Gli arresti avvenuti il 7 novembre nell’ambito delle indagini per l’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica ucciso il 5 settembre del 2010, segnano un passo fondamentale nel percorso per ottenere verità e giustizia. Da quattordici anni c’è chi ogni giorno ha lottato per questo, anche nella consapevolezza dell’importanza di portare avanti un modello di fare politica onesto, che Vassallo ha incarnato, vissuto fino all’ultimo nell’assoluto interesse della propria comunità.
Mi sono fermato e ho pianto.
Il 7 novembre, come raramente accade, ero in macchina, come faccio quando posso ascoltavo la radio. Al GR delle 8,30, tra le varie notizie, ho ascoltato quella che in tanti di noi aspettavano da anni. Come un raggio di sole in una giornata uggiosa: la conferma degli arresti per l’omicidio del nostro Angelo.
Ho avvertito un senso di liberazione: sono scoppiato a piangere e mi sono passati per la mente i mille momenti legati a quella vicenda. Il viaggio per andare ai suoi funerali; lo striscione che mettemmo sotto al palco; i ritorni a Pollica per parlare di lui; le tante, tante iniziative organizzate per non far dimenticare la sua figura; le battaglie per scoprire la verità.
Anni e anni condivisi, primi tra tutti, con Dario e Massimo Vassallo, i fratelli di Angelo che con tenacia non si sono mai fermati. Mai. Alla continua ricerca della verità.
Mille immagini nella mente, ma una è quella che scelgo di fermare in questo momento, riguarda un’assemblea con gli studenti. Era il 2012: al Liceo Scientifico Morgagni organizzammo un’iniziativa dal titolo “La bella politica”.
Parlammo ai ragazzi di Luigi Petroselli e Angelo Vassallo, di quanto può essere bella e sana e la politica. Quella vera.
Sono passati tanti anni da allora (troppi per la giustizia sicuramente), ma la giornata del 7 novembre ci dà ancora più la forza per dire ai ragazzi che si può fare politica in maniera differente.
Senza correnti, senza sciocchi servilismi e senza scambiare le istituzioni per uffici di collocamento. Perché la politica ha bisogno di competenze, umiltà, pensieri lunghi, coraggio e ascolto. Perché la politica deve avere un rapporto forte con i poteri sani e un rapporto “sano” con i poteri forti.
Spiegando che cosa significa avere “il senso dello stato”, premiando chi costruisce una città comunità e tanto altro ancora.
C’è tanto da fare. Da questo momento lo faremo ancora di più…
*Presidente Romabpa Mamma Roma e i suoi figli migliori – consulente della Commissione Parlamentare Antimafia