Appello su Decreto Semplificazioni: “Esprimiamo forte preoccupazione per alcune proposte contenute nelle bozze del decreto: rischio concreto di fare un regalo a mafie e corruzione”

Esprimiamo forte preoccupazione per alcune misure contenute nelle bozze del Decreto Semplificazioni, il quale più che “Libera-Italia” rischia di rappresentare fino al 31 luglio 2021 un “liberi tutti” nelle procedure di aggiudicazione degli appalti per opere pubbliche.

Rileviamo la valenza potenzialmente criminogena dell’utilizzo generalizzato dell’affidamento diretto fino a 150mila euro e della trattativa privata con una “consultazione” di cinque operatori fino a 5 milioni di euro in enti pubblici spesso impoveriti di competenze ed esposti alla pressione esterna di interessi privati e criminali, così come dell’estensione della nomina di commissari straordinari e alla revisione delle norme in materia di abuso d’ufficio e di danno erariale, che lascerà impuniti i funzionari fautori di acquisti inutili.

Si tratta di elementi che per un verso accrescono i poteri arbitrari dei decisori, dall’altra indeboliscono controlli e responsabilità senza andare alla radice del problema, ossia una reale semplificazione delle norme.

Come ha osservato il Presidente dell’Associazione magistrati della Corte dei Conti: “La norma in questione attacca solamente i sintomi, è come rompere un termometro piuttosto che curare la febbre”. Accogliamo con favore – da quanto si apprende da notizie di stampa – lo stralcio dalle bozze del decreto della proposta di sanatoria edilizia, le cui disposizioni rappresentavano un ennesimo condono ed un inaccettabile incentivo ad abusi ed irregolarità.

Sarebbe gravissimo se nel nome di una pseudo-semplificazione che punta a sbloccare i contratti pubblici e sburocratizzare il Paese per favorire una ripresa post pandemia –necessaria e condivisibile – venissero depotenziati o aggirati gli strumenti di tutela, di controllo e di garanzia dei diritti – in primis quelli del lavoro e dell’ambiente – e i necessari strumenti di trasparenza e di prevenzione contro le possibili penetrazioni di meccanismi corruttivi e mafiosi.

Nei 18 punti di GiustaItalia, tenuto conto del parere di autorevoli magistrati ed esperti, nonché di quanto emerso nel corso delle audizioni nelle commissioni parlamentari, abbiamo fornito concrete indicazioni in materia di appalti per evitare gli effetti negativi della legge cosidetta “sblocca cantieri”, con la richiesta di abrogazione della legge n. 55 del 2019, per rafforzare e qualificare le Centrali uniche di committenza, senza ulteriori deroghe ed elevandone le competenze tecniche, applicando gli strumenti di assegnazione, anche in situazioni di urgenza, già previsti dal Codice degli appalti insieme al rafforzamento dell’Autorità nazionale anticorruzione.

Da sempre mafie, corruzione, criminalità economica e ambientale sanno come trarre profitto da un indebolirsi di regole e controlli. Come hanno più volte affermato il ministro dell’Interno e il procuratore nazionale antimafia sanno sfruttare i periodi di crisi economico-sociale per acquisire consenso, aumentare i loro profitti e il loro potere di condizionamento.

Sollecitiamo, pertanto, il Governo e le forze politiche presenti in Parlamento a tenere conto di queste autorevoli voci e a prestare la massima attenzione all’allarme lanciato anche dal Presidente della Corte dei conti, tramite l’invio di una lettera al Presidente della Repubblica.

Non si segua questa errata strada di deregulation per far ripartire il Paese. Se trovasse conferma nel testo che sarà approvato dal Consiglio dei ministri si tratterebbe di una scelta sbagliata e pericolosa, sintomo dell’incapacità dei decisori politici di imparare le lezioni del passato quando si tratta di tenere alta la guardia nel contrasto a mafie e corruzione.

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