Un aereo pieno di passeggeri diretti in Sicilia. Una stazione ferroviaria, che brulica di giovani e di persone che si spostano per lavoro e per vacanza. Una bomba. Un missile. Due boati. Più di 160 vite spezzate e molte altre ferite. Tutto in pochi secondi. Tutto in pochi giorni.
Le stragi di Ustica e di Bologna del 1980 sono state due momenti che hanno segnato drammaticamente la storia d’Italia, due tragedie che abbiamo il dovere di non dimenticare visto che in troppi, anche a livello istituzionale, si sono spesi per ostacolare ed impedire la ricerca della verità, mettendo in atto depistaggi, testimoniando il falso nelle aule dei tribunali, occultando e distruggendo prove. Alcuni testimoni sono stati messi a tacere per sempre.
Ustica e Bologna non ci richiamano solo al valore della memoria, ma ci ricordano anche quello, grande e faticoso, dell’impegno che da più di trent’anni i famigliari delle vittime hanno testimoniato battendosi con ogni mezzo, legittimo e pacifico, nella ricerca della verità e della giustizia. Perché, come recita lo slogan della ventesima Giornata della memoria e dell’impegno, promossa da Libera e Avviso Pubblico, è “La verità che illumina la giustizia”. Anche per quanto riguarda le vittime del genocidio di Srebrenica, che saranno ricordate nel capoluogo emiliano il 21 di marzo.
Attraverso la propria rete nazionale di Comuni, Province e Regioni, Avviso Pubblico si è attivata per organizzare iniziative pubbliche e di sensibilizzazione che sono state inserite in un percorso denominato “I cento passi verso il 21 marzo”. Insieme ai presidi di Libera, abbiamo presentato ed inviato tanti sindaci, assessori e consiglieri a sottoscrivere la Carta di Avviso Pubblico, il codice etico-comportamentale per la diffusione della buona politica e della buona amministrazione, oltre che il nostro Rapporto “Amministratori sotto tiro”, grazie al quale da tre anni censiamo gli atti di intimidazione e di minaccia – e, a volte, anche gli omicidi – compiuti a danno di amministratori locali di tutta Italia. Donne e uomini impegnati nel contrasto alle mafie, alla corruzione, all’illegalità e nella difesa e salvaguardia del bene comune.
A Bologna, come avviene ogni anno, ci uniremo e abbracceremo idealmente i famigliari delle vittime innocenti delle mafie, delle stragi e dei genocidi, camminando insieme a loro in corteo, indossando le fasce tricolore e portando i gonfaloni delle nostre città. Faremo tutto questo per affermare con forza che la politica e le istituzioni devono schierarsi in modo chiaro contro le mafie, la corruzione e il malaffare. Ovunque. Anche in Emilia Romagna.
Quelli che percorreremo il 21 marzo, saranno certamente più di cento passi. E il nostro camminare insieme ai famigliari e a tutti coloro che parteciperanno alla Giornata sarà accompagnato da un sentimento di ascolto e di responsabilità, elementi indispensabili per cercare (e trovare) verità e giustizia.
Roberto Montà
Presidente di Avviso Pubblico