A 34 anni dalla lettera al caro estortore con la quale Libero Grassi denunciò e dichiarò la sua volontà a non pagare; a 20 dalla comparsa in tutta la città di Palermo dei pizzini per rilanciare l’attenzione sulla dignità di un popolo libero dalle sottomissioni mafiose; il comitato Addiopizzo, anima di quella rinascita civica, lancia la app per il consumo critico “Pago chi non paga”. Un contributo per adeguare ai tempi la sfida alla criminalità, ricompattando l’unità fondamentale tra istituzioni, forze economiche e società civile.
un contributo di Pico Di Trapani*
Abbiamo realizzato uno strumento innovativo per rafforzare la rete di protezione sociale attorno a chi sceglie di non piegarsi alle logiche del racket. Con la nuova App, disponibile per dispositivi iOS e Android, si possono: geolocalizzare tutti gli operatori economici della rete Addiopizzo; filtrare per categoria merceologica o quartiere; sostenere chi ha detto NO alle estorsioni!
L’obiettivo chiaro è saldare l’impegno antimafia nel campo dell’antiracket e per una economia libera dalle mafie.
Adeguare le strategie antimafia al presente
Siamo consapevoli del mutato contesto storico rispetto al periodo in cui maturò la scelta di Libero Grassi di denunciare e il movimento che ne seguì, ma anche rispetto al 2004 quando iniziammo la nostra attività come Comitato Addiopizzo. Ne prendiamo atto, partendo anche dagli aspetti positivi di una evoluzione della sensibilità antiracket di cui abbiamo raccolto e stiamo tuttora raccogliendo i frutti nella fiducia di coloro che decidono di stare dalla parte di chi dice no ad un’economia condizionata dalle logiche mafiose.
Negli ultimi 20 anni sono aumentate le denunce, non si può dimenticare che nel 2004 Bernardo Provenzano era ancora latitante e si respirava la strategia imperante della mafia.
Rispetto ad una generale diminuzione delle denunce, a fronte di una diffusione ormai nazionale dei tentativi di condizionamento mafioso nelle attività economiche, i nostri dati confermano la validità di un approccio al fenomeno che mira a garantire la protezione e il supporto massimo agli imprenditori vittime di estorsione.
Nel 2024 abbiamo accompagnato a denunciare 11 operatori economici di Palermo e provincia (di cui due per usura). Abbiamo preso parte a 11 processi dove assistiamo 23 vittime (tutte denuncianti e costituite parte civile). Quattro dei processi citati si sono aperti nel 2024, gli altri sono già pendenti tra il primo e il secondo grado di giudizio e hanno visto la costituzione di parte civile di 6 vittime che hanno denunciato.
Presentare oggi la app e metterla a disposizione di operatori economici e consumatori dimostra la consapevolezza del cambiamento a cui si deve rispondere, proseguendo nella strada del rafforzamento del fronte antimafia.
Non neghiamo, infatti, ci siano imprenditori che richiedono i servizi della mafia come il recupero crediti, la risoluzione di contenziosi, il ricorso a prestiti, l’immissione nelle proprie società di cospicue cifre di denaro proveniente dalla gestione mafiosa del mercato della droga. In virtù di tale consapevolezza, consideriamo fondamentale compattare tutti gli altri, offrendo strumenti e strategie che facilitino l’impegno di ognuno.
La app porta il nostro lavoro sul consumo critico nel segno delle necessità contemporanee. Nell’elenco delle attività economiche “pizzo free” c’è stata un’alternanza fisiologica, ma quelle che non ci sono più non sono scomparse perché hanno deciso di sottomettersi, bensì per situazioni economiche dettate dalla crisi. Tuttora non ci sono stati cali nel numero di chi decide dii stare nella rete e comportarsi di conseguenza.
La costanza dei numeri che noi registriamo può dare un’ulteriore risposta positiva al calo delle denunce: si può attribuire ad una diminuzione degli imprenditori che lasciano spazi di azione alle mafie. La criminalità organizzata davanti ad un’opposizione immediata sta alla larga, se invece vedono cedimenti, si infiltrano.
Il ruolo delle amministrazioni nel fronte antiracket
Mutato il sistema economico, sono mutate le strategie mafiose, per cui bisogna tenere alta la guardia non mutando l’attenzione e l’impegno congiunto istituzionale e sociale che ha permesso di ottenere risultati.
In questo contesto giocano un ruolo fondamentale le amministrazioni locali: se sono in buona fede, quando vengono sensibilizzate. Reagiscono. Intervengono con una seduta dedicata negli organi preposti e l’individuazione di una soluzione, con l’elargizione di un fondo ristorativo attraverso cui sostenere gli imprenditori in difficoltà prima che cadano nelle mani sbagliate, o indirizzato a coloro che decidono di denunciare, pure se consapevoli delle conseguenze economiche.
È uno dei modi per mostrare vicinanza e supporto, ma si devono elaborare forme di intervento più ampie per consentire di lavorare in condizioni di sicurezza e di serenità. Chiediamo che si rafforzino in tal senso i rapporti tra istituzioni, istituti di credito, forze di polizia e associazioni.
Allo stesso tempo siamo consapevoli non ci si possa più affidare soltanto al lavoro di magistrati e forze dell’ordine ma sia necessario che chi governa e amministra crei un’alternativa sociale ed economica alle mafie che, soprattutto nelle periferie, con le loro attività illecite, costituiscono oramai un ammortizzatore sociale.
Il comitato mette a disposizione una storia che continua nel solco della presenza e del supporto, a dimostrazione dell’esistenza dello Stato nelle varie forme: dalla giustizia all’assistenza sociale.
La stessa app è un risultato di questo percorso ventennale. Diventa efficace perché dietro c’è la rete, rappresentata da un circuito economico pizzo free creato nel tempo. È un lavoro di semina, ma non escludo che possa adottare la stessa strategia anche in altri contesti territoriali. Noi giriamo spesso, partecipando ad iniziative pure insieme ad Avviso Pubblico, in molti ci chiedono come realizzare attività analoghe alle nostre nelle loro città e regioni. Non si è ancora concretizzata una realtà simile a noi fuori Palermo, ma siamo pronti a dare consigli e modelli affinché si possano unire le forze anche oltre i confini regionali.
Le buone prassi vanno condivise e se necessario copiate. Noi pure se troviamo delle belle idee chiediamo a chi le ha elaborate di poterle adottare e ci muoviamo per farlo in maniera operativa.
*componente di Addiopizzo