“Il Veneto si ribella al metodo mafioso”: oltre 1.900 firme raccolte. Sottoscrivi l’appello di Avviso Pubblico e del Corriere del Veneto

L’operazione “At Last” contro la camorra in Veneto ha evidenziato la progressiva e sempre più strutturata presenza della criminalità organizzata nella regione, nonché il consenso che i mafiosi incontrano in pezzi di società e operatori del mondo economico che chiedono capitali, servizi e favori.

Avviso Pubblico e il Corriere del Veneto hanno lanciato un manifesto-appello per scuotere le coscienze e chiedere ai cittadini una reazione concreta, in difesa della democrazia.

L’APPELLO

 Il Veneto e il Nord Est non sono un’isola felice. Le mafie si sono radicate, non semplicemente infiltrate. Lo hanno fatto sfruttando a proprio favore la crisi economica, la sfiducia verso le istituzioni e i partiti, giovandosi anche di un certo consenso sociale presente in alcune fasce della popolazione, della politica, delle libere professioni, dell’economia e della finanza. È questo il dato che segna un passaggio di fase, come attestano le recenti inchieste giudiziarie, ed è questa è la consapevolezza che deve maturare in Veneto a livello politico, economico, sociale e culturale. Non basta dichiararsi sorpresi e indignati. Serve un impegno straordinario, a partire dalla politica, che si traduca in una maggiore capacità di reazione e di mobilitazione coordinata a livello generale, con un’attenzione particolare alla dimensione educativa e culturale. Le mafie si possono sconfiggere a condizione che non vi sia un’esclusiva delega alle forze di polizia e alla magistratura. Ognuno deve impegnarsi a fare la propria parte, difendendo i diritti, adempiendo responsabilmente ai propri doveri; rifiutando la cultura del favore e del privilegio, l’omertà e la violenza; evitando di essere indifferenti, superficiali, complici e conniventi; denunciando alle autorità competenti qualsiasi tentativo di minaccia, intimidazione e corruzione; non chiedendo voti, capitali, e «servizi» a mafiosi e corrotti. Impegniamoci per difendere il nostro territorio, la nostra economia e la nostra democrazia. Facciamolo per il presente e il futuro nostro e dei nostri figli, per mantenere viva la memoria di tante vittime innocenti di mafia che ricorderemo il 19 e il 21 marzo a Treviso e a Padova, nella Giornata regionale e nazionale a loro dedicata.

Sottoscrivi l’appello “Il Veneto si ribella al metodo mafioso”

Sono già oltre 1.400 i rappresentanti del mondo politico, economico, sociale e culturale del Veneto (e non solo) che hanno sottoscritto l’Appello: dal Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia al vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol, dal presidente della Commissione parlamentare Antimafia, l’onorevole Nicola Morra all’ex presidente della Commissione, Rosy Bindi, dal presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Beppe Giulietti al segretario, Raffaele Lorusso, nonché il presidente nazionale di Articolo 21, Paolo Borrometi, Vittorio Di Trapani, segretario USIGRAI sindacato giornalisti Rai, Matilde Montinaro, sorella di Antonio, caposcorta di Giovanni Falcone, Nando Dalla Chiesa, scrittore, sociologo, politico figlio del generale dei carabinieri ucciso dalla mafia. E ancora i sindaci di Casal di Principe, Renato Natale; di Napoli, Luigi De Magistris e di Palermo, Leoluca Orlando. E hanno sottoscritto anche Gherardo Colombo, ex magistrato, e Lirio Abbate, vicedirettore de L’Espresso.

Ma in prima linea c’è anche la politica. Dalla Regione, con l’adesione convinta del Presidente della Regione, Luca Zaia; e degli assessori alla Cultura, Cristiano Corazzari e all’Istruzione, Elena Donazzan. Ai sindaci: i primi cittadini di Venezia, Luigi Brugnaro; di Padova, Sergio Giordani, di Vicenza, Francesco Rucco e Verona, Federico Sboarina, di San Donà di Piave Andrea Cereser, di Fiesso d’Artico Andrea Martellato, di Campolongo Maggiore,  Andrea Zampieri. Presente anche l’assessore alla Coesione sociale di Venezia Simone Venturini. Poi tanti parlamentari e consiglieri regionali. Ci sono Alessia Rotta (deputata Pd), Daniela Sbrollini (senatrice Pd), Alessandra Moretti (Pd, Regione); la deputata del M5S Francesca Businarolo, il vice presidente del consiglio regionale Bruno Pigozzo (Pd); Mattia Fantinati, sottosegretario M5S alla presidenza del Consiglio con delega alla Pubblica amministrazione e il sottosegretario all’Agricoltura Franco Manzato (Lega); il capogruppo del M5s in Regione Veneto Jacopo Berti. E ancora il presidente della Provincia di Treviso Stefano Marcon, il direttore della Provincia di Treviso Carlo Ropicavoli; il parlamentare del Pd Nicola Pellicani, l’assessore alla Trasparenza e anti-corruzione del Comune di Verona Edi Maria Neri; il senatore, Antonio De Poli, Presidente dell’Unione di Centro e la presidente regionale di Anci Maria Rosa Pavanello.

Molte firme anche dalle imprese e dalle categorie: Matteo Zoppas (presidente Confindustria Veneto), Agostino Bonomo (presidente Confartigianato Veneto), Christian Ferrari (segretario regionale Cgil), Marco Michielli (Confturismo Veneto), Davide Cecchinato (presidente Adiconsum Verona), il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro, il presidente di Ance (Costruttori edili) Veneto Giovanni Salmistrari; il presidente di Confagricoltura Veneto, Lodovico Giustiniani.

E ancora la società. Su più livelli. Dalla Caritas berica e l’Associazione cattolica esercenti cinema del Triveneto ai sociologi Marco Omizzolo e Gianfranco Bettin, ex prosindaco e assessore di Venezia, ex consigliere regionale e oggi presidente della Municipalità di Marghera al Rettore dello Iuav di Venezia Alberto Ferlenga; di Ca’ Foscari, Michele Bugliesi, di Verona, Nicola Sartor e di Padova, Rosario Rizzuto. E ancora il politologo Marco Almagisti, professore dell’Università di Padova, lo scrittore Romolo Bugaro, la cronista veneta minacciata dallo stesso sistema mafioso Monica Andolfatto, Carlo Nervo (ex giocatore del Bologna ed ex sindaco di Solagna). Presente anche l’attrice Tiziana Di Masi, il giornalista Sandro Ruotolo, la psicologa Vera Slepoj, lo scrittore Matteo Righetto e il calciatore Damiano Tommasi.

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