Relazione sullo stato di diritto 2024: le raccomandazioni per l’Italia

È stata pubblicata dalla Commissione Europea la Relazione sullo Stato di diritto 2024: il capitolo sulla situazione in Italia fornisce spunti utili per la discussione pubblica. In particolare, viene evidenziato lo stato di avanzamento rispetto alle raccomandazioni fornite dalla Commissione UE nella Relazione 2023 e ne vengono formulate di ulteriori rispetto ai passaggi di maggior attualità nel dibattito: dalla normativa sulle attività di lobbying al finanziamento della politica, dai rischi in tema di appalti e Pnrr al conflitto di interessi.

Il quadro anticorruzione

Di grande interesse è il quadro anticorruzione italiano fornito dalla Commissione Europea. La Relazione, in particolare, si concentra sugli aspetti di maggior attualità nel dibattito:

  • Abuso d’ufficio e traffico di influenze illecite: secondo la Relazione, “la criminalizzazione dell’abuso d’ufficio e del traffico di influenze illecite è prevista dalle convenzioni internazionali sulla corruzione ed è quindi uno strumento essenziale per le autorità di contrasto e le procure ai fini della lotta contro la corruzione”. Inoltre, la “riduzione dell’ambito di applicazione del reato di traffico di influenze illecite dovrebbe essere controbilanciata da norme più rigorose in materia di lobbying”.
  • Corruzione, appalti e PNRR: la Relazione riporta il numero di condanne nei confronti di persone fisiche per reati di corruzione (in leggero calo): nel 2022 furono 1.483, mentre nel 2023 sono diminuite a 1.361. Viene evidenziata la sussistenza di rischi di corruzione nel settore degli appalti pubblici, anche se la digitalizzazione dei contratti pubblici dovrebbe aumentare la trasparenza; i fondi PNRR sono considerati, specifica la Relazione, “particolarmente esposti a possibili pratiche di corruzione e all’infiltrazione della criminalità organizzata”.
  • Prescrizione: la Relazione esamina la proposta di modifica dei termini di prescrizione. La Relazione dà conto delle preoccupazioni delle autorità giudiziarie che temono che la riforma, proposta a così poca distanza dalle precedenti, “imponga un onere amministrativo per ricalcolare i termini di prescrizione applicabili a tutti i casi pendenti, con possibili conseguenze negative sulla durata dei procedimenti giudiziari e sull’assorbimento dell’arretrato”, oltre a “compromettere l’efficacia dell’azione penale e della decisione giudiziaria in merito ai reati, compresi i casi di corruzione ad alto livello” (poiché “le proposte modifiche dei termini di prescrizione potrebbero ridurre il tempo disponibile per svolgere i procedimenti penali anche nei casi di corruzione”).
  • Conflitto di interessi: la Relazione rileva che è stata approvata alla Camera, ed è attualmente all’esame del Senato, una proposta di legge che riguarda i parlamentari al contempo titolari di cariche di governo rispetto alla disciplina del conflitto di interessi e ai finanziamenti da parte di Stati stranieri.
  • Lobbying: la Relazione, oltre alla sottolineatura della “esigenza” di inserire norme in tema di lobbying alla luce delle modifiche introdotte al reato di traffico di influenze illecite, rileva che la mancanza di una regolamentazione di queste attività “è percepita come una delle principali carenze nel sistema di integrità nazionale”, non registrandosi ad oggi ulteriori progressi nell’adozione di norme complessive sul lobbying e nell’istituzione di un’impronta legislativa.

Il sistema giudiziario

Il paragrafo relativo all’analisi del sistema giudiziario dà conto di alcune riforme a cui si sta procedendo in questi mesi (separazione delle carriere, procedura di nomina dei membri del CSM, criteri di priorità per l’esercizio dell’azione penale), insieme ad alcuni dati sulle tempistiche dei procedimenti e sull’arretrato. La Relazione sottolinea, in particolare che:

  • il livello di indipendenza della magistratura percepito in Italia resta basso tra i cittadini (36%, in calo rispetto al 2023, ma in aumento rispetto al 2020) ed è medio tra le imprese (42%, in rialzo rispetto al 2023 e al 2020);
  • sulla separazione delle carriere si osserva che nell’UE non esiste un modello unico di assetto istituzionale degli uffici della procura, ma sono comunque necessarie garanzie istituzionali affinché i PM possano operare in condizioni giuridiche e organizzative adeguate senza interferenze o ingerenze politiche indebite;
  • sulla procedura di nomina dei componenti del CSM, si sottolinea che secondo le norme europee, almeno la metà dei membri dei Consigli di giustizia dovrebbero essere magistrati scelti dai loro pari: nel progetto di procedura tramite sorteggio, benché si miri ad assicurare l’obiettività della selezione dei magistrati, non sembra si garantisca, secondo la Relazione, che “tali membri siano eletti dai loro pari” e pertanto la Relazione esprime dei “dubbi”;
  • sulle tempistiche dei giudizi civili e commerciali, nel 2022 i tempi sono diminuiti di 20 giorni rispetto al 2021, ma rimangono tra i più lunghi dell’UE; per i giudizi penali di primo grado, i tempi sono passati da 399 giorni nel 2021 a 355 giorni nel 2022;
  • Anche l’arretrato è diminuito: per la giustizia civile si è passati da 325.012 cause nel 2021 a 306.337 nel 2022, mentre nella prima metà del 2023 si è registrato un ulteriore calo di altre 35.200 cause.

Tra le raccomandazioni formulate all’Italia, si cita in particolare:

  • L’adozione di norme su conflitto di interessi, lobbying, protezione del segreto professionale e delle fonti giornalistiche;
  • L’adozione di norme in tema di finanziamento a fondazioni, associazioni politiche, partiti e campagne elettorali;
  • L’introduzione di meccanismi che assicurino un finanziamento dei media del servizio pubblico adeguato all’adempimento della loro missione di servizio pubblico e per garantirne l’indipendenza;
  • Il miglioramento del livello di digitalizzazione nelle sedi penali e nelle procure.

Tra gli altri punti affrontati dalla Relazione va sottolineato:

  • Il focus sul pluralismo e libertà dei media, anche rispetto al tema della pubblicazione delle intercettazioni e di alcune categorie di atti giudiziari oltre alla tutela della professione giornalistica;
  • L’approfondimento sulle questioni istituzionali e sul bilanciamento dei poteri, riportando lo stato della discussione sulla proposta di modifica costituzionale ed esprimendo preoccupazione sul frequente ricorso ai Decreti-Legge che potrebbe incidere sull’equilibrio dei poteri.
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