Presentata l’attività dell’ANAC del 2016: scarica la sintesi della Relazione

Il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, ha presentato questa mattina alla Camera dei Deputati la Relazione sull’attività svolta dall’Anac nel 2016, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La pubblica amministrazione fatica ad accettare la trasparenza”, con queste parole il Presidente Anac, Raffaele Cantone, ha iniziato il suo intervento in Parlamento, durante il quale ha sottolineato una situazione di “luci e ombre nell’applicazione dei vari strumenti, confermate dalle attività di vigilanza”.
Il tasto dolente che emerge dalla Relazione è proprio quello della trasparenza. Il presidente ha sottolineato “la rivolta di una parte della dirigenza contro la norma che prevede la pubblicazione dei compensi per i funzionari pubblici”. Una legge che, “seppur forse eccessiva, intendeva promuovere forme diffuse di accountability ma che dimostra purtroppo come la trasparenza, al di là delle proclamazioni di principio, fatichi a essere realmente accettata”.

I NUMERI
Lo scorso anno sono state avviate 845 istruttorie, soprattutto nei confronti di comuni, strutture sanitarie e società pubbliche mentre pochissime, 12 in totale, sono state le sanzioni irrogate, a conferma del loro utilizzo solo come extrema ratio ma anche dell’elevato livello di adeguamento alle richieste dell’Autorità.
Anac è intervenuta nel corso dell’anno su più ambiti: da Consip ad Anas, dalla Rai alla ricostruzione post sisma fino ai servizi per i Centri di accoglienza. È inoltre aumentato il numero di richieste di intervento dell’Autorità con il metodo collaborativo, sperimentato per la prima volta con Expo 2015: nel 2016 sono state emanate ben 1.388 delibere – per lo più, provvedimenti di vigilanza, pareri, linee guida, sanzioni – e nei primi 5 mesi di quest’anno si è già superata quota 600. Lo strumento del commissariamento degli appalti è stato invece adottato, da quando istituito, 32 volte, in particolare con 23 commissariamenti veri e propri e 9 misure di sostegno e monitoraggio.
Nel campo dei conflitti di interesse e di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi, i procedimenti avviati sono stati 149. In materia di trasparenza sono stati aperti 193 procedimenti di vigilanza, a cui si aggiungono 59 procedimenti sanzionatori per mancata pubblicazione dei dati concernenti i titolari di incarichi politici.
Su questo fronte si registra un mancato adeguamento delle amministrazioni agli indirizzi Anac nel 40% dei casi, tasso che interessa piccoli comuni, ma anche realtà grandi come Roma e Milano.
Per quanto riguarda il nuovo codice degli appalti, 656 sono stati i pareri e le risposte in forma breve resi dall’Anac, 56 le delibere di vigilanza, 76 gli accertamenti ispettivi, in parte condotti in collaborazione con la Guardia di Finanza e la Ragioneria Generale dello Stato, e 29 i protocolli di vigilanza collaborativa.
Nel settore dei lavori pubblici l’Autorità, che si è occupata di numerose importanti infrastrutture, ha ricevuto circa 1.800 segnalazioni. Cresce, infine, il ricorso al “whistleblowing”: le segnalazioni di presunti illeciti da parte dei lavoratori sono state 235 nel 2015, 252 nel 2016 e oltre 260 nei primi 5 mesi di quest’anno, ma la qualità resta bassa, segno di una scarsa comprensione dell’istituto.

I SETTORI DI INTERVENTO
Il presidente dell’Anac ha ricordato il primo Piano nazionale anticorruzione, emanato lo scorso anno, che ha “dedicato focus di approfondimento alle aree particolarmente esposte al rischio corruttivo -come gli acquisti, la tutela del territorio, la valorizzazione dei beni culturali – e fornito indicazioni a chi ha più difficoltà a costruire un presidio anticorruzione, in particolare i piccoli comuni e le scuole. Uno dei settori con le maggiori criticità è da sempre quello della sanità, che per i rapporti curati da organizzazioni indipendenti, i tanti fatti di cronaca e le ingenti risorse investite continua a destare particolare preoccupazione. Ma grazie alla proficua collaborazione con il Ministero della salute e Agenas si sono individuate le aree più vulnerabili ad abusi e corruzione e si è chiesto di adottare per esse specifiche misure preventive la cui attuazione sarà oggetto di un piano ispettivo ad hoc. Un’attività volta non a criminalizzare ma a preservare un settore che ha grandi eccellenze e che consente a tutti l’accesso alle cure.

Qui il video integrale della presentazione della Relazione

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