Non lasciamo soli gli amministratori sotto tiro

Lo scorso 24 giugno si è svolta a Polistena (Rc) la prima Marcia nazionale degli “Amministratori sotto tiro” organizzata da Avviso Pubblico. Una giornata a cui hanno partecipato più di mille persone, tra sindaci, autorità, associazioni, sindacati e cittadini. Per non lasciare nella solitudine chi combatte le mafie nella responsabilità del proprio ruolo.

di Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico

I dati che presentiamo nel Rapporto di quest’anno sono allarmanti. Le statistiche dimostrano come essere e fare l’amministratore locale, in Italia, è diventato non solo più difficile – disponendo di sempre meno risorse e mezzi – ma anche sempre più rischioso.
 Le minacce crescono, in particolar modo nel Mezzogiorno, e si sono estese in tutto il territorio nazionale, seppur in modo non uniforme. È aumentata la violenza contro Sindaci, assessori e consiglieri comunali. Si incendia, si aggredisce fisicamente, si spara alle abitazioni, si usano ordigni, si inviano lettere con proiettili e messaggi minatori via internet.

Gli amministratori locali sono colpiti sia direttamente che indirettamente. In questo secondo caso, le vittime sono i parenti più stretti o i collaboratori più fidati. Si incendiano sale consiliari, uffici pubblici, palestre, biblioteche e scuole comunali. Si bruciano mezzi privati e pubblici. Un vero e proprio assedio che dobbiamo denunciare e rendere ancor più visibile all’opinione pubblica, affinché anche i cittadini non restino spettatori inermi, ma partecipino attivamente per cambiare questo scenario.

Sono stati tanti, decisamente troppi nel 2015, gli “amministratori sotto tiro”, donne e uomini, onesti e competenti, minacciati ed intimiditi, sia da parte del crimine organizzato e mafioso, sia da parte di una fetta di cittadinanza che ha riversato la sua rabbia sui politici ad essa più vicini, per lo stato di crisi che da tempo sta vivendo.

Non possiamo accettare né gli affronti e l’arroganza dei poteri criminali, né tantomeno il pensiero populista manifestato dall’espressione “sono tutti uguali”.

Non siamo tutti uguali. La maggioranza degli amministratori locali è composta da persone perbene, animate da spirito di servizio, che vengono colpite perché si impegnano a ripristinare la legalità violata, a portare trasparenza negli uffici pubblici, a tutelare i beni comuni. Vi è certamente anche una parte di persone attive in politica che non denuncia le mafie, la corruzione e il malaffare, ma con essi instaura rapporti di complicità e collusione. Anche questi amministratori vengono colpiti, ma lo sono perché non hanno tenuto fede ad accordi illeciti e criminali inconfessabili. Queste persone vanno denunciate e perseguite secondo quanto previsto dalle leggi vigenti, vanno espulse dai partiti e dai movimenti politici, mentre i Sindaci e gli amministratori locali per bene vanno sostenuti, incoraggiati e non lasciati soli.

Per tutto questo e per dire agli italiani che nel nostro Paese la buona politica e la buona amministrazione esistono, e che esse vanno difese e diffuse, il 24 giugno 2016 Avviso Pubblico ha organizzato a Polistena, la prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro. Un evento che non era mai stato realizzato in precedenza in Italia. Vi hanno partecipato diverse persone minacciate che ricoprono incarichi pubblici, provenienti da tante parti d’Italia. Le loro facce sono state viste e le loro storie sono state ascoltate da giornalisti e da rappresentanti istituzionali. A questi ultimi, è stato lanciato l’appello a varare rapidamente norme che garantiscano maggiore protezione, sicurezza, misure che riducano l’impunità di cui, purtroppo, ancora oggi troppi “ignoti” godono.

Siamo certi che dopo l’importante lavoro svolto dalla Commissione parlamentare d’inchiesta istituita dal Senato e presieduta dalla senatrice Doris Lo Moro, anche il Ministero dell’Interno, con la recente istituzione di uno specifico Osservatorio, saprà non solo monitorare il fenomeno, ma anche garantire un migliore supporto a coloro che amministrano gli enti locali con quella disciplina, onore e imparzialità, previsti dalla nostra Costituzione. Lo faremo anche noi, animati esclusivamente da uno spirito di servizio e di collaborazione di carattere istituzionale.

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