Covid-19 e appalti nel settore sanitario, indagine conoscitiva dell’ANAC: “6 Miliardi di spesa tra marzo e aprile. Forti variabilità tra Regioni sulla centralizzazione degli acquisti”

Considerata la rilevanza socio-economica che gli effetti del periodo emergenziale hanno prodotto sul Paese, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha attivato un’indagine conoscitiva sugli affidamenti effettuati nel periodo di picco del fenomeno di forniture e servizi sanitari connessi al trattamento ed al contenimento dell’epidemia da Covid-19.

LEGGI L’INDAGINE CONDOTTA DALL’ANAC 

Dall’indagine emerge che “nel periodo di picco del fenomeno (1 marzo-30 aprile), la spesa complessiva a livello nazionale è stata pari a 5,8 miliardi. Per avere un quadro più specifico della situazione, l’ANAC ha inoltre inviato un questionario alle 182 stazioni appaltanti che nel periodo di riferimento risultano aver espletato appalti, selezionando quelli di importo maggiore per ciascuna di esse. Dall’indagine sono emerse criticità che saranno oggetto di specifiche azioni di vigilanza da parte dell’Autorità”.

Altro aspetto evidenziato dall’Autorità è la spesa pro-capite per l’emergenza, sostenuta da ogni singola Regione, la quale “varia da un minimo di 4,79 euro  in Molise fino ad un massimo di 101,19 euro in Toscana, per una media che si attesta a 42,61 euro”.

Sussiste inoltre “una forte variabilità a livello regionale” sulla centralizzazione degli acquisti, con “ben 7 Regioni che hanno fatto ricorso alle centrali di committenza e ai soggetti aggregatori regionali per meno dell’1% della spesa, e 8 che vi hanno fatto ricorso
per più del 50%”.

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