La Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico ha audito, nella seduta del 2 dicembre 2021, il viceministro per il Ministero dello sviluppo economico Gilberto Pichetto Fratin (qui il video dell’audizione).

Il viceministro pone da subito al centro la questione della frammentazione del quadro normativo nazionale in materia di gioco pubblico, rilevando il mancato recepimento dei contenuti dell’Intesa sul gioco d’azzardo in Conferenza unificata Stato e autonomie locali del settembre 2017.

La seduta è stata poi occasione per illustrare una serie di dati relativi al gioco legale e alle perdite economiche riscontrate nel periodo delle chiusure dovute all’emergenza sanitaria: nel 2020 il fatturato del settore si è attestato attorno ai 10 miliardi e 510 milioni, con un calo del 32% rispetto all’anno precedente. Il crollo delle entrate erariali è stato solo parzialmente compensato dall’incremento del gioco a distanza.

L’esperienza pandemica – secondo il viceministro – avrebbe confermato il nesso tra la caduta del gioco legale e il decollo dell’illegale, controllato dalla criminalità che utilizza strumenti tecnologici e di frode: se nel 2019 il valore del gioco illegale era stimato in circa 12 miliardi, nel 2020 è salito a 18 e nel 2021 rischia di superare i 20. L’incremento sarebbe confermato anche dalle numerose operazioni delle forze dell’ordine, nonché da un aumento del disturbo da gioco d’azzardo e del fenomeno dell’usura. Il gioco illegale si concentra – continua il viceministro – sul settore delle scommesse, delle slot e delle VLT.

Pichetto Fratin sottolinea poi che il settore del gioco porta benefici in termini di occupazione, reddito e gettito fiscale: sono 3200 le imprese di gestione per conto dei vari concessionari, 80.000 i punti di vendita e circa 150.000 gli occupati diretti e indiretti del settore. Nella filiera diretta, il gioco legale si costituisce di 8200 imprese con circa 40.000 addetti e un fatturato annuale proprio di 14 miliardi. Sono elencate poi le misure di sostegno del comparto adottate dal Governo per far fronte alla crisi dovuta all’emergenza sanitaria, fino ad arrivare alla legge di bilancio 2021, che aveva fissato un nuovo termine per l’attribuzione delle concessioni, e alla legge di bilancio 2022, che contiene una serie di misure sul gioco pubblico.

La relazione del viceministro si conclude tornando al punto da cui era partita: gli interventi normativi degli ultimi anni non hanno risolto i problemi connessi alla disomogeneità della regolamentazione. Considerate soprattutto le questioni relative alla scadenza delle concessioni e agli affidamenti bancari, il Governo sente la necessità di intervenire con risposte ferme su un doppio binario: una legge delega sul riassetto del gioco connessa alla legge di bilancio 2022 e la proroga delle concessioni in scadenza.

Dunque, secondo Pichetto Fratin, la Conferenza unificata Stato e autonomie locali del settembre 2017 deve costituire un punto di partenza, anche per evitare la crescita del settore illegale. L’attenzione è inoltre volta alla prevenzione del disturbo da gioco d’azzardo e del sovraindebitamento. Serve perciò – ribadisce e conclude il viceministro – un quadro giuridico chiaro per le imprese, perché non sarebbe tollerabile una situazione “a macchia di leopardo” sui vari territori regionali.

Le domande dei presenti hanno sollevato numerosi temi che saranno approfonditi in una successiva audizione.

 

(a cura di Sara Noto, Master APC dell’Università di Pisa)