Anticorruzione, concluso il primo ciclo di formazione organizzato da FP CGIL Roma e Lazio con Avviso Pubblico

corSi è svolto a Roma martedì 25 ottobre, presso la sede del Ministero del Lavoro di Via Flavia, il quinto e ultimo appuntamento del primo ciclo di formazione anticorruzione sui posti di lavoro, realizzato dalla Fp Cgil Roma e Lazio con Avviso Pubblico.

Un percorso pensato per dare strumenti a chi, operando nelle pubbliche amministrazioni, si imbatte in casi di corruzione e illegalità. Un cammino iniziato lo scorso mese di marzo presso il Comune di Albano Laziale, proseguito all’INPS tra lavoratrici e lavoratori della sanità pubblica per un focus sul whistleblowing (“segnalazione di reati”), e conclusosi in uno dei luoghi simbolo del rapporto tra legalità e pubbliche amministrazioni, il Ministero del Lavoro.

Relatori dell’ultimo appuntamento Alberto Vannucci, Docente di Scienza Politica presso l’Università di Pisa e Coordinatore del Master universitario in “Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione”, e Giuliano Palagi, Direttore Acer Bologna, assessore al bilancio del Comune di Pistoia,  Coordinatore della Commissione consultiva di Avviso Pubblico.

“Quanto viene pagato un voto? – chiede Alberto Vannucci ai presenti, illustrando il concetto di ‘reti della corruzione sistemica’ – 40-50 euro per un’elezione importante. Ma anche per questa fattispecie di voto di scambio vale la legge della domanda e dell’offerta: in certi contesti territoriali, dove l’offerta è elevata perché esistono soggetti economicamente deboli, il prezzo di un voto venduto cala considerevolmente. Ecco, questa è una delle situazioni in cui vengono reinvestite somme ricavate dai circiuti criminali. Diventa evidente come certi tipi di meccanismi palcontribuiscano a inquinare in profondità il processo politico”.

“In un ambiente dove i controlli funzionano, non ci sarebbe mai stata la possibilità di un infiltrazione di questo tipo – sottolinea Giuliano Palagi a proposito dell’inchiesta “Mondo di mezzo”, meglio nota come Mafia Capitale  – E l’appetito, si direbbe, vien mangiando: all’inizio prende piede il classico sistema corruttivo (le tangenti), poi si mette qualcuno sul libro paga, alla fine si costruisce una rete come quella venuta fuori dalle indagini. Quali strumenti per la prevenzione? Trasparenza del percorso decisionale, anticorruzione dal basso attraverso l’opera di associazioni e sindacati, cooperazione tra organi di polizia, non solo a livello nazionale”.

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