Lo scorso 5 luglio, il Consiglio comunale di Bolzano ha approvato (con 39 voti favorevoli e 2 contrari) l’adesione alla Carta di Avviso Pubblico, il codice etico comportamentale redatto dalla nostra associazione, che indica concretamente come un buon amministratore può declinare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore previsti dagli articoli 54 e 97 della Costituzione.
Abbiamo intervistato il Sindaco di Bolzano, Renzo Caramaschi, per capire le ragioni della sua scelta e il suo punto di vista relativo all’azione di prevenzione e contrasto a mafie e corruzione che gli amministratori locali possono condurre quotidianamente.
Cosa l’ha spinta ad impegnarsi per far sì che il Comune di Bolzano adottasse la Carta di Avviso Pubblico?
Durante la campagna elettorale avevo ribadito come primo punto del mio programma, in caso di elezione, l’adozione di un Codice Etico sottoforma di impegno per i singoli consiglieri, con l’obiettivo di “dare una scossa”. A Bolzano non si avvertono segnali profondi di illegalità, ma si percepisce il pericolo di possibili commistioni di interessi. Per questo ho ritenuto necessario dare il segno di un cambio di marcia sulla trasparenza. Possiamo definirlo un atto “pre – politico”, in cui coinvolgere maggioranza e opposizione. E’ stato realizzato e ne sono molto soddisfatto.
In che modo il nostro Codice etico aiuterà la vostra amministrazione?
Nella chiarezza di una trasparenza assoluta, nella responsabilizzazione del singolo consigliere, nel reciproco controllo. Laddove ci fossero situazioni di conflitto, il consigliere dovrà dichiararlo e astenersi. Un passaggio fondamentale per evitare il condizionamento di interessi particolari, delle lobby o di altri gruppi. Per i dipendenti pubblici esiste già un codice etico, obbligatorio per legge. Non capisco perché non venga previsto anche per gli amministratori, sarebbe ancora più determinante.
Dei 23 articoli contenuti nella Carta di Avviso Pubblico, qual è secondo la sua esperienza il punto che rappresenta la pietra angolare delle buone prassi amministrative?
Sono tutti punti determinanti, ciascuno legato al precedente e che qualifica il successivo. La Carta di Avviso Pubblico è utile nel suo insieme.
Ci sono uno o più aspetti della Carta che, a suo parere, andrebbero integrati e/o modificati?
L’articolo 5, comma c, quando indica come situazione di conflitto di interessi “la sussistenza di rapporti di coniugio, parentela o affinità entro il quarto grado, ovvero di convivenza, con persone operanti in organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme”, è forse eccessivo. In Consiglio comunale siedono avvocati e commercialisti, per i quali ricordare tutti i clienti e i gradi di parentela fino al quarto grado diventa molto difficile.
Ritiene che gli Enti Locali abbiano a disposizione tutti gli strumenti possibili per contrastare le forme più organizzate di illegalità e criminalità? Se così non fosse, cosa chiederebbe al legislatore?
Con alcune modifiche, addolcendo determinati passaggi, io renderei obbligatorio il Codice etico. Non volontario, facoltativo o aggiuntivo alle norme vigenti. Formulerei una norma che impone il Codice etico a tutti gli amministratori pubblici, prevedendo vincoli molto severi e sanzioni giuridiche, con l’istituzione di un “tutore”, magari un magistrato in pensione, che possa valutare i singoli comportamenti. Questo è un passaggio a tutela degli amministratori e a garanzia dell’applicazione del Codice etico. Non si può lasciare il tema alla discrezionalità del singolo.
Nella gestione della cosa pubblica, qual è uno dei principali elementi di criticità cui un amministratore deve far fronte?
Il sistema legislativo è come una giungla, che necessita del machete per andare avanti. Siamo un Paese per certi versi aggrovigliato su sé stesso, che opera per leggi. In altri Paesi, penso a Francia e Germania, la normativa è molto più snella ed esiste comunque la certezza della pena. In Italia l’elevato numero di leggi provoca diverse interpretazioni che allontanano questa certezza. La magistratura, dinanzi allo stesso problema, si trova ad esprimere pareri opposti. In questo modo anche gli amministratori onesti fanno fatica a districarsi, perché il sistema oggi non li aiuta. Si immagini invece l’amministratore tendenzialmente disonesto, va a nozze in un contesto del genere.