Avviso Pubblico ricorda Libero Grassi, l’uomo simbolo della lotta al racket, ucciso da Cosa Nostra

“Caro estortore, volevo avvertire il nostro ignoto estortore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere… Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui”.

Con queste parole Libero Grassi, imprenditore coraggioso e onesto, rispondeva ad una delle tante richieste di estorsione di Cosa Nostra.

Avviso Pubblico, a 28 anni dalla sua morte, vuole ricordare l’uomo simbolo della lotta al racket in Sicilia che si oppose con tutte le sue forze al pizzo e alle estorsioni, nonostante l’isolamento dei suoi colleghi imprenditori, dei cittadini e delle Istituzioni.

Libero Grassi era un imprenditore di quelli che non ci stanno a piegare la testa, di quelli per cui impresa significa innanzitutto dignità, una persona abituata a dire quello che pensava pubblicamente: “Io non sono pazzo, non mi piace pagare, è una rinunzia alla mia di dignità di imprenditore”.

Cosa Nostra lo uccise in via Vittorio Alfieri, nel centro della città di Palermo, il 29 agosto del 1991, alle sette e mezza di mattina, mentre andava a piedi al lavoro.

 

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