è – non significa che un domani le organizzazioni criminali non possano arrivare. Bisogna, quindi, studiarle e imparare a conoscerne il funzionamento per riconoscerle nel momento in cui ci sbattiamo contro. Ecco perché – conclude l’assessora Groppelli – pensiamo sia importante sviluppare iniziative simili». Il suo auspicio è che i piacentini si affezionino a questa esperienza, facendola propria in un’ottica di partecipazione attiva.