Il Comune di Rubiera aderisce ad Avviso Pubblico. L’intervista al Sindaco Emanuele Cavallaro

Il Comune di  Rubiera ha aderito alla nostra Associazione. Ad illustrare le ragioni di questa scelta il Sindaco della città, Emanuele Cavallaro.

Il Sindaco del Comune di Rubiera, Emanuele Cavallaro

Da quanto tempo ricopre la carica di Sindaco?

Da Maggio 2014.

Perché il suo Comune ha deciso di aderire ad Avviso Pubblico?

Per dare corpo ad una reazione civile nata dopo l’inchiesta Aemilia. Abbiamo letto la Carta di Avviso Pubblico, abbiamo scelto di applicare i suoi principi e di sostenere una associazione seria, che controlla anche i suoi soci.

Cosa significa per lei impegnarsi per l’affermazione della legalità e della giustizia contro le mafie e l’illegalità?

Fare il proprio dovere.

Quali attività e progetti il suo Comune ha messo in atto per promuovere una cultura della legalità democratica?

Ci muoviamo su quattro versanti. Il primo è la lotta alla criminalità organizzata attraverso il lavoro amministrativo quotidiano: abbiamo attivato misure interne per applicare nel modo più restrittivo possibile i controlli antimafia anche sulle autorizzazioni dei privati, applicando in modo puntuale i protocolli esistenti, scegliendo di andare oltre il controllo a campione. Da gennaio di quest’anno, i controlli antimafia compiuti dai nostri uffici, tramite la Prefettura, sono stati almeno un centinaio. Non pochi, per un comune sotto i 15mila abitanti.
A questa attività, fatta anche di costante contatto con le forze dell’ordine, abbiamo affiancato la battaglia culturale. Siamo protagonisti da diversi anni del Festival Noicontrolemafie ed abbiamo invitato a Rubiera figure di spicco della lotta alla criminalità organizzata perché si confrontassero con i nostri cittadini.
Il terzo versante su cui ci siamo mossi è diffondere la cultura delle buone prassi. Per esempio abbiamo promosso una campagna presso gli esercizi commerciali per ridurre la diffusione di “macchinette mangiasoldi”.
Il quarto versante parte da una tragedia che ha colpito molto da vicino il nostro territorio: Rubiera è uno dei comuni dove l’Eternit aveva una sede produttiva. Sono una cinquantina i morti accertati in sede di appello all’omonimo processo, poi annullato in Cassazione. Abbiamo dichiarato guerra all’amianto sul nostro territorio svolgendo un censimento puntuale del territorio  che ha permesso di individuare la quasi totalità delle coperture in Cemento Amianto grazie all’uso di Google Maps. Ma a questo censimento seguono anche l’avviamento di 290 procedimenti amministrativi a carico di privati per la bonifica degli edifici, scattati naturalmente dopo che il Comune ha verificato di non avere amianto sugli edifici pubblici. Tutto senza nessun incarico o consulenza esterna, ma con il solo lavoro dei nostri uffici. Sul nostro sito c’è un kit scaricabile con le lettere tipo e le indicazioni amministrative per chi vuole saperne di più o prendere spunto da questa pratica.

Il Comune di Rubiera aderisce ad Avviso Pubblico

Quali ostacoli ha incontrato e quali situazioni hanno favorito il suo operato su questo versante?

Abbiamo da qualche tempo depositato alcune proposte per far sì che i controlli, in particolare nell’edilizia, siano più stringenti; speriamo che al più presto i protocolli di legalità possano essere aggiornati. A Reggio Emilia il lavoro della Prefettura in questo settore è particolarmente intenso e l’inchiesta Aemilia ha dimostrato il grande lavoro investigativo che è in corso: questi sono i pilastri su cui poggiare la battaglia. A Rubiera non ho mai trovato nessuno che si lamenti per l’aumento di controlli, siano antimafia, siano antiamianto. C’è una consapevolezza diffusa dell’importanza di queste cose per tenere – è il caso di dire – il più “pulito” possibile il nostro territorio. L’appoggio della gente è fondamentale.

Cosa chiede ai partiti e a chi ci governa oggi per lottare più efficacemente contro la mafia?

Si potrebbe chiedere molto, ma faccio invece una richiesta precisa e concreta. A Ferragosto sono stato a trovare Ignazio Cutrò a casa sua, in provincia di Agrigento. È noto come nelle prossime settimane Ignazio, testimone di giustizia, comincerà il suo nuovo lavoro per la Regione Siciliana, in una sede distaccata proprio nel suo paese, a Bivona. Per Cosa Nostra questo è un messaggio devastante: è la dimostrazione che chi denuncia non deve necessariamente fuggire all’estero, ma può combattere nel proprio paese e nella propria comunità. Ignazio ha un’idea: serve una legge che permetta di assegnare prioritariamente le commesse pubbliche alle aziende che “denunciano”. Se in una gara pubblica è necessario il “certificato antimafia”, il certificato di “combattente contro la mafia” dovrebbe valere ancora di più. Sì, è un provvedimento-limite: ma rientra nella grande lezione di Falcone. Bisogna fare in modo che chi ha un’attività sappia che gli conviene denunciare e che non si troverà mai solo.

[box type=”info”]Breve biografia di  Emanuele Cavallaro

Emanuele Cavallaro, 35 anni, è stato consigliere comunale, assessore, vicesindaco prima di essere eletto, nel maggio 2014, sindaco di Rubiera. Membro del Partito Democratico, fa parte della segreteria provinciale di Reggio Emilia e ne è responsabile della comunicazione. Ha ricoperto diversi incarichi regionali e nazionali. Di professione consulente di comunicazione, ha lavorato per diversi soggetti pubblici e privati. Ha scritto per diverse testate e pubblicato – a perditempo – una raccolta di racconti emiliani.

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