Aziende confiscate alle mafie: il 28 gennaio, a Bruxelles, presentazione del progetto “Icaro”

Le aziende confiscate alle mafie in Italia sono 1707; quelle sequestrate sono circa dieci volte tanto. Dall’inizio della crisi sono aumentate del 65%, un dato che dimostra che un sistema economico indebolito è più soggetto alle infiltrazioni delle mafie e alla loro pervasività nel nostro sistema economico. Secondo alcune stime si può dedurre che i lavoratori coinvolti sono circa 80.000 e che la gran parte di queste aziende sono destinate al fallimento. Mediamente infatti tra un sequestro e una confisca passano circa otto anni, un lasso di tempo che spesso compromette, insieme ad altri fattori, il futuro produttivo e occupazionale dell’azienda.

Nonostante questo fosco quadro un dato positivo e che fa ben sperare: sono centinaia le cooperative sociali o di produzione che, sorte grazie alla legge sui beni confiscati, danno lavoro a migliaia di persone.

Il progetto ICARO – Instrument to remove Confiscated Asset Recovery’s Obstacle, che è stato approvato ed è finanziato dalla Comunità Europea, ha come partners ARCI, Università degli Studi di Milano, CGIL Lombardia, Avviso Pubblico, SAO e il CdIE, e nasce con l’obiettivo di favorire la conoscenza di questa realtà, e di proporre soluzioni che permettano alla gran parte di queste aziende di assumere valore sul mercato, rilanciando produttività e occupazione, e per trasferire la conoscenza di queste esperienze ai paesi dell’Unione Europea.

Per presentare il progetto ICARO si terrà una conferenza stampa, mercoledì 28 gennaio, alle ore 11, presso il Comitato Economico Sociale Europeo, CESE, 74, rue de Trèves, a Bruxelles, alla quale intervengono: Luigi Lusenti – ARCI Milano, coordinatore del progetto  (Presentazione del progetto “ICARO – Strumenti per rimuovere gli ostacoli al Recupero delle aziende Confiscate”), Nando dalla Chiesa  – Università degli Studi di Milano (Mafia e Antimafia: il contesto culturale), Vincenzo Moriello – CGIL Lombardia (Aziende confiscate: situazione attuale e opportunità di recupero e sviluppo), Pierpaolo Romani  – Avviso Pubblico (Il ruolo degli Enti Locali nella gestione dei beni confiscati), Anna Catasta  – Centro di Iniziativa Europea (Legalità, regole e partecipazione attiva della società civile in Europa), Fausto Durante – Rappresentante CGIL Esecutivo CES (Europa: sviluppo economico e legalità), Elly Schlein – MEP, LIBE Commission e una Rappresentanza della Commissione Europea. Conclusioni di Jole Garuti  – SAO, che illustreranno la situazione e i dati relativi al nostro paese, e le azioni del progetto, che sono:

– Un’analisi comparata sulle politiche, le leggi e le raccomandazioni europee in tema di confisca e riutilizzo sociale dei beni e delle aziende confiscati alle mafie.

– Un’indagine approfondita sulle aziende confiscate in Italia.

– Un’analisi qualitativa dei “casi studio” in tema di risanamento e riutilizzo delle aziende e dei beni.

–  L’elaborazione di una “mappa dei rischi mafiosi” sul territorio nazionale ed europeo.

–  L’elaborazione e la sperimentazione di un modello integrato per la gestione e il risanamento delle aziende confiscate alle mafie, e di relative linee guida.

L’obiettivo del progetto è quello analizzare le problematicità della confisca dei beni sottratti alla mafia (con particolare attenzione alle aziende sequestrate) e di proporre un modello di governance capace di accelerare il sequestro e la confisca dei beni mafiosi come strumento di lotta al crimine organizzato. Accelerazione che possa  creare una spirale positiva di crescita dell’economia legale e che generi comportamenti etici e di responsabilità sociale di impresa, sensibilizzando l’opinione pubblica sull’importanza del riutilizzo sociale/risanamento dei beni confiscati come strumento di contrasto e prevenzione dell’infiltrazione criminale nell’economia legale.

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