Conoscere le mafie, costruire la legalità2: il resoconto del II° modulo di Formazione rivolto alle Polizie Locali di Venezia promosso da Regione Veneto e Avviso Pubblico

Si è svolto mercoledì 10 ottobre, presso la Sala Polifunzionale del Palazzo Grandi Stazioni, il secondo dei tre moduli del ciclo formativo rivolto al personale della Polizia locale di Venezia. L’incontro è inserito nell’ambito del progetto formativo denominato ‘Conoscere le mafie, costruire la legalità2’, promosso dalla Regione del Veneto ed organizzato in collaborazione con Avviso Pubblico e con il contributo del Forum Italiano della Sicurezza Urbana.

Nel corso della prima parte della giornata formativa sono stati forniti ai corsisti gli strumenti conoscitivi relativi alla gestione delle principali problematiche di sicurezza urbana e sul tema della prevenzione integrata. La sessione pomeridiana è stata dedicata ad un confronto tra corsisti e relatori sui temi affrontati nel corso della mattina, con alcuni studi di caso.

Ad aprire i lavori è stato Ivan Cecchini, Direttore Amministrativo del Comune di Bellaria Igea Marina, che nella sua relazione si è concentrato in particolare sui principi generali dell’illecito amministrativo, attraverso la delineazione della legge 689 del 1981 e l’adozione del modello penalistico. In particolare sulla legge 689, pur sottolineandone l’unicità come testo normativo di portata generale, ha evidenziato una serie di limitazioni: “Si riferisce a misure che hanno unicamente una funzione repressiva e non ripristinatoria – ha spiegato Cecchini – Spetta a dottrina e giurisprudenza ricondurre a sistema le varie fattispecie. La Corte Europea inoltre ha messo in evidenza il fatto che presenti interazioni con il diritto penale e con le garanzie sostanziali e processuali”.

A seguire è intervenuta Rossella Selmini, Presidente dell’ESC – European Society of Criminology – Dipartimento di Sociologia, Università del Minnesota. “Quando parliamo di politiche di sicurezza urbana in Italia non possiamo tralasciare né l’aspetto sociologico, né tantomeno quello storico – ha sottolineato la Selmini – Le politiche di sicurezza locale affondano le radici in una storia pluridecennale, non solo in Italia. Per questo motivo risulta determinante, per analizzare il contesto attuale, capire da dove siamo partiti, analizzarne l’evoluzione. Così come è importante introdurre e parlare del concetto di sicurezza percepita, che è stato molto utilizzato anche per giustificare i requisiti di necessità e urgenza del precedente decreto sicurezza, emanato nel 2017”.

“Abbiamo assistito nel corso degli ultimi anni alla tendenza ministeriale a centralizzare le politiche di sicurezza urbana – ha dichiarato  Gian Guido Nobili, Responsabile Area Sicurezza Urbana e Legalità della Regione Emilia-Romagna – Una volontà che si accompagnava ad un rapporto diretto tra il Viminale e i Comuni in tema di gestione di queste politiche, bypassando le Regioni. La propensione verso questa centralizzazione è stata anche favorita dal cercare sempre più spesso di individuare procedure standard, che andassero bene dal Trentino alla Sicilia. Una ricerca dal punto di vista operativo assolutamente comprensibile, ma che ha prodotto l’effetto di adottare standard minimi, al ribasso. A mio parere è una tendenza che rallenta la modernizzazione delle politiche di sicurezza urbana nel nostro Paese”.

L’ultimo modulo formativo è in programma il prossimo 23 ottobre nella medesima sede e verterà sulle tecniche operative e investigative per il controllo del territorio.

La partecipazione alle giornate formative è gratuita, previa iscrizione da effettuarsi on-line attraverso il sito www.conoscerelemafie.it cliccando l’apposito menù “Calendario e iscrizioni”. Per maggiori informazioni si invita ad inviare una mail al seguente indirizzo: tutor@avvisopubblico.it.

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