GIOCO D’AZZARDO IN PIEMONTE: IL 14 APRILE AVVISO PUBBLICO INSIEME AD ALTRE ASSOCIAZIONI IN PIAZZA CONTRO LE MODIFICHE DI LEGGE SUL CONTRASTO AL GAP

PRESIDIO IN PIAZZA CASTELLO, DI FRONTE ALLA SEDE DELLA REGIONE PIEMONTE, MERCOLEDÌ 14 APRILE ORE 10.00

La maggioranza in Consiglio Regionale del Piemonte accelera sulla modifica della legge 9/2016, approvata nella scorsa consiliatura all’unanimità, per contrastare il Gioco d’azzardo patologico. Nella riunione dei Capigruppo, infatti, è stato stabilito di calendarizzare in aula la discussione della proposta di legge, a prima firma Claudio Leone che, di fatto, smantella totalmente quella del 2016.

La scelta della Capigruppo bypassa la discussione nelle commissioni e la porta direttamente in Consiglio. Un brutto segnale che ha come effetto diretto l’esclusione dalle audizioni dei rappresentanti della società civile, assicurata dal Presidente del Consiglio Regionale Allasia, a seguito della mobilitazione del giugno 2020 in difesa degli effetti positivi dell’impianto normativo approvato solo 5 anni fa.

Non tiene inoltre in alcun conto delle risultanze convergenti – presentate in audizione con le Commissioni consiliari regionali nelle scorse settimane – di tutte le analisi scientifiche svolte con rigore e sulla base di dati oggettivi forniti dai Monopoli di Stato da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali per il Piemonte, dell’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze del Piemonte, del Dipartimento Patologia delle dipendenze dell’ASL TO3 e dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro regionale, che dimostrano in modo inoppugnabile l’efficacia preventiva e di contrasto della Legge, senza un significativo impatto sul versante occupazionale.

Ancor peggio, l’iter di discussione in aula potrebbe vedere il contingentamento dei tempi, in modo da superare velocemente gli emendamenti che verranno probabilmente presentati. Un’urgenza incomprensibile, in un periodo di emergenza sanitaria, che blocca le attività del parlamento piemontese fino all’approvazione della nuova proposta di legge.

Continuiamo a opporci alla modifica perché riteniamo che quella in vigore sia una buona legge, capace, come dimostrano i dati, di produrre ottimi risultati, negli anni della sua applicazione, risultati che hanno portato il Piemonte all’avanguardia in Italia sul fronte della riduzione della dipendenza dall’azzardo.

Dal 2016 al 2019, ultimo anno prima della pandemia, infatti la Raccolta su rete fisica in Piemonte (ovvero le giocate registrate su tutte le tipologie di gioco, escluso quello online) è diminuita di 574 milioni di euro, passando da 5.127 a 4.553 milioni (dati Agenzia delle Dogane e dei Monopoli). Risulta quindi evidente come il Piemonte sia un territorio in cui si possa realmente parlare di inversione di tendenza in termini di diffusione del gioco d’azzardo.

Alla luce di questi dati non vi è stata una migrazione nei territori limitrofi come da molti ipotizzata. Le regioni confinanti con il Piemonte – Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia ed Emilia-Romagna – fanno tutte registrare un calo del giocato nel periodo preso in considerazione. Non vi è stato inoltre alcun effetto sostituzione con il gioco online. Premesso che i dati di questo specifico comparto sono in aumento da anni, il periodo 2016-2019 ha fatto registrare un aumento del 70,6% su scala nazionale e del 72,9% in Piemonte. Il gioco telematico aumenta ovunque sul territorio nazionale proprio perché non è oggetto ad alcun tipo di restrizione.

Per quanto infine concerne il tema particolarmente delicato del calo occupazionale del comparto, si riportano dati e considerazioni contenute nella Relazione sulla legge regionale, presentata lo scorso gennaio: “I dati dell’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro mostrano l’andamento delle assunzioni e delle cessazioni relative all’occupazione dipendente nei settori di riferimento. Sul lato delle tabaccherie il dato è abbastanza stabile e nel quadriennio il saldo complessivo è addirittura positivo. Sul lato delle lotterie, sale scommesse e sale da gioco nei tre anni si registra un modesto saldo negativo, ma in linea con l’andamento complessivo del mercato del lavoro.”

La modifica “Leone” è nei fatti un’abrogazione totale della legge 9/2016, nonostante essa abbia permesso di contrastare come dimostrano i dati il gioco d’azzardo patologico, il sovraindebitamento e il riciclaggio delle mafie nel settore. Azzerarla, in un momento di crisi economica, aumenterebbe esponenzialmente l’offerta del gioco e la possibilità per i piemontesi di cadere nella falsa speranza di risolvere i problemi attraverso l’azzardo.

L’azione di smantellamento si fonda sull’eliminazione della cosiddetta “retroattività” (l’applicazione del criterio delle distanze dai “luoghi sensibili” anche agli esercizi con licenze antecedenti la Legge, quasi tutti…)  e sulle limitazioni di orario di funzionamento degli apparecchi automatici di gioco, disposte dai Comuni, asserendo che queste misure:

  1. avvantaggerebbero il gioco illegale, gestito dalle organizzazioni mafiose
  2. avrebbero creato una crisi occupazionale nel settore del gioco in denaro.

Elementi che, a nostro avviso, non trovano riscontro nei dati disponibili. Sul primo punto, infatti, non esistono evidenze scientifiche e/o giudiziarie che manifestino un effetto sostituzione da parte del crimine organizzato nel settore degli apparecchi automatici di gioco. Sul secondo punto, quello relativo agli ipotetici effetti nefasti sull’occupazione, sottolineiamo come la legge 9/2016 prevedesse congrui periodi di differimento di entrata in vigore del cosiddetto “distanziometro”; 1 anno e mezzo per bar e tabacchi, 3 anni per le sale giochi con licenza antecedente il 1° gennaio 2014 e addirittura 5 anni, per quelle sale slot con licenza successiva a quella data. Termine quest’ultimo, quindi, che scade il prossimo mese.

I dati dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro regionale, citati precedentemente e presentati in audizione poche settimane orsono, dimostrano la stabilità dei livelli occupazionali nel settore, sia per quanto riguarda gli esercizi generalisti (tabacchi, bar…) che per quanto riguarda gli esercizi dedicati in via esclusiva al gioco in denaro.
Nonostante ciò, nella consapevolezza delle eventuali future ricadute occupazionali conseguenti all’applicazione completa dell’attuale legge, chiediamo che si cerchino soluzioni virtuose, in linea con l’art. 41 della Costituzione, dove si ribadisce che la libera iniziativa privata «non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana». Ricordiamo a questo riguardo che sono ora a disposizione ingenti risorse per il sostegno economico e di riconversione produttiva.

Chiediamo quindi alla maggioranza del Governatore Alberto Cirio di non procedere con quest’opera di smantellamento della legge 9/2016, di mantenere le promesse fatte mesi fa e di ascoltare le ragioni delle realtà che da anni si battono contro il gioco d’azzardo patologico, il sovraindebitamento, e le mafie.

Difendiamo gli effetti di una buona legge e non accettiamo che si scommetta sulla salute dei piemontesi.

Condividi