I Sovversivi di Nino Amadore: “non sono tutti uguali”

I-SovversiviSono storie che fanno bene, soprattutto in questi giorni drammatici per le vicende capitoline. Giovano a noi, perché ci danno la speranza che non tutto è perduto e la consapevolezza che non è vero “che sono tutti uguali”. Giovano a loro, ai “raccontati” perché è giusto che la gente impari a conoscere questi eroi che non aspirano ad essere tali ma che lo diventano loro malgrado perché “in terra di mafia la normalità è rivoluzione”. Quando si parla di Resistenza, in Italia, si parla di storia, quella che si studia tra i banchi di scuola. Ma c’è un’altra Resistenza: quella che quotidianamente vivono uomini e donne con la schiena dritta, che non si piegano, e che soffrono davanti a un “sono tutti uguali”, più che davanti alle minacce ed alle intimidazioni. Questa attuale Resistenza ce la racconta Nino Amadore, giornalista del Sole 24 Ore e scrittore messinese trapiantato a Palermo, nel suo libro “I Sovversivi”. Sono fari di speranza che, qua e là per l’Italia, continuano ad illuminare il cammino, continuano ad indicare la direzione per il futuro.

Sono gli amministratori che Avviso Pubblico cerca di raccontare ogni giorno, attraverso la diffusione di buone pratiche amministrative e di iniziative che giornalmente vengono organizzate nei territori per diffondere la cultura della legalità.  Ne “I Sovversivi”(edizione Laterza), a pagina 22, Nino Amadore cita il rapporto di Avviso Pubblico, “Amministratori sotto tiro“: “Il record, in fatto di intimidazioni, spetta ai Comuni” e ricorda quanti siano gli amministratori caduti per non essersi piegati: “l’ultimo a cadere è stato il mai troppo compianto Angelo Vassallo, il sindaco buono di Pollica ucciso dalla camorra il 5 settembre 2010 per le sue lotte. Il primo a essere ucciso è stato Emanuele Notarbartolo, che voleva sottrarre le casse del Banco di Sicilia dalle mani degli speculatori. Oggi come allora, sono sindaci, consiglieri e funzionari comunali a dover lottare, spesso da soli, contro famelici affaristi come gli esponenti di Cosa nostra in Sicilia, che cercano e trovano sponde all’interno degli enti locali per gestire i loro traffici”,

I Sovversivi di Amadore sono attualità, presente vivo: è la Resistenza di chi sa mantenere la propria dignità sbattendo le porte in faccia ai colletti bianchi corrotti. Chi lotta sa bene contro chi lotta ma sa anche che non potrà aspettarsi riconoscenza da chi vegeta, osserva e invece di reagire si limita a dire, con rassegnazione, “tanto sono tutti uguali”. Non è vero. Non sono tutti uguali. C’è modo e modo di essere uomini e donne, di fare i parlamentari, i sindaci, gli assessori, i giudici, gli insegnanti, i dirigenti.

Racconta ancora Nino Amadore nel suo libro: “Sempre ad Avviso Pubblico va il merito di aver lanciato una Carta etica per gli amministratori degli enti locali. Ecco, basta scorrere le pagine di questa Carta per trovare norme di buon senso che certo non vanificano quelle anticorruzione ma danno indicazioni precise sui comportamenti corretti da tenere”.

 

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