Presentato a Molfetta il Rapporto di Avviso Pubblico Amministratori sotto tiro: la Puglia al 3^ posto nella classifica nazionale insieme alla Calabria

Ieri mattina, nella sala consiliare del Comune di Molfetta, si è svolta la presentazione del settimo Rapporto di Avviso Pubblico “Amministratori sotto tiro” alla presenza di numerose persone tra amministratori locali, associazioni e cittadini.

Ad introdurre il dibattito della giornata sono state le parole del Sindaco della città, Tommaso Minervini, che ha sottolineato l’importanza di lavorare sui temi della legalità a livello corale, conquistando le fasce sociali che ne sono distanti, riorganizzando il tessuto degli enti locali, che devono sentirsi un tutt’uno con la comunità, che a sua volta deve fortemente sentire la vicinanza delle Istituzioni. A seguire la referente di Libera Bari-BAT Alessandra Ricupero ha aggiunto: “E’ importante costruire una rete sociale che promuova la cultura delle legalità sui territori e che stia vicino agli amministratori locali”.

Ad aprire ufficialmente il dibattito il Presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà:
“Il nostro Rapporto non ha intenzione di difendere la categoria degli amministratori locali ma di analizzare un fenomeno, quello degli amministratori minacciati dalle mafie, dalla criminalità organizzata e non solo, a 360°. Il Rapporto del 2017 ci dice che le mafie in Italia ci sono e che gli enti locali sono diventati centri importanti per fare affari. Ci dice inoltre che la violenza è uno degli strumenti per ottenere i risultati attesi. C’è quindi un’emergenza economica e sociale generata dalla crisi che individua negli amministratori locali il bersaglio principale. Noi però non vogliamo solo conoscere quanti sono i fatti di intimidazione e minaccia che avvengono sui territori, ma vogliamo sapere dallo Stato qual è l’esito dei procedimenti, se si riescono ad individuare i colpevoli, se la legge com’è funziona, è efficace. Perché se dovesse passare il messaggio che quando si colpiscono le Istituzioni si rimane impuniti viene decisamente messa in gioco la tenuta delle nostre comunità, della nostra democrazia. Vogliamo e chiediamo quindi che l’Osservatorio nazionale sugli amministratori sotto tiro, che sta muovendo i suoi primi passi, possa diventare un luogo in cui si cerca di capire e analizzare come vanno a finire queste segnalazioni”.

Poi la testimonianza di Pierpaolo D’Arienzo, Sindaco di Monte S. Angelo: “L’auto che mi hanno bruciato era quella in cui era nata mia figlia, non avendo fatto in tempo ad arrivare quel giorno all’ospedale. Non era un’automobile di grande valore, era semplicemente una Punto, ma per me rappresentava quel bellissimo momento. Quindi quando è stata data alle fiamme per me non è stata solo la sottrazione di un mezzo di locomozione, mi sono sentito togliere un ricordo personale al quale tenevo moltissimo ed è questo che mi ha fatto stare molto male. A quel gesto noi abbiamo risposto subito attaccando. Per questo come primo atto in consiglio comunale abbiamo deciso di aderire all’associazione Avviso Pubblico, per dare un messaggio chiaro, forte alla nostra comunità, per far capire che la musica a Monte Sant’Angelo è cambiata; oltre l’adesione ad Avviso Pubblico abbiamo attuando tutta una serie di scelte che vanno proprio in questa direzione, per continuare a percorrere la strada della legalità”.

A seguire Michele Abbaticchio, Sindaco di Bitonto e Vicepresidente di Avviso Pubblico, dopo aver ricordato i 70 casi censiti dal rapporto riguardanti la Regione Puglia – che si colloca al 3^ posto nella classifica nazionale insieme alla Calabria e che vede la provincia di Foggia la più colpita a livello regionale con 17 casi nel 2017 – ha aggiunto: “La partecipazione dei cittadini alla vita pubblica non è solo un obbligo giuridico ma è anche un metodo di risoluzione di tanti problemi che oggi stiamo trovando nelle nostre comunità. Oggi è più che mai necessario costruire un’armonia di dialogo con la cittadinanza ma è altrettanto fondamentare dare ai Sindaci qualche strumento in più per poter amministrare con maggiore efficacia le loro comunità”.

“La presenza di Avviso Pubblico qui a Molfetta, terra di Gianni Carnicella che ha perso la vita per tenere la schiena dritta da sindaco, oggi è molto importante – ha concluso il Presidente di Anci, Sindaco della Città metropolitana di Bari, Antonio Decaro -. Il Rapporto di Avviso Pubblico ci dice che nel 2017 ci sono state intimidazioni ogni 16 ore. Questo è un fatto da tenere sotto controllo. Fare il sindaco in un piccolo comune oggi è veramente un’attività di volontariato. Bisogna difendere gli amministratori locali che sono le persone più sottoposte a questo fenomeno in tutti i territori. E’ il momento che le comunità si schierino con le Istituzioni, con gli amministratori locali, per difenderli dalle continue minacce e questo si può fare solo eliminando quella famosa zona grigia, che fa proliferare le mafie e la corruzione. Va tirata una linea netta. E’ arrivato il momento di debellarla, di estirparla definitivamente e questo si può fare solo se i cittadini stanno dalla parte della legalità”.

A moderare l’incontro, che si è concluso con l’ultima testimonianza del Sindaco di Capurso, Vicepresidente Anci Puglia, Francesco Crudele, il giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno, Gianluigi De Vito.

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