Si è svolto oggi, martedì 5 ottobre, dalle ore 10 alle ore 13, in modalità online, il secondo incontro di formazione, dal titolo “Agro-mafie e caporalato: i rischi per il comparto agricolo. Focus territoriale sulla Provincia di Rovigo”, del progetto “Mafie e Coronavirus, strumenti di prevenzione e contrasto”, promosso dalla Regione del Veneto insieme all’Associazione Avviso Pubblico.
Ad aprire il seminario è stato l’intervento del Prefetto di Rovigo, Dott. Clemente Di Nuzzo, il quale ha subito posto all’evidenza dei partecipanti i dati del lavoro nero in Italia: “La questione del caporalato e dello sfruttamento del lavoro è una piaga sociale devastante che coinvolge tutta la nostra Penisola. Un fenomeno che rischia di allargarsi ancora di più con l’aumento della disoccupazione”.
“In Italia nel 2018, come dimostrano i dati dell’ispettorato nazionale del lavoro, su oltre 7.000 accertamenti effettuati l’irregolarità dei lavoratori ha riguardato circa il 55% dei casi esaminati con oltre 5.000 soggetti interessati. Numeri impressionanti che riguardano anche le nostre zone. Nella Provincia di Rovigo per esempio è stata recentemente condotta, dall’Ispettorato del Lavoro di Rovigo in collaborazione con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, un’operazione (di cui alcuni accertamenti ispettivi sono tuttora in corso) che ha già riscontrato 17 segnalazioni per lavoro nero e altre violazioni in materia di salute e sicurezza nelle campagne polesane. Questo ci dimostra che settori come l’agricoltura e la logistica, continuano ad essere sempre più esposti allo sfruttamento selvaggio. E naturalmente questa non è che la punta di un iceberg”.
A seguire Paolo Storoni, Capocentro DIA del Triveneto ha aggiunto: “La provincia di Rovigo non è al momento interessata da organizzazioni strutturate di criminalità organizzata, salvo alcune presenze sporadiche di esponenti mafiosi. Insistono invece comportamenti illeciti collegati allo sfruttamento del lavoro agricolo, come in altre zone della regione e dell’Emilia-Romagna”.
“In Veneto le mafie si comportano come vere e proprie aziende, un atteggiamento imprenditoriale che le organizzazioni mafiose non assumono nelle regioni del Mezzogiorno – ha continuato Storoni –. Il soggetto mafioso che oggi opera al Nord conosce le norme, conosce gli strumenti che può utilizzare e sa come agganciare professionisti e imprenditori, grazie anche all’enorme disponibilità economica a disposizione, creando quasi un circuito bancario parallelo. Per questo noi, se vogliamo davvero essere efficaci nella prevenzione e nel contrasto alle organizzazioni mafiose dobbiamo essere tempestivi nel dare le risposte e fare rete. Se non riusciremo a fare questo continueremo ad aumentare la scarsa fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni e ad allargare quegli spazi vuoti dove le mafie si muovono”.
A chiudere il seminario formativo è stato Gian Carlo Caselli, magistrato, già procuratore di Torino e Palermo, il quale ha analizzato l’espansione delle organizzazioni mafiose negli ultimi decenni: “Le mafie sono in continua espansione quando si parla di inquinamento dell’economia legale. Una capacità che è migliorata rispetto al passato, perché hanno affinato le loro capacità di mimetizzazione. Abbiamo a che fare, soprattutto nelle regioni settentrionali, con una mafia silente, riconosciuta anche a livello giudiziario”.
“La pandemia ha ampliato a dismisura questa progressiva colonizzazione del settore legale. I mafiosi sono sciacalli che fiutano la preda e oggi sono in grado di appropriarsi di numerose attività economiche travolte dallo tsunami Covid. – ha continuato il magistrato Caselli – E il settore agroalimentare non è immune, essendo un comparto in cui è possibile guadagnare molto senza rischiare, poiché le norme che dovrebbero tutelare il settore dall’aggressione delle agro-mafie sono obsolete”.
Il seminario di oggi rientra nel progetto formativo “Mafie e Coronavirus, strumenti di prevenzione e contrasto”, promosso dalla Regione del Veneto insieme all’Associazione Avviso Pubblico, che consiste nella realizzazione di quindici seminari, da tenersi da remoto, tra il mese di settembre e quello di dicembre. Il progetto prevede:
- sette incontri rivolti a un pubblico misto (rappresentanti degli enti locali, categorie economico professionali, polizia locale e stakeholder delle province venete);
- sette incontri esclusivamente rivolti al personale delle Polizie locali;
- un incontro che coinvolgerà esclusivamente il personale degli Enti Locali della Regione del Veneto destinato ad approfondire il tema dei Beni Confiscati alla criminalità organizzata.
Nei seminari saranno affrontati e approfonditi diversi temi per la prevenzione e il contrasto delle attività criminali di stampo mafioso, quali l’evoluzione dei fenomeni corruttivi nel Veneto; l’impatto delle conseguenze socio-economiche del COVID-19 sulle dinamiche mafiose dei territori; ecomafie e reati ambientali; beni confiscati, gioco d’azzardo; criminalità organizzata; la realtà veneta e il ruolo della Polizia Locale; organizzazione ed evoluzione delle organizzazioni criminali straniere nel territorio veneto; prevenzione e controllo del territorio attraverso le informazioni delle Forze degli Ordini, ecc.
Il ciclo dei sette seminari “a formazione aperta” è stato elaborato per focus territoriali corrispondenti ciascuno ad una delle province. Si è cercato, cioè, di incentrare la trattazione su problemi specifici delle varie realtà territoriali.
Il prossimo seminario di formazione aperta, dal titolo “Approfondimento sulla camorra casalese. Focus territoriale sulla città metropolitana di Venezia” si svolgerà martedì 19 ottobre, dalle ore 10 alle ore 13.
Mercoledì 13 ottobre, dalle ore 9 alle ore 11,30 si svolgerà il secondo seminario di formazione rivolto esclusivamente alla Polizia Locale dal titolo “Il ruolo degli enti locali e della polizia locale per la prevenzione e il controllo del territorio. L’utilizzo dei dati e delle informazioni”.
Per partecipare a tutti i seminari è obbligatorio registrarsi inviando una email a organizzazione@avvisopubblico.it specificando nome, cognome e ruolo.
Per maggiori informazioni sul Progetto visita il sito www.avvisopubblico.it
