Minacce mafiose a Maurizio Pascucci della Fondazione Caponnetto: la solidarietà di Avviso Pubblico

Le minacce indirizzate a Maurizio Pascucci via social sono gravi e sono il sintomo della reazione mafiosa al “Grand tour dei beni confiscati alla mafia” in Toscana. Il referente nazionale della Fondazione Caponnetto, che è anche consigliere comunale a Corleone, è infatti impegnato in questi giorni nella realizzazione del progetto che vede protagonisti decine di studenti in viaggio per tutte le province toscane alla scoperta di oltre cinquanta beni sottratti alla criminalità organizzata. Il tour ha l’obiettivo di capire il grado di infiltrazione criminale della regione, costruendo un archivio e una mappa con la storia di ciascun bene, che sarà poi disponibile presso la Fondazione Caponnetto.

Se la reazione a questo progetto sono le intimidazioni contro Pascucci, significa che il lavoro sta portando i suoi frutti. «A nome mio personale e di Avviso Pubblico della Regione Toscana, esprimo solidarietà e vicinanza a Maurizio per le minacce ricevute. Fatto grave che dimostra la giustezza della lotta contro i poteri criminali e la mafia. Non ci fermeranno», è il commento di Massimo Borghi, assessore alla Legalità del Comune di Gavorrano e coordinatore regionale di Avviso Pubblico in Toscana. La nostra associazione auspica che venga fatta luce al più presto sulla vicenda e che i responsabili del gesto vigliacco vengano individuati dalle Forze dell’ordine. Non possiamo permettere che la subcultura mafiosa condizioni l’impegno di associazioni e istituzioni locali che devono essere libere nel loro lavoro.

La storia delle intimidazioni agli amministratori locali registra quasi quotidianamente episodi inquietanti come quello che coinvolge Maurizio Pascucci. Nell’ultimo Rapporto annuale “Amministratori Sotto Tiro”, Avviso Pubblico ha censito trecentoventisei atti intimidatori contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali nel solo 2022. Una cifra allarmante, che fotografa una tendenza consolidata e che dimostra quanto in Italia sia ancora forte la cultura della sopraffazione politica e istituzionale. In Toscana lo stesso anno si sono registrati sedici atti intimidatori in sette province per undici Comuni colpiti.

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