Legalità. Presentato il progetto del Comune di Reggio Emilia e Avviso Pubblico

Contrasto alla corruzione e alle infiltrazioni mafiose: se ne parla in occasione della Tavola rotonda “Infiltrazioni mafiose e corruzione al Nord. Il ruolo di prevenzione degli enti locali”, promossa dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con Avviso Pubblico e la Regione Emilia-Romagna giovedì 11 giugno, alle ore 21, in Sala del Tricolore (piazza Prampolini 1). Un momento di riflessione sul ruolo degli enti locali nel contrasto alle infiltrazioni mafiose sul territorio, che fa parte del programma di azioni messo in atto dall’Amministrazione comunale di Reggio Emilia per rendere ancora più trasparente l’agire amministrativo e, allo stesso tempo, più incisive le misure di anticorruzione e di lotta ai fenomeni criminali. L’iniziativa, inoltre, rafforza ulteriormente la collaborazione tra Comune di Reggio Emilia e Avviso Pubblico, associazione nata nel 1996 con l’intento di collegare ed organizzare gli amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità.

HANNO DETTO – Convegno e corso di formazione sono stati presentati stamani nel Municipio di Reggio Emilia dall’assessora a Sicurezza e Cultura della legalità del Comune Natalia Maramotti, dalla coordinatrice regionale dell’associazione Avviso Pubblico e assessore alla Legalità del Comune di Bologna Nadia Monti, e dalla segretaria generale del Comune di Reggio Emilia Rosa Iovinella. Alla conferenza stampa erano presenti anche la dirigente del Personale del Comune di Reggio Battistina Giubbani e il responsabile dell’ufficio Sicurezza e socialità Luca Fantini.

“Le iniziative di legalità che presentiamo – ha spiegato l’assessora Maramotti – si inseriscono in un percorso avviato con decisione ormai otto anni fa dal Comune di Reggio e, per quanto riguarda il 2015, sono parte di una primavera densa di proposte di formazione e diffusione di una cultura della legalità. Il contrasto a mafia e corruzione, che ha naturalmente il presidio fondamentale nelle autorità a questo preposte, non può non coinvolgere i singoli e il tessuto sociale nel suo complesso. Da qui l’importanza di azioni di cultura della legalità, che diffondano il principio di legalità, per creare quella possiamo definire una ‘antimafia e anticorruzione sociale’. “E l’impegno che Comune, Regione e Avviso Pubblico profondono nel coinvolgimento del maggior numero di persone – ha aggiunto Maramotti – emerge anche nel corso per i dipendenti dell’Amministrazione comunale, un’iniziativa d’eccezione in Italia. Questo non perché a Reggio Emilia siamo peggio che altrove, ma neppure perché Reggio Emilia è una città di struzzi: al contrario, siamo coscienti del rischio infiltrazioni e le vogliamo prevenire e respingere con risoluta fermezza”.

“Il percorso “Cultura della Legalità: azioni in rete” promosso dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con Avviso Pubblico, rappresenta l’occasione per l’avvio di un processo ampio, di analisi, riflessione e formulazione di nuove idee, grazie ai contributi offerti da numerosi esperti e che potrà aiutare tanti altri Comuni della Regione per attingere da un’esperienza concreta e arricchente”, ha affermato la coordinatrice regionale di Avviso Pubblico, Nadia Monti, assessore del Comune di Bologna.
“Si tratta di un’occasione unica, perfettamente in linea con gli obiettivi principali di Avviso Pubblico – ovvero collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che si impegnano a promuovere la cultura della legalità nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori. Avviso Pubblico ha creduto molto a questo progetto perché crediamo che occasioni di sensibilizzazione uniti alla formazione della Pubblica Amministrazione possano produrre costruttori di un mondo migliore. L’avvenire è condizionato dallo sforzo del lavoro di oggi, dalla visione chiara degli errori e delle lacune attuali, delle responsabilità diffuse e personali, facilitando in tal senso la costruzione di azioni e attività in grado di generare nel presente una speranza di benessere futuro.
Nel farlo è stato messo a punto quella che comunemente si definisce una “rete” (un intreccio sociale), consapevoli del fatto che le reti, specie quelle di interesse pubblico, non sono freddi meccanismi amministrativi o procedurali, ma, al contrario, un insieme coordinato del lavoro e delle relazioni positive e costruttive delle persone che vi fanno parte, sia tra di loro che con le comunità di riferimento.
La lotta per la legalità e il contrasto alla corruzione portata avanti dai Comuni per molti aspetti è dura e difficile, molto spesso i cittadini non la avvertono in quanto nella maggioranza dei casi sono azioni che rimangono celate fino all’ultimo. Per questo è fondamentale dare il massimo a 360° per fare sentire che noi ci siamo. È necessario costruire un ambiente in grado di scoraggiare la nascita e lo sviluppo della illegalità: un contesto che, grazie alla collaborazione di tutti, crei ex ante una serie di impedimenti alla nascita stessa del reato. Il superamento di questa dinamica richiede dunque la progettazione e la messa in opera di una difesa attiva da parte dei protagonisti dell’Amministrazione locale, nella speranza che queste pratiche si diffondano in tutti i contesti: istituzionali, privati, economici, associativi”.

Riguardo all’organizzazione dei corsi per i dipendenti comunali, la segretaria generale Iovinella ha sottolineato “il rilevante e positivo sforzo organizzativo, che consentirà di coinvolgere tutto il personale dell’Amministrazione senza interruzioni nell’erogazione dei servizi ai cittadini. Una formazione che, per quanto riguarda gli organi apicali della struttura, cioè i dirigenti, sarà declinata anche sui rischi specifici a cui il loro ruolo può essere esposto”.
E ha aggiunto che “questa iniziativa non vuole essere soltanto un’occasione, ma il passaggio di un percorso che ci proponiamo proseguirà, oltre che sotto l’aspetto informativo, anche in forma di riflessione sui nostri ruoli e sul conteso in cui operiamo, nella consapevolezza che le mafie non sono un fenomeno circoscritto, ma trasversale ad ambiti fra loro diversi”.
Anche per Iovinella, il coinvolgimento nel contrasto ai rischi di mafia e corruzione deve essere collettivo: “Per questa ragione, potrà essere utile rivedere il piano anticorruzione in una dimensione che coinvolga e chiami in causa tutti i livelli della città, non solo quello istituzionale, con strumenti allargati e per tutti. Dobbiamo far sì che queste brutture siano percepite come tali da tutti e dobbiamo rendere tutti consapevoli del fatto che tali brutture si possono combattere con efficacia, se sono combattute insieme. Dotarsi di assetti istituzionali chiari e forti su questi temi è un passo fondamentale, che stiamo compiendo”.

IL PROGRAMMA – Alla tavola rotonda, coordinata dall’assessore a Sicurezza, Cultura della legalità e Città storica Natalia Maramotti, partecipano il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, il presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, l’assessore regionale a Cultura, Politiche giovani e Politiche per la legalità Massimo Mezzetti, il presidente e il coordinatore di Avviso Pubblico Roberto Montà e Pierpaolo Romani, e il segretario generale del Comune di Reggio Emilia Rosa Iovinella.

L’incontro in Sala del Tricolore è preceduto da un corso di formazione che si svolge da lunedì 8 a giovedì 11 giugno, diretto ai dirigenti, ai funzionari e al personale del Comune di Reggio Emilia” dal titolo “Cultura della legalità: azioni di rete”. Obiettivo dell’intervento formativo, il primo di questo genere finora realizzato in Italia, è quello di trasmettere più strumenti tecnici e culturali al personale dell’ente in modo da svolgere meglio il proprio lavoro, comprendere con chiarezza il profilo delle infiltrazioni mafiose sul territorio e riflettere sul tema dell’etica pubblica.
Il corso rientra nelle attività formative predisposte dal Comune di Reggio Emilia in base alle disposizioni previste dalla legge 190/2012 per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione.
Tre sono le tipologie di intervento previste dall’ente: oltre a due diversi percorsi di formazione, il primo più generale diretto a tutto il personale e uno più avanzato per dirigenti e funzionari, nel 2016 è in programma un ulteriore momento di formazione più specifica, diretta al personale che opera in ambiti particolarmente esposti al rischio corruzione.

Lunedì 8 giugno, dalle ore 9 alle 12, e martedì 9 giugno, dalle ore 9 alle 12 e dalle 16 alle 19, si parlerà di ““Etica pubblica” ed “Infiltrazioni mafiose al nord”. Le giornate, rivolte ai dipendenti del Comune di Reggio Emilia, si concluderanno con una seduta plenaria condotta da Vittorio Mete, docente all’Università di Catanzaro e membro della Commissione Consultiva permanente di Avviso Pubblico, e da Andrea Ferrarini, Consulente organizzativo in sistemi di gestione del rischio di reato e collaboratore di Avviso Pubblico.
Mercoledì 10 giugno, dalle ore 9 alle 13, e dalle 15 alle 18, i dirigenti comunali affronteranno il tema dei “Piani anticorruzione: whistleblowing e criteri per l’analisi dei rischi”. La giornata si concluderà con laboratori e analisi di caso, coordinati da Giuliano Palagi, avvocato, già direttore generale della Provincia di Pisa e coordinatore della Commissione consultiva permanente di Avviso Pubblico, e da Franco Nicastro, docente di Sociologia dei fenomeni politici. I dipendenti comunali invece si concentreranno sul tema dell’“Etica pubblica” e delle “Infiltrazioni mafiose al nord”.
La giornata si concluderà con una seduta plenaria, condotta da Andrea Ferrarini, consulente organizzativo in sistemi di gestione del rischio di reato e collaboratore di Avviso Pubblico e da Enzo Ciconte, docente di Storia della criminalità organizzata e di Storia delle mafie italiane. Alle giornate formative sarà presente anche il segretario generale del Comune di Reggio Emilia Rosa Iovinella.

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *