La paura mafiosa si vince con la denuncia

Dalle notizie divulgate a seguito dell’operazione “Big Bang”, condotta dalle forze dell’ordine e dalla magistratura torinese, vengo a conoscenza con amarezza della mancata collaborazione da parte delle vittime del clan Crea.

La paura che si cela dietro il silenzio di chi subisce un’estorsione non può e non deve rappresentare un alibi. Testimoniando contro gli ‘ndranghetisti ho potuto constatare personalmente tante cose e, credetemi, non c’è nessuno al mondo che abbia avuto più paura di me.

Tuttavia davanti a quell’evento sono riuscito a trovare forti motivazioni che hanno fatto sì che io vincessi la paura, rendendo a me e alla mia famiglia la cara e amata Libertà.

Per trovare quella dose di coraggio non ho fatto altro che mettere sulla bilancia i pro e i contro: da un lato le mie paure, dall’altro quanto ho di prezioso e che non voglio perdere: la Dignità, la Libertà, la mia Famiglia.

Fatto questo non avete idea quanto coraggio è venuto fuori! Così tanto da poterne regalare anche agli altri. Si ha paura quando si è soli e quando, diffidenti, non tendiamo la mano per chiedere aiuto.

Lasciarsi intimorire dai mafiosi vuol dire soltanto una cosa: non vivere più. Eppure abbiamo l’arma più potente, la sola che può, insieme alla magistratura e alle forze dell’ordine, debellare le mafie: la Denuncia.

Certo, le mafie si sconfiggono con condanne severe e pene certe, ma è anche vero che senza la denuncia dei cittadini onesti i mafiosi non si arrenderanno mai.

Sono coscienti della paura e del terrore che riescono a incutere e le utilizzano come pistole. Per questo il nostro dito puntato nelle aule dei tribunali può essere più potente delle loro armi.

Troppo spesso ci rifugiamo in quegli inutili modi di dire: “tutto è inutile!”, “tanto lo Stato non c’è!”. Lo Stato sa esserci, ma non ci sarà mai laddove non ci sono i cittadini! Che senso avrebbe la presenza dello Stato in un luogo dove i cittadini, per primi, non fanno il loro dovere?

Mai come in questo momento chi denuncia, chi vuole svincolarsi dal sudiciume mafioso, può scegliere di farlo. Senza il timore di restare solo.

In ogni regione, in ogni città, esiste il mondo dell’associazionismo, capace di affiancare e guidare chi è in procinto di fare “il salto”. In molti territori esistono anche amministrazioni sensibili, come a Torino, che ha uno sguardo attento alle problematiche economiche delle vittime del racket e dell’usura.

A distanza di un decennio dalla mia scelta, mi rendo conto che io e i miei familiari stiamo vivendo gli anni più belli e intensi della nostra vita. Essere amati e guardati con fierezza dai propri figli per la scelta fatta è una cosa bellissima.

Capire che intorno a te c’è una moltitudine di esseri umani che ogni giorno fa la tua stessa scelta, lo si può fare soltanto dopo che si è fatto il proprio dovere di Cittadino Responsabile. Lo rifarei.
Dieci, cento e mille volte lo rifarei, perché la denuncia rende Liberi.

Rocco Mangiardi (cittadino responsabile)

Rocco-MangiardiRocco Mangiardi. Imprenditore.
Vive a Lamezia Terme (CZ).
Testimone di giustizia

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