“CALABRIA, LE MODIFICHE ALLA LEGGE 9/2018 RAPPRESENTANO UN PASSO INDIETRO NEL CONTRASTO AL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO”: IL COMUNICATO DI AVVISO PUBBLICO

La proposta di legge n.107, che punta a modificare la legge n.9 del 2018, rappresenta un passo indietro rispetto all’obiettivo dichiarato dall’articolo 16 della normativa, ovvero il contrasto al gioco d’azzardo patologico e alla prevenzione dei rischi connessi.

Avviso Pubblico ha avuto modo di sottolinearlo nel corso dell’audizione dello scorso 8 novembre, tenuta presso la I Commissione – Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale del Consiglio regionale della Calabria. Poiché la legge della Regione Calabria prevede l’applicazione, a partire dal 1°gennaio 2023, del distanziometro anche alle attività in possesso di licenza alla data di approvazione della legge, come Avviso Pubblico abbiamo proposto, prima di apportare eventuali modifiche alla legge 9/2018, di effettuare una mappatura del territorio, allo scopo di conoscere i reali effetti che tale applicazione avrebbe sull’offerta di gioco.

Solo rispondendo in maniera esaustiva a questa domanda, si potrebbe realmente capire se esiste o meno in concreto il rischio di “cancellare” il gioco legale dal territorio calabrese, o se l’applicazione del distanziometro anche alle licenze in essere comporterebbe invece un’auspicabile diminuzione dell’offerta di gioco.

In merito ad un altro punto, oggetto di possibili modifiche, ovvero le limitazioni degli orari di accesso agli apparecchi di gioco, riteniamo sia auspicabile, viste le esperienze provenienti da altri territori e le pronunce dei giudici amministrativi: a) consentire l’accesso agli apparecchi da intrattenimento per un massimo di 8 ore giornaliere; b) inserire queste otto ore in due fasce orarie distinte; c) non consentire, di conseguenza, l’accesso agli apparecchi da intrattenimento nelle ore notturne.

Nel corso degli anni le disposizioni di Regioni ed Enti locali sono state più volte attaccate perché avrebbero innescato una serie di effetti collaterali. Uno su tutti: causerebbero una contrazione eccessiva del gioco legale e un aumento proporzionale del gioco illegale. Va ribadito che, ad oggi, non esiste uno studio indipendente che certifichi il presunto nesso tra applicazione del distanziometro e aumento del gioco illegale.

Al contrario, la Direzione Investigativa Antimafia, i magistrati applicati alle Direzioni Distrettuali Antimafia, le Relazioni delle Commissioni parlamentari, l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, evidenziano – da anni – le pesanti infiltrazioni mafiose nel gioco legale, a scopo di riciclaggio. Molto più spesso di quanto non venga raccontato, canale legale e illegale finiscono, purtroppo, per alimentarsi a vicenda, soprattutto in territori ad alta densità mafiosa, per effetto dell’aumento esponenziale dei giocatori d’azzardo, stimolati dalla crescente offerta di gioco degli ultimi 15 anni. È un dato di fatto, seppur ancora non sempre messo in evidenza. Per questo riteniamo che una restrizione dell’offerta di gioco legale, ridurrebbe i tentativi di infiltrazione che lo vedono costantemente sotto tiro.

Sulla presunta inefficacia degli strumenti applicati da Regioni ed Enti locali, vi sono dati provenienti da altri territori che hanno applicato il distanziometro sulle licenze in essere e le limitazioni degli orari di apertura delle sale da gioco, in cui si è assistito ad un notevole calo del giocato e delle perdite dei giocatori. Sono dati pubblici, disponibili per chiunque voglia verificarli.

Come Avviso Pubblico, ci preme svolgere un’ultima considerazione: gli strumenti normativi, applicati da Regioni ed Enti locali, sono essenziali. Ma il loro effetto viene moltiplicato da un’opera capillare di formazione e sensibilizzazione. Un’opera che deve vederci coinvolti tutti, dalle Istituzioni locali alle associazioni, passando per i servizi sui territori. Solo così i cittadini svilupperanno conoscenza e consapevolezza sui rischi dell’abuso di gioco d’azzardo, le vite che è in grado di soggiogare e gli enormi interessi della criminalità organizzata.

 

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