Le violenze contro gli amministratori locali nel mondo. Un contributo di Andrea Carboni

Il fenomeno delle violenze e intimidazioni contro gli amministratori locali non riguarda solo l’Italia. Sono 2,645 gli eventi di violenza che hanno coinvolto amministratori locali di 96 paesi nel mondo. La violenza politica e la criminalità organizzata rappresentano alcune delle cause di questo fenomeno anche in Europa, dove le aggressioni contro gli amministratori locali sono in preoccupante crescita. La terza edizione del rapporto ACLED approfondisce questo tema, proponendo una panoramica globale e invitando a una riflessione complessiva per il contrasto del fenomeno.

Alejandro Arcos Catalán era il sindaco di Chilpancingo, capoluogo dello stato messicano di Guerrero. Il suo corpo, mutilato, è stato trovato all’interno di un’auto il 6 ottobre 2024, a pochi giorni dal suo insediamento nella carica di sindaco e ad appena quattro mesi dalle elezioni comunali. Sebbene particolarmente brutale, l’omicidio di Arcos non è stato un caso isolato. Tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre sono stati tre gli amministratori comunali uccisi nella sola Chilpancingo, che si uniscono alle centinaia tra politici e funzionari locali assassinati in Messico tra il 2018 e il 2024.

Il Messico è il paese che registra il più alto numero al mondo di violenze e intimidazioni contro gli amministratori locali, secondo il rapporto annuale dell’Armed Conflict Location & Event Data (ACLED). Nel 2024 ACLED documenta oltre 2,600 eventi di violenza contro amministratori e funzionari locali in almeno 96 paesi. Tra il 2020 e il 2024 le violenze registrate sono invece pari a 13,150. Sei paesi (Mexico, Myanmar, India, Nigeria, le Filippine e il Bangladesh) totalizzano poco meno della metà di tutti gli eventi registrati nel 2024.

Le cause di questo fenomeno, che spesso mette a rischio la stabilità di molti paesi e minaccia la sicurezza di molte comunità locali, sono molteplici. Un primo fattore di rischio è costituito dalla criminalità organizzata, che ricorre a diverse forme di violenza allo scopo di intimidire o punire amministratori locali poco inclini a soddisfare gli interessi criminali. L’omicidio di Arcos, per cui è stato successivamente arrestato un ufficiale militare in pensione legato al narcotraffico, sarebbe da ricondurre al rifiuto da parte del sindaco di nominare funzionari indicati dalle organizzazioni criminali attive nella città.

Non meno importante, e spesso collegato alla criminalità organizzata, è il fenomeno della violenza politica. In molti paesi – dalle Filippine alla Nigeria, dall’India al Sudafrica – la politica locale è spesso condotta anche con mezzi violenti allo scopo di eliminare potenziali rivali per l’accesso alle cariche pubbliche. Non è infrequente, ad esempio, che alcuni politici facciano ricorso a bande criminali, milizie armate e alla stessa criminalità organizzata per intimidire o assassinare i propri avversari politici. Il numero record di elezioni svoltesi nel 2024 ha dunque acuito i rischi per gli amministratori locali in tutto il mondo, con oltre il 57% delle violenze registrate in paesi dove si sono tenute competizioni elettorali.

Non meno grave, infine, il ruolo dei conflitti armati. In questi contesti, gli amministratori locali svolgono funzioni essenziali: coordinano operazioni di reclutamento e di protezione civile, organizzano comitati di resistenza, provvedono all’erogazione di servizi di emergenza e più in generale rappresentano simbolicamente la presenza dello stato sul territorio. A Gaza e in Libano, come in Ucraina, Myanmar e numerosi altri teatri di guerra, centinaia di amministratori locali sono vittime di attacchi che hanno lo scopo di paralizzare la capacità di mobilitazione degli avversari, minandone la legittimità e l’efficacia tanto sul piano civile che su quello militare.

L’Europa non è estranea a questi fenomeni, seppur su scala molto diversa. Sono 110 gli atti di intimidazione e violenza che nel 2024 hanno coinvolto amministratori locali in 12 paesi dell’Unione europea, in calo del 49% rispetto al record del 2023, quando gli eventi registrati da ACLED erano stati 214 in 9 paesi. Per il quarto anno consecutivo non si sono registrati omicidi di rappresentanti degli enti locali all’interno dell’UE e bisogna tornare al gennaio 2020 per trovare l’ultimo amministratore locale ad essere ucciso.

Nonostante il calo complessivo, attribuibile in larga parte alla Francia, il fenomeno appare in espansione anche a livello europeo. Escludendo la Francia, i casi di intimidazione e violenza sono infatti in aumento (da 87 nel 2023 a 98 nel 2024) e registrano in Germania la variazione più significativa (da 6 a 18). È in aumento anche il numero dei paesi coinvolti dal fenomeno: 12 contro i 9 del 2023. L’Italia è il paese che registra il più alto numero di aggressioni fisiche e danneggiamenti contro gli amministratori locali all’interno dell’UE.

Questi numeri rappresentano tuttavia una frazione delle minacce e delle aggressioni di cui sono vittime gli amministratori locali in Europa, un fenomeno che le istituzioni europee e alcuni stati membri definiscono “allarmante” ed è spesso attribuito alla crescente polarizzazione politica e al ruolo delle organizzazioni criminali. A essere preoccupanti sono soprattutto gli effetti sulla democrazia. In alcuni paesi, come Francia, Germania e Paesi Bassi, la pressione dovuta alle minacce ricevute ha portato alcuni amministratori locali a ridurre le presenze in pubbliche o a ritirare progetti per la comunità. In Francia, oltre 2,400 sindaci hanno rassegnato le dimissioni tra il 2020 e il 2024. Un sondaggio ha invece rivelato che almeno il 40% dei sindaci di piccoli comuni in Germania ha subito intimidazioni e oltre un quarto ha pensato di dimettersi.

Questi dati dimostrano come il fenomeno delle violenze e intimidazioni contro gli amministratori locali non sia una prerogativa italiana. Diversi stati europei hanno iniziato a introdurre misure per contrastare le aggressioni fisiche e verbali contro gli amministratori locali, seppur in ritardo e in assenza di un quadro di coordinamento europeo. Il decennale lavoro di monitoraggio di Avviso Pubblico, attraverso il rapporto Amministratori Sotto Tiro e la collaborazione con le istituzioni nazionali e locali, può dunque rappresentare un modello efficace di contrasto al fenomeno non solo in Italia, ma anche a livello europeo.

ACLED ha presentato i risultati della ricerca in occasione della presentazione della quindicesima edizione del rapporto Amministratori Sotto Tiro, organizzata da Avviso Pubblico l’8 luglio presso la sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana a Roma (vedi locandina).

* Direttore del dipartimento Analisi di ACLED

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