Firmato il Protocollo tra Avviso Pubblico e l’Università di Ferrara

E’ stato firmato a Ferrara, il 10 maggio, dal Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, il Protocollo d’Intesa tra l’Associazione e il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Ferrara, alla presenza di Rosy Bindi, già Presidente della Commissione parlamentare antimafia. Obiettivo del Protocollo è collaborare alla progettazione e alla realizzazione di attività di ricerca scientifica, di documentazione, di divulgazione e di formazione, rivolta sia agli studenti sia agli Enti soci di Avviso Pubblico e in generale a tutti i soggetti interessati.

A seguito della firma si è svolto un dibattito aperto agli studenti dal titolo “Il contrasto alle mafie: un impegno per le istituzioni pubbliche”, alla presenza della già presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi.

Ad introdurre e moderare l’incontro il Coordinatore del Consiglio del corso di studi magistrale in Giurisprudenza, Marco Magri, il quale ha mostrato apprezzamento per la firma del Protocollo di collaborazione sottolineando quanto sia importante conoscere, approfondire e riflettere su alcune leggi che rendono vulnerabile il nostro sistema. Poi rivolgendosi ai ragazzi presenti ha dichiarato “Leggetevi la Relazione finale della Commissione parlamentare antimafia. E’ un lavoro di grande valore, un manuale indispensabile per conoscere le mafie oggi”.

A seguire è intervenuto il Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, il quale ha evidenziato quanto sia importante costruire un’alleanza tra persone e realtà che hanno conoscenze e competenze. “Dobbiamo aggiornare l’analisi e la conoscenza delle mafie – ha dichiarato Montà – Queste hanno cambiato pelle. Trovano imprenditori disposti a fare affari con loro e un pezzo di politica che cerca il consenso mafioso. Dobbiamo avere una lettura aggiornata delle mafie e della corruzione per costruire un nuovo impegno contro di esse. Serve una nuova consapevolezza. Ecco perché è importante il rapporto di Avviso Pubblico con le Università”.

Il Presidente Montà ha concluso sottolineando quanto sia necessario operare per aumentare la domanda di legalità e l’impegno contro le mafie e la corruzione. “Va aumentato lo spirito di repulsione sociale verso questi fenomeni. La buona politica e la buona amministrazione sono un perno fondamentale. Va ricostruito dal basso un legame di fiducia tra cittadini e istituzioni. Dobbiamo colpire le mafie nelle loro ricchezze, lì possiamo recuperare risorse da spendere per garantire servizi e diritti a tutti i cittadini”.

Successivamente Gian Guido Nobili, responsabile dell’Area sicurezza urbana e legalità della Regione Emilia-Romagna e Chiara Sapigni, assessore alla Sanità, servizi alla persona, politiche familiari del Comune di Ferrara, hanno raccontato rispettivamente le principali azioni portate avanti dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Ferrara per mantenere alta l’attenzione su queste tematiche e fare quel passo di qualità necessario che parta dalla conoscenza aggiornata dei fenomeni e dalla collaborazione e la costruzione di reti tra enti come Avviso Pubblico e le Università.

A concludere il dibattito l’intervento di Rosy Bindi, già presidente della Commissione parlamentare antimafia, la quale ha dichiarato come l’università e la conoscenza sono importanti per costruire un’antimafia moderna, perché occorre capire come sono cambiate le mafie, per capire come deve cambiare l’antimafia. “L’Italia è il Paese non solo della mafie ma anche dell’antimafia. Qui ci sono state esperienze associative e reti di impegno straordinarie ma il movimento antimafia va laicizzato, non può essere solo un movimento per specialisti”.

“Il fenomeno mafioso è un elemento strutturale della storia d’Italia – ha continuato la Bindi –. E’ necessario rendere obbligatoria nelle scuole la storia delle mafie e la formazione deve essere svolta da persone adeguatamente formate. Così come si sono specializzate le mafie dobbiamo farlo anche noi”.
“Oggi le mafie operano soprattutto con un modello corruttivo, anche prescindendo dalla politica e dalla Pubblica amministrazione, operano nel privato grazie ai servizi forniti loro da liberi professionisti. La storia delle mafie è storia di relazioni con i poteri e di esercizio della violenza – ha concluso la Bindi – Per questo dobbiamo sempre di più parlare di mafia, ovunque. E i partiti devono investire nella formazione della loro classe dirigente perché le mafie moriranno solo quando non troveranno più interlocutori”.

Scarica il Protocollo

 

 

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