“La presenza, l’attività e la specificità delle organizzazioni criminali straniere sul territorio veneto”: il resoconto del quarto seminario per la Polizia locale del Veneto promosso dalla Regione e da Avviso Pubblico

Si è svolto questa mattina Mercoledì 10 novembre, il quarto appuntamento del ciclo di incontri rivolti al personale della Polizia Locale, promossi dalla Regione del Veneto e da Avviso Pubblico nell’ambito del progetto formativo dal titolo Mafie e Coronavirus, strumenti di prevenzione e contrasto.

All’incontro, dal titolo “La presenza, l’attività e la specificità delle organizzazioni criminali straniere sul territorio veneto” con particolare riferimento all’attività della criminalità organizzata di stampo mafioso, hanno partecipato una trentina di rappresentanti della Polizia Locale.

Nel suo intervento iniziale il Tenente Colonnello Giulio Pini della Direzione investigativa antimafia ha approfondito le caratteristiche delle principali organizzazioni criminali straniere presenti in Veneto, con un’attenzione particolare ai rapporti con le organizzazioni autoctone e al ruolo che può svolgere la Polizia Locale. “In particolare, la criminalità organizzata di origine cinese si caratterizza per la rilevanza delle relazioni familiari nel modello organizzativo, con spiccati elementi di chiusura e di difficile accessibilità – ha ricordato il Tenente Colonnello Pini -. Per la criminalità albanese la struttura è invece più simile a quella della criminalità tipicamente mafiosa (gruppi organizzati, gerarchia interna, suddivisione dei ruoli) con varie attività, talvolta orientate anche alla relazione con altre organizzazioni mafiose (anche autoctone). Il tema della partnership con altri soggetti criminali è centrale anche nell’ambito della criminalità di origine nigeriana (che ha già ricevuto la patente di mafiosità dalla Cassazione)”.

“La polizia locale – ha concluso il Tenente Colonnello Pini – può svolgere, visto il suo lavoro nel territorio, attività molto importanti, specialmente sul piano del monitoraggio, con l’identificazione dei soggetti nei luoghi di lavoro, la verifica delle autorizzazioni commerciali, il controllo sulle residenze da cui, anche grazie alla consultazione delle banche dati, possono trarsi elementi conoscitivi preziosi”.

A seguire Arianna Zottarel, ricercatrice presso CROSS – UNIMI e autrice di La Mafia del Brenta. La storia di Felice Maniero e del Veneto che si credeva innocente, ha delineato una panoramica della presenza di quattro organizzazioni criminali nel contesto settentrionale, inserendo questa riflessione nel contesto dei grandi mutamenti geopolitici e sottolineando l’attrattività dell’Italia come punto d’approdo. “Per quel che concerne la criminalità dell’Europa dell’Est questa vede nel Veneto soprattutto un punto di transito fondamentale, vista la sua collocazione geografica, per varie attività – ha dichiarato Arianna Zottarel -. Per la criminalità cinese, nel modello familiare già delineato si deve rilevare anche la presenza di bande giovanili in concorrenza tra di loro per il controllo del territorio, con un modello gangeristico. In questo caso il Veneto è un’area di presenza secondaria. La criminalità nord-africana si caratterizza per essere meno strutturata al suo interno, mentre la presenza di quella sud-americana in Veneto può dirsi tutto sommato in stato ancora embrionale”.

Federica Cabras, ricercatrice presso CROSS – UNIMI, ha invece approfondito il tema della struttura e l’organizzazione della mafia nigeriana sotto l’angolo visuale culturale e religioso, imprescindibile per leggere anche i fenomeni criminali. “Nell’ambito della criminalità di origine nigeriana, un ruolo particolare va anche assegnato alla dimensione di genere: specialmente nel mercato dei servizi sessuali, è rilevante il ruolo di donne che gestiscono lo sfruttamento di altre donne, con possibilità per queste ultime anche di fare carriera all’interno dell’organizzazione (una volta estinto il debito contratto per partire), in un contesto che vede le famiglie e la comunità svolgere un ruolo di normalizzazione dei fenomeni della tratta, vista anche come opportunità per uscire dal proprio paese d’origine” ha dichiarato Federica Cabras. “La tratta si compone di più fasi (reclutamento; giuramento; viaggio; sfruttamento) e la dimensione religiosa, anche in questo caso, può costituire un ulteriore motivo di subalternità e di paura delle donne sfruttate (su questo piano, ci sono delle evoluzioni in senso positivo, come testimonia ad esempio l’editto dell’Oba)”.

Infine lo scrittore e giornalista Leonardo Palmisano, autore del libro Ascia Nera. La brutale intelligenza della mafia nigeriana nella sua relazione ha esposto alcuni degli elementi che hanno fatto da sfondo alle sue ricerche sulla mafia nigeriana, con la prospettiva di cogliere il sistema mafioso complessivo che sta alla base dei fenomeni di criminalità visibili anche in Italia (sia al nord sia al sud, come testimoniano le presenze di queste organizzazioni anche nelle baraccopoli nel foggiano). “In particolare, per comprendere la forza e le linee di sviluppo della criminalità di origine nigeriana è necessario approfondire lo studio della conformazione dei mercati (e, quindi, della domanda di stupefacenti e delle prestazioni sessuali a costi bassi) comprendendo come, a fronte di spazi lasciati liberi in determinati contesti da altri clan, quelli nigeriani siano riusciti ad inserirsi – ha dichiarato Leonardo Palmisano – In questo contesto spicca la forte pulsione demografica nigeriana e la capacità di intessere relazioni a livello internazionale con altre criminalità, tra cui quella calabrese e quella colombiana (anche nell’ambito del traffico di stupefacenti)”. Avverte, quindi, il dott. Palmisano che alla base dei fenomeni che si riscontrano anche sulle nostre strade c’è sempre una vera e propria cabina di regia del sistema mafioso nigeriano, con le sue capacità di espansione e di reinvestimento dei capitali.

Il prossimo incontro del progetto “Mafie e Coronavirus, strumenti di prevenzione e contrasto” si svolgerà martedì 16 novembre, dalle ore 10,00 alle ore 13,00, in modalità online.

L’incontro, dal titolo “Evoluzione delle dinamiche di penetrazione mafiosa: approfondimento sulla ’ndrangheta” con un focus territoriale sulla provincia di Verona, è aperto a tutte le categorie produttive, agli stakeholder territoriali, agli enti locali, ai professionisti e alla Polizia locale delle province del Veneto.

All’incontro interverranno:

  • Donato Cafagna, prefetto di Verona;
  • Gaetano Paci, procuratore aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria;
  • Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico

Per partecipare è obbligatorio prenotarsi inviando una email a organizzazione@avvisopubblico.it

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