“Esprimiamo la nostra più viva e sincera gratitudine ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Venezia e alle forze di polizia che in questi ultimi anni hanno svolto un lavoro investigativo molto importante che, come testimoniano le 24 condanne inflitte ieri dal Tribunale di Venezia, attestano non tanto un’infiltrazione quanto un radicamento della presenza mafiosa sul nostro territorio” dichiara Sabrina Doni, Sindaco di Rubano e coordinatrice regionale di Avviso Pubblico in Veneto.
“Preoccupa vivamente – continua Doni – non solo la negazione e la sottovalutazione del fenomeno protrattasi per troppi anni, ma anche il fatto che, all’esito finale del processo conclusosi ieri, siano stati ritenuti responsabili del compimento di gravi reati e di fiancheggiamento ai mafiosi anche persone che, ad Eraclea e nel veneziano, hanno rivestito importanti ruoli politici nonché liberi professionisti, imprenditori, appartenenti al mondo bancario e alle forze di polizia”.
“Siamo convinti, e lo diciamo da tempo, che una seria e concreta azione di prevenzione e di contrasto alle mafie, anche in Veneto, non può essere delegata esclusivamente agli appartati repressivi. Un ruolo importante lo deve giocare la politica, nella scelta dei propri rappresentanti e nell’agire con responsabilità e trasparenza. Servono anche cittadini elettori attenti e attivi nonché rappresentanti di tutte le categorie produttive e del mondo finanziario che denuncino qualsiasi forma di illegalità e di pressione criminale.
Il Coordinamento regionale del Veneto di Avviso Pubblico, che attualmente raggruppa 85 Comuni, auspica che la Regione del Veneto dia continuità ai percorsi di formazione antimafia e anticorruzione rivolti agli amministratori locali e al personale della pubblica amministrazione, organizzati e finanziati in base alla legge regionale 48/2012, e raggruppati nel progetto “Conoscere le mafie, costruire la legalità”.