UCRAINA: RAPITI DUE SINDACI. IL COMUNICATO DI AVVISO PUBBLICO

«La guerra contro l’Ucraina ha riportato indietro di decenni le lancette dell’orologio della storia. Come tutte le guerre, anche quella a cui stiamo tragicamente assistendo in questi giorni, ci porta sotto i nostri occhi violenza, distruzione e disperazione. La barbarie della guerra si è manifestata anche con il rapimento dei Sindaci di Melitopol, Ivan Fedorov, e di Dniprorudne, Yevhen Matviiv, come denunciato dalle autorità ucraine. Due vicende che costituiscono oltre che un grave reato anche una inaccettabile violazione dei principi fondamentali della democrazia, dei diritti umani e della convivenza civile». È il commento di Roberto Montà, sindaco di Grugliasco e Presidente di Avviso Pubblico alla notizia del rapimento e della destituzione di due sindaci ucraini da parte dell’esercito russo.

“Decapitare la testa” delle città, sostituendo i primi cittadini con figure vicine alla Russia, infatti, avrebbe un obiettivo simbolico e uno pratico. Il primo sarebbe quello di indebolire il senso di appartenenza dei cittadini alla propria comunità e disorientarli in un momento di instabilità profonda, in modo da penetrare meglio nel tessuto della città occupata. Il secondo sarebbe quello di colpire direttamente il cuore democratico delle istituzioni, annientandole e piegandole ad una logica di strategia politico-militare che punta al governo delle città senza più opposizione.

«Come Avviso Pubblico – conclude il sindaco Montà – vogliamo continuare a dare voce e a documentare quello che accade a quelle persone che da più di dieci definiamo come “amministratori sotto tiro”. Chiediamo alla comunità internazionale e agli organi diplomatici di attivarsi in tutte le forme possibili per garantire una rapida liberazione dei due colleghi Sindaci, che, consapevoli del rischio a cui andavano incontro, hanno posto l’interesse generale e la di difesa dei loro cittadini al di sopra di tutto. A Ivan Fedorov e Yevhen Matviiv unitamente alle loro famiglie Avviso Pubblico esprime forte vicinanza e solidarietà, auspicando che il conflitto armato cessi il prima possibile per lasciare spazio alla ragionevolezza della diplomazia».

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