BONIFICA BUCCINASCO PIÙ: QUANDO LO STATO VINCE CONTRO LA ‘NDRANGHETA

È bastato il sospetto che qualcosa non andasse nel tentativo di assegnare i contratti di subappalto per la movimentazione terra. E così l’Ufficio Ambiente del Comune di Buccinasco ha fatto scattare i controlli, in collaborazione con i Carabinieri di Buccinasco e con la Compagnia di Corsico, scoprendo che le aziende deputate all’assegnazione dei lavori erano legate alle cosche ndranghetiste locali. Era in corso la bonifica delle aree verdi del quartiere Buccinasco Più, dove in passato la ‘ndrangheta locale aveva sversato illecitamente dei rifiuti. Ed è proprio su quei terreni che gli imprenditori mafiosi volevano mettere le mani. Questa volta, però, i controlli dell’amministrazione comunale hanno impedito l’inquinamento sia dei terreni che dell’economia legale.

«Una giornata storica per Buccinasco – dichiara il sindaco Rino Pruiti – e la vittoria dello Stato e di chi ogni giorno lavora con dedizione, competenza e alta professionalità. Come abbiamo letto sui giornali, due società riconducibili alla ‘ndrangheta hanno fatto offerte per la fornitura di terra nel cantiere di Buccinasco Più: ma a Buccinasco non hanno lavorato. Grazie al sistema di intestazioni fittizie, le società erano correttamente inserite nelle White List prefettizie ma i controlli approfonditi e attenti hanno impedito a queste aziende di lavorare per Buccinasco. Ringrazio a nome della nostra comunità Rossana Gnasso, responsabile del nostro Settore Ambiente, Vincenzo Vullo, comandante dei Carabinieri di Buccinasco e Domenico La Padula, alla guida della Compagnia dei Carabinieri di Corsico. Questo conferma che il lavoro sinergico delle istituzioni è fondamentale. Un grande plauso alla DDA di Milano.

«Il nostro Comune – continua il sindaco Pruiti – già da anni richiede ai fornitori la sottoscrizione del ‘Patto d’integrità’ che ci consente di controllare anche le società in subaffidamento (cioè le società a cui i titolari degli appalti affidano alcuni lavori) per attività soggette a infiltrazioni mafiose: un controllo strategico che abbiamo voluto anche se non obbligati dalla legge».

 

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