Inchiesta Nebrodi: il plauso di Avviso Pubblico ai magistrati e alle forze di polizia. Per sconfiggere le mafie serve la messa in pratica di una diffusa cultura della responsabilità

L’inchiesta “Nebrodi”, condotta dalla DDA di Messina in collaborazione con il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri e il Comando Tutela Agroalimentare e dai Finanzieri del Comando provinciale di Messina, ha svelato il sistema utilizzato dai clan attivi sul territorio del Parco dei Nebrodi – la cosiddetta “mafia dei pascoli” – per drenare indebitamente milioni di euro di fondi europei, truffando l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), l’ente che eroga i finanziamenti stanziati dall’Unione Europea ai produttori agricoli.

Il blitz di questa mattina rappresenta un duro colpo inferto ad un sistema criminale che, ancora una volta, vede clan mafiosi agire con logica imprenditoriale, sfruttare e arricchirsi a scapito del sano sviluppo della collettività di un territorio. E tutto questo grazie alla connivenza di quell’area grigia formata da insospettabili professionisti, imprenditori e politici. Un modus operandi emerso in tutte le principali inchieste condotte negli ultimi anni, da Nord a Sud del nostro Paese.

Oltre cinque milioni di euro di fondi UE intascati, 151 aziende sequestrate, 194 persone indagate, 94 misure di custodia cautelare, in carcere e ai domiciliari: l’indagine non coinvolge solo i vertici dei clan messinesi, quali i Batanesi e i Bontempo Scavo, ma anche imprenditori, amministratori locali e professionisti accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Uno scenario inquietante che dimostra, ancora una volta, il consolidamento dei rapporti tra mafia, politica, imprenditoria e liberi professionisti e impone alle persone e alle realtà oneste, capaci e competenti di occupare, in tempi rapidi, gli spazi criminali liberati dalla magistratura e dalle forze di polizia.

In questa odierna inchiesta non possiamo dimenticare come l’attenzione, anche mediatica oltre che investigativa, sulla cosiddetta “mafia dei pascoli” sia stata attivata e sia aumentata in maniera rilevante negli ultimi anni grazie al contributo di Giuseppe Antoci, già Presidente del Parco dei Nebrodi e autore del Protocollo di legalità che impone alle ditte titolari dei terreni la certificazione antimafia.

La repressione, che è necessaria e meritoria, da sola non basta. Come richiamato anche dal Presidente della Repubblica, per sconfiggere mafie, corruzione e sistemi clientelari che negano i diritti fondamentali delle persone e rappresentano un minaccia seria, concreta e attuale per la nostra democrazia, la nostra economia e la nostra sicurezza, servono una politica e una pubblica amministrazione credibili e trasparenti nonché la traduzione in comportamenti concreti della cultura della responsabilità e della partecipazione, a tutti i livelli.

Ai magistrati e alle Forze di Polizia impegnate nell’inchiesta “Nebrodi” va il plauso e il ringraziamento di Avviso Pubblico.

 

 

 

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