Il monitoraggio civico è un esercizio di democrazia partecipativa. Un contributo di Paola Caporossi e Nicoletta Parisi

L’8 gennaio scorso nella Sala del Refettorio della Camera di Deputati LIBenter ha presentato il proprio “Rapporto di monitoraggio civico.  Primi risultati per non addetti ai lavori”. Gli obiettivi che hanno guidato l’impegno dell’Associazione Temporanea di Scopo, nata dalla volontà congiunta di Università Cattolica del Sacro Cuore e Fondazione Etica, con il sostegno del CNEL e i primi risultati dell’analisi condotta mostrano l’importanza della partecipazione congiunta di amministratori e cittadini, nei rispettivi ruoli, per la ripresa e lo sviluppo democratico del nostro paese. 

Quante domande possiamo e dobbiamo farci di fronte all’attuazione del PNRR italiano, tante possono nascere da questo evento che rappresenta solo una tappa di un percorso di democrazia partecipativa: perché è nata LIBenter? Perché è importante sapere quali progetti di investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riusciranno a chiudersi entro il 30 giugno 2026?

Perché mai ai cittadini italiani dovrebbe interessare conoscere come si sta attuando questo Piano che “pesa” più di 200 miliardi di euro? Perché è utile comprendere quante risorse, fra quelle messe a disposizione dall’Unione europea, l’Italia stia riuscendo a utilizzare? Perché è interessante conoscere se gli investimenti pubblici che si stanno facendo grazie alle risorse europee in opere, beni e servizi, nonché le riforme della Pubblica Amministrazione, dell’Università, dell’amministrazione della giustizia, e così via, stanno conseguendo gli obiettivi di efficienza, efficacia e coerenza previsti nella progettualità europea stabilita con lo strumento Next Generation EU?  

Perché mai, infine, ma principalmente, LIBenter propone ai cittadini un esercizio così difficile e faticoso come è il monitoraggio civico di progetti di investimenti pubblici?  Si tratta di domande che il cittadino dovrebbe porsi perché il Piano riguarda direttamente e immediatamente la sua quotidianità e pure il futuro delle prossime generazioni. Ciascuno dei Piani dei 27 Stati membri dell’Unione europea contiene misure che, tutte insieme, dovrebbero restituire una società europea (e dunque anche nazionale) sostenibile, il che significa più attenta ai bisogni dell’uomo e all’esigenza di conservare le risorse della Terra per le future generazioni, capace di risolvere le crisi che si stanno incontrando e che si incontreranno in futuro.

Proviamo a dare qualche risposta.

Anzitutto chi è LIBenter

LIBenter è un Associazione Temporanea di Scopo nata dalla volontà congiunta di Università Cattolica del Sacro Cuore e Fondazione Etica, con il sostegno del CNEL. Essa è stata costituita con il duplice obiettivo di affiancare la società civile nel difficile compito di monitorare l’attuazione dei progetti di investimento del PNRR, e di cooperare con la Pubblica Amministrazione al fine di rendere l’esecuzione del Piano il più trasparente ed efficace possibile.

Di fronte a una previsione di spesa così ingente, è evidente come l’impresa di contribuire alla ripartenza del nostro Paese richieda uno sforzo congiunto di tutte le forze della nazione ciascuna secondo il proprio ruolo e le proprie responsabilità.  

Perché LIBenter propone ai cittadini di monitorare il PNRR 

LIBenter è convinta che soltanto tramite il coinvolgimento proattivo dei cittadini nell’esecuzione del PNRR sarà possibile intraprendere un autentico cammino di ripresa che si auspica per il nostro Paese. I cittadini hanno una responsabilità nel governo della “cosa pubblica”. Negli ordinamenti giuridici di impronta democratica – in specie di democrazia liberale – essi sono infatti i depositari della sovranità (art. 1 della Costituzione italiana) che, per essere esercitata consapevolmente, necessita di conoscenze.

Non è un caso che in questi stessi ordinamenti si sia affermato fra gli altri il principio di trasparenza amministrativa, ovvero della miglior conoscibilità dell’azione pubblica tramite l’accesso agli atti, ai dati e alle informazioni della Pubblica Amministrazione (P.A.) (art. 1 del Codice della trasparenza, adottato con d.lgs. n. 33/2013). A questo proposito si ricorda il modello proposto da alcuni studiosi dell’economia della conoscenza (Carayannis e Campbell), utile a favorire e realizzare processi di innovazione attraverso la collaborazione trasversale fra tutte le diverse componenti di un sistema e la condivisione proattiva dei saperi e delle esperienze: quello della “quadrupla elica”.

A fianco del lavoro delle istituzioni pubbliche (prima elica), dell’azione imprenditoriale (seconda elica), dell’attività di ricerca (terza elica) dovrebbe esserci la componente democratica della società civile (“quarta elica”) che, con il proprio bagaglio di conoscenze, di valori, di aspirazioni, è capace di orientare verso soluzioni innovative, contribuendo al funzionamento di quel “motore” che è l’ordinamento giuridico di una società opportunamente organizzata.

Sennonché il coinvolgimento strategico della società civile nell’elaborazione, prima, e nell’attuazione, poi, del PNRR italiano non è avvenuto, nonostante le non poche raccomandazioni internazionali, quali quelle, esemplificativamente, dell’Independent Reporting Mechanism (IRM) dell’Open Government Partnership e della Commissione Europea . Ben poco si è fatto e si sta facendo a livello istituzionale in Italia: nonostante il sito www.italiadomani.it pubblichi dati sull’attuazione delle misure contenute nel PNRR italiano, il “fermo-immagine” che il sito restituisce è di difficile decifrazione.

D’altronde anche il sistema informativo messo a punto dal Governo per attuare il monitoraggio istituzionale dell’attuazione del PNRR (battezzato ReGiS) non aiuta: esso non è accessibile al cittadino ma solo alle istituzioni pubbliche implicate nel governo del PNRR stesso. La responsabilità, adesso, è dunque di proporre vie per accompagnare con gli strumenti di controllo e di vigilanza sociale diffuso il lavoro cui sono chiamate le pubbliche amministrazioni.

Come usare utilmente la trasparenza amministrativa nell’attuazione del PNRR

Per questo motivo, LIBenter si prefigge di fornire alla società civile gli strumenti adatti per contribuire attivamente al cambiamento. L’Associazione, insomma, sta cercato di “ribaltare il tavolo”, proponendosi come luogo operativo di monitoraggio civico del PNRR da parte di cittadini che vogliano «conoscere per deliberare» utilizzando una celebre espressione del secondo Presidente della Repubblica italiana, Luigi Einaudi. Si tratta di utilizzare gli strumenti della trasparenza amministrativa introdotti nell’ordinamento italiano dal Codice in materia (appunto il d. lgs. n. 33/2013). Di trasparenza si parla molto in Italia, ma per lo più relegandola a principio etico, doveroso ma sostanzialmente inutile. Non è così.

La trasparenza è, innanzitutto, lo strumento che consente ai cittadini appunto di conoscere, di essere soggetti dell’ordinamento depositari della sovranità e non sudditi.

In secondo luogo, la trasparenza serve a migliorare il funzionamento delle Pubbliche Amministrazioni. Grazie al Codice della trasparenza, queste ultime hanno l’obbligo di pubblicare tutte gli stessi dati, nello stesso formato, con la stessa cadenza temporale: diventano così valutabili e confrontabili; ciò consente di individuarne i punti di debolezza su cui intervenire miratamente a supporto.

In terzo luogo, la trasparenza è premessa indispensabile per prevenire la corruzione, che non ha conseguenze solo in ambito giudiziario, ma anche e soprattutto nella vita quotidiana dei cittadini: essa determina, infatti, sprechi di denaro pubblico, di fatto sottratto all’erogazione di servizi efficienti.

Come è avvenuto questo primo monitoraggio civico

Nel Rapporto presentato l’8 gennaio  LIBenter dà conto dei risultati del primo ciclo di monitoraggio civico compiuto da un gruppo di volenterosi cittadini; più che volenterosi: consapevoli grazie allo strumento della trasparenza amministrativa

Anzitutto questo è stato un esercizio civico: non si tratta di un monitoraggio istituzionale, o tecnico, o a fini di ricerca scientifica. È l’esito di una proposta che abbiamo fatto ai cittadini italiani e alle persone che qui vivono per mettere alla prova la nostra capacità di conoscere l’agire della Pubblica Amministrazione nazionale e la sua disponibilità a farsi conoscere anche al di fuori di quanto obbligatoriamente stabilito per legge. 

Sono stati monitorati 112 progetti dei 112 Comuni italiani Capoluogo di Provincia: ogni cittadino ha scelto quello di maggior gradimento 

Il monitoraggio ha una base oggettiva perché i cittadini hanno risposto a un set di domande e non in base della propria percezione o esperienza individuale. Il modello è stato elaborato dallo staff di LIBenter: in questa prima fase sono stati utilizzati soltanto i primi 15 indicatori, con 9 sotto-indicatori.

Quali i risultati di questo primo monitoraggio civico

I risultati del monitoraggio restituiscono una fotografia complessiva non scontata, con alcuni punti da sottolineare. Innanzitutto, il PNRR non sembra essere stato in grado di mutare la capacità del sistema amministrativo italiano: i Comuni mostrano le stesse precedenti e note carenze di trasparenza e di efficienza. Risultato ampiamente prevedibile: se il motore della macchina amministrativa è inceppato, immettere benzina non serve a risolvere il problema, magari lo aggrava perché il PNRR esige risposte rapide, il che mette ansia!

Un secondo aspetto non scontato riguarda il divario tra Nord e Sud: i dati rilevati ci dimostrano che quel divario non è granitico come in passato. Nei vari indicatori analizzati il Sud è risultato talora virtuoso al pari del Nord, e il Nord talora meno virtuoso del Sud. 

Un terzo aspetto riguarda il livello di trasparenza: dall’analisi è emerso che, se esiste un preciso obbligo normativo di pubblicare un dato, gli enti adempiono più diffusamente. Ed è ragionevole presupporre che a influire positivamente sul comportamento virtuoso dell’ente non sia tanto l’obbligo normativo in sé, quanto la disponibilità di un’indicazione precisa che lo guidi in cosa, come e dove pubblicare. 

Da questo primo esercizio di monitoraggio attuato dai cittadini con LIBenter scaturisce un ultimo risultato: alcuni Comuni sono andati oltre gli adempimenti formali richiesti dalla normativa di settore e hanno interpretato in modo pregevole le esigenze di conoscenza provenienti dal cittadino. Modena, Perugia e Pescara hanno sezioni Amministrazione trasparente pregevoli per chiarezza informativa e comunicativa; Brescia, Arezzo e Matera fanno ricorso allo strumento (volontario) dei patti di integrità; Agrigento e La Spezia si sono dotati di modalità di comunicazione e di promozione dei progetti di investimento PNRR molto buone; Alessandria, Pistoia, Matera e Brindisi hanno predisposto piattaforme digitali (anch’esse volontarie) per il monitoraggio istituzionale e civico dei progetti di investimento.

Si tratta di buone prassi la cui conoscenza è utile che circoli: con l’auspicio che altre Pubbliche Amministrazioni considerino il vantaggio che offre la trasparenza amministrativa, per rafforzare la propria accountability e per godere dei benefici derivanti dalle competenze che i cittadini (la “quarta elica”) mettono a loro disposizione per il perseguimento del bene comune, in questo caso di una efficace e coerente attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.


*Paola Caporossi Presidente ad honorem Fondazione Etica, Nicoletta Parisi Coordinatrice LIBenter

Condividi